L’esplosione abbatté circa 60 milioni di alberi su un area di 2.000 chilometri quadrati. Solo qualche albero nei pressi del centro dell’esplosione non era bruciato e un anello di alberi bruciati disposti attorno all’epicentro era rimasto in piedi.
L’esplosione fu registrata dai sismografi europei e asiatici, e perfino i meteorologi in Inghilterra registrarono variazioni della pressione atmosferica. Il “colpo” sulla pressione atmosferica fece due volte il giro della Terra, e gli astronomi per alcune notti successive osservarono una foschia rossa nell’alta atmosfera, sebbene al tempo non fossero consapevoli della causa. Curiosamente, i resoconti parlano di un cielo notturno chiaro in maniera insolita cominciato la notte prima dell’evento di Tunguska e continuato per parecchi giorni nel seguito.
Nelle settimane successive, i resoconti dicono che i cieli notturni brillavano talmente che la luce che c’era bastava per leggere. Sia lo Smithsonian Astrophysical Observatory che il Mount Wilson Observatory registrarono una diminuzione della trasparenza atmosferica che persistette per parecchi mesi.
Che esperienza ebbe, poi, chi testimoniò all’evento? I resoconti raccolti dallo specialista in minerali Leonid Kulik, russo, nella sua spedizione del 1930 nel luogo dell’esplosione, sono piuttosto convergenti sotto diversi aspetti di dettaglio si da potersi generalmente considerare attendibili. Ecco un estratto dal racconto di una persona del luogo, Semen Semenov:
“Ero seduto in casa per far colazione nella fattoria di Vanavar, volta a nord. [...] D’improvviso vidi che proprio verso nord, sopra la strada per Tunguska di Onkoul, il cielo si era diviso in due e il fuoco appariva in alto e si estendeva sopra la foresta. La spaccatura in cielo si allargò, e tutta la parte nord si coprì di fuoco. In quel momento diventai caldo in maniera insopportabile, come se la mia camicia andasse in fiamme; da nord, dove c’era il fuoco, arrivava un gran calore.
.... Eppure gli scienziati stanno ancora dibattendo su alcuni eventi inesplicati e sul fatto che non siano mai stati rinvenuti campioni dell’oggetto “collidente”. “Se un gruppo di esperti non ha trovato l’accordo per quasi cento anni, c’è probabilmente una terza opzione”, dice Wolfgang Kundt, un astrofisico dell’Università di Bonn, Germania.
Andrei Ol’Khovatov, un fisico russo indipendente che è incuriosito dall’evento di Tunguska, concorda che la teoria dell’impatto lascia molte domande senza risposta. Indica, ad esempio, come i testimoni parlassero di tempo strano e attività sismica aumentata nell’area, già da giorni prima.
L’assenza di una spiegazione coerente ha ispirato molte speculazioni. Alcune teorie esotiche parlano di un minuscolo buco nero che ha attraversato la Terra , o di una minuscola “bomba” di antimateria. In alternativa viene offerta o l’esplosione di un’astronave aliena o una bomba nucleare, sempre aliena. Alcuni avanzano l’idea che fu Tesla per testare il suo “raggio della morte”. Quale burla scherzosa nel carnevale delle speculazioni, i teorici elettrici si chiedono se la prossima spiegazione offerta sarà un “microscopico pacchetto di neutronio” (il fittizio contenuto delle “stelle di neutroni”).
di David Talbott Thunderbolts.info