In un famoso spot pubblicitario, neanche tanto vecchio, si promuoveva uno snack giocando sulla frase “chissà cosa c’è dietro…”. Bene, quel “chissà cosa c’è dietro” è un buon pretesto per infilarci in quello che si può definire senza remore un “passaggio scomodo” della storia dei trasporti. Se avrete la pazienza di seguirmi - e la sensibilità di liberare la mente da pregiudizi e radicate prese di posizione – forse ci capiremo qualcosa. Uso il plurale perché, effettivamente, in questo caso dovremo rifletterci un po’ tutti quanti.
Il motivo per cui, con un pizzico di presunzione, desidererei indurre una “riflessione di massa” risiede in quella che è nota come la Tesla Car: una vettura della cui esistenza non ci sono prove reali, che sarebbe stata realizzata agli inizi del Novecento dal vulcanico Nikola Tesla.
Tesla era un genio, prima di essere uno scienziato, una di quelle persone capaci con straordinaria disinvoltura di cambiare il destino di un intero pianeta. Scoprì la corrente elettrica alternata, aprendo la strada alla diffusione globale dell’energia elettrica, ma non solo. Tesla è famoso per gli studi sull’induzione elettromagnetica e sulla trasportabilità dell’energia mediante campi elettromagnetici: in un suo esperimento riuscì ad illuminare via radio una torre dimostrativa costituita da numerose lampadine. L’idea di Tesla ci avrebbe liberato dalla schiavitù degli elettrodotti: ognuno con un antenna poteva captare l’energia che apposite centrali immettevano nell’etere. Peccato che i suoi stessi finanziatori, dopo averne acquisito i brevetti ne bloccarono lo sviluppo, forse spaventati dalla particolare importanza di tali scoperte. Insomma, remava “controcorrente” e firmò studi ed esperimenti dalla notevole carica innovativa (e suggestiva). Per questo, anche per questo, il mondo accademico in parte lo ha emarginato: ce n’è abbastanza per alimentare leggende, miti e, forse, anche speculazioni di sorta, tra i quali rientra a pieno titolo la Tesla Car.
Si tratta di una vettura elettrica che riceveva via radio l’energia da una fonte esterna e, quindi, dall’autonomia potenzialmente inesauribile. “Distributore” di energia sarebbe, nel mito, la stessa torre che provvide a suo tempo ad alimentare le lampadine dell’esperimento menzionato in alto e che fu frettolosamente smantellata. Ma c’è dell’altro. Per alcuni pare che la cosiddetta “torre” non era collegata a nessun generatore, ma sfruttava, mediante un semplice circuito elettrico, l’energia dei campi magnetici naturali che circondano il globo. Tesla aveva trovato il modo di sfruttare quella che è nota come “risonanza di Schumann”, ovvero onde elettromagnetiche a bassa frequenza generate dall’attività geofisica del pianeta, che risuonano continuamente tra l’atmosfera e la superficie terrestre. Probabilmente una fonte di energia inesauribile e facilmente sfruttabile. Volendo fare una forzatura concettuale, un tale sistema se non è il moto perpetuo, ci va molto vicino. Tesla si rivolse quindi ai colossi di cui sopra, tra cui vi erano la WestingHouse e il banchiere J.P.Morgan, che si comportarono nel modo più adatto e prevedibile: acquisirono i brevetti ed affossarono i progetti.
Questo il mito, che poi può essere condito con altre spezie “spezie”, come l’affermare che a muovere il presunto veicolo di Tesla sia l’Orgone, che alcune dottrine non ufficiali considerano come l’energia vitale che è alla base dell’universo, oppure che lo stesso sarebbe stato capace, in un esperimento congiunto con le forze armate americane, di “smaterializzare” e rendere invisibile mediante campi magnetici un’intera corazzata.
In ogni caso, tanta gente è pronta a credere alla storia della Tesla Car così come è stata appena descritta, il che regala al mito quasi un filo di verità storica, ma se tutto ciò fosse vero, allora c’è da aver paura. Per un secolo ci hanno avvelenato bruciando combustibili fossili, quando con la tecnologia dei primi del Novecento si poteva far muovere una vettura grazie all’energia che ci regala la Madre Terra. È spaventoso!
Per fortuna non è proprio così. Prima di lasciarci trasportare dal terrore, credo sia giusto riflettere sulla vicenda. Teoricamente, ricavare energia elettrica dai campi magnetici è possibile: in fin dei conti sono diverse espressioni della stessa realtà e le telecomunicazioni sfruttano proprio questo concetto. Ma un conto è diffondere onde elettromagnetiche finalizzate alla comunicazione, un altro è distribuire via etere una quantità di energia pari al consumo mondiale. E se oggi, con i campi magnetici che possiamo considerare sottoprodotti delle attività umane, si teme per i loro effetti cancerogeni, impregnare l’etere di altre radiofrequenze ad elevatissimo potenziale, che costituirebbero la fonte primaria di energia, potrebbe avere effetti inimmaginabili. E molto probabilmente disastrosi. Tesla, però, non era uno “sprovveduto” e aveva previsto anche questo: studiava l’interazione delle onde elettromagnetiche con gli organismi viventi, computando anche la possibilità di alterazioni genetiche permanenti. Tuttavia era erroneamente convinto che le microonde avrebbero potuto annullare questo rischio. Oggi sappiamo che anche le microonde sono potenzialmente pericolose (a chi stenta ancora a credere a tali studi, consiglio di passare un po’ di tempo sotto qualche ripetitore radio: se sentite un senso di malessere diffuso… sono le onde radio che creano “interferenze” con il funzionamento della nostra macchina elettrochimica, del nostro organismo).
La vicenda della Tesla Car, quindi, non appare molto verosimile, almeno nei termini con cui se ne parla. Più facile pensare che Tesla avesse messo a punto particolari motori elettrici ad induzione, molto efficienti e adatti ai mezzi di trasporto. E visto che era uno sperimentatore, non si esclude che possa aver realizzato un’automobile modificata con un tale propulsore e un sistema di accumulatori particolarmente efficiente.
Ed eccoci quindi al “giallo” vero e proprio. Dal 2002 esiste una certa “Tesla Motor” che ha in programma di immettere sul mercato una vettura elettrica dalla tecnologia innovativa: prestazionale, ecologica e praticamente priva dei soliti problemi di autonomia. La vettura dovrebbe esordire a luglio, ma a tutt’oggi c’è ancora massimo riserbo riguardo la tecnologia utilizzata. Non basta, dietro questa fantomatica Tesla Motor ci sono nomi “grossi” della finanza mondiale: un gruzzoletto di miliardari, i patron di “Google” Sergey Brin e Larry Page, Elon Musk fondatore di Paypal, poi, la Draper Fisher Jurvetson e, udite udite il fondo JP Morgan Bay Area Equity Fund (!), diretto discendente dell’organizzazione che nel secolo scorso probabilmente bloccò i progetti di Tesla.
In questo periodo di grande apprensione per le problematiche energetiche una tale operazione potrebbe facilmente prestarsi a speculazioni, se non finanziarie, quantomeno mediatiche, o addirittura ideologiche. In fin dei conti, è facile abboccare alla storia di una vettura “miracolosa”… Ma se tutto fosse vero, e Ragionando secondo questa ottica, diviene anche accettabile l’ipotesi della cospirazione ai danni dello scienziato…
Ma è il caso di abbandonarsi a elucubrazioni dietrologiche? Forse è solo una “semplice” auto elettrica. Forse.
http://www.omniauto.it/magazine/1743/il-giallo-della-tesla-car