Nel 1976-86 una campagna congiunta Enel-Agip , voluta dal ministro dell’ Industria Donat-Cattin trivellò l’Italia e fu scoperto questo immenso giacimento di calore. Poi fu presentata una relazione finale al ministero dell’Industria, Enel e Agip si dichiararono Non interessate né pronte allo sfruttamento. Il ministero mise tutto in un Cassetto e secretò i documenti dei geologi. Non fu avviata alcuna ricerca ulteriore, né geologica né tecnologica. Fu peggio di Ustica. Questa cartina del Cnr di Pisa è tutto ciò che resta delle conoscenze sviluppate allora.
Pochi anni fa I giacimenti di calore sono stati rianalizzati con maggiore precisione da un team dell’università
di Trieste che ha utilizzato appositi sensori sul fondo marino.
Il vulcano Empedocle nel canale di Sicilia ha una base più vasta dell’Etna e alcuni pinnacoli attivi. Uno dei quali nel 1820 diede luogo alla temporanea isola Ferdinandea poi inabissatasi. Oggi l’isola è a 15 metri sotto il mare e sta lentamente risalendo di nuovo. La mappatura 3D dell’Empedocle da parte del Cnr è recentissima.
Prima questo mostro di calore era del tutto sconosciuto.
Le tre generazioni geotermiche
Prima generazione, a vapore naturale e
cielo aperto. Non più proponibile,
inquinante, rivolte all’Amiata.
• Seconda: fratturazione artificiale, hot dry
rocks, da vent’anni in ricerca, terremoti a
Basilea, di fatto fallita.
• Terza: ciclo chiuso passivo, nuova, non
inquinante, 100 anni per impianto, ma con
tecnologie ancora da sviluppare.
L’esito finale dell’inversione
I soggetti e la distribuzione delle nuove risorse. • Un Pil con meno sprechi e illegalità. Più investimenti, anche a lungo termine. • Una safety net generale. Un nuovo welfare non
burocratico e attivo. • L’investimento sul futuro • Un nuovo ruolo energetico e industriale globale
Beppe.Caravita@rcm.inet.it
(Rete Civica Milano )