Secondo le stime, sarà possibile raggiungere un volume di mercato pari a 1 GW di installato annuo entro i prossimi cinque anni. E’ quanto emerso alla Prima Conferenza sul fotovoltaico a concentrazione, organizzata da Epia, l’associazione dell’industria fotovoltaica europea, in collaborazione con il CPV Consortium, un’organizzazione industriale internazionale lanciata nel 2007 proprio per favorire la diffusione di questa promettente tecnologia.
Secondo le conclusioni dell’incontro, che si è svolto ieri a Monaco di Baviera mettendo di fronte i più autorevoli esperti del settore, dopo molti anni di intensa attività di ricerca per aumentare l’efficienza e l’affidabilità dei dispositivi CPV (Concentrating photovoltaic) e ridurre i costi di produzione, il 2010 si annuncia finalmente come la pietra miliare, il punto di partenza cioè per l'avvio di nuova fase di sviluppo su vasta scala.
A giustificare questa convinzione non solo il livello di efficienza raggiungo dai moduli utilizzati per questo tipo di applicazione fv, pari ormai a circa il 25-27%, (ma che si ritiene potrà crescere fino al 30% entro il 2012), e con picchi superiori al 40% nelle sperimentazioni in laboratori, ma anche il costo relativamente basso della tecnologia. Una combinazione che rende il CPV davvero unico, sostiene Hansjörg Lerchenmüller, ceo di Concentrix e membro del CPV Consortium. Il fotovoltaico a concentrazione utilizza, infatti, materiali comuni come vetro e acciaio e per quanto riguarda i materiali più rari, come i semiconduttori, punta sulla quantità molto ridotta, il che è un fattore importante per abbattere i costi.
A differenza delle normali celle solari al silicio, che trasformano in energia la radiazione solare su di essa incidente, il fv a concentrazione utilizza sistemi ottici per concentrare la luce solare su celle con un’area di molto inferiore rispetto a quelle tradizionali. Inoltre le celle dei dispositivi CPV sono caratterizzate da strutture...
ref. http://www.zeroemission.tv