Il funzionamento della centrale solare termodinamica è simile a quello delle centrali termiche tradizionali. La sostanziale differenza consiste nella modalità di trasformazione dell'acqua in vapore. Mentre nelle centrali termiche tradizionali, per ottenere il calore necessario viene bruciato un combustibile, i questo tipo di centrale il calore è prodotto attraverso la concentrazione, per mezzo di specchi parabolici, dei raggi solari sulla caldaia posta in cima ad una torre.
Si ottiene così la temperatura necessaria ad ottenere vapore ad una sufficiente pressione per mettere in rotazione la turbina che trasmette la sua energia meccanica all'alternatore, consentendo a quest'ultimo la produzione di corrente elettrica. La corrente così prodotta viene poi inviata al trasformatore cha la innalza di tensione e la immette nella rete di distribuzione.
Priolo: la centrale solare termodinamica a concentrazione Archimede vede la luce, anche se in versione ridotta
Alla fine, dopo dieci anni di diatribe, la centrale solare Archimede di Priolo è stata inaugurata, in pompa magna. E’ una buona notizia per l’ambiente, perché la tecnologia del solare termodinamico a concentrazione è molto interessante, pur non essendo perfetta. Di sicuro è stato scelto il periodo migliore per l’inaugurazione: col caldo torrido che fa in questi giorni in Sicilia, la nuova centrale farà subito il boom di MW.
Ma anche no. Nel senso che l’impianto inaugurato ha una potenza di 4,96 MW: quanto duepale eoliche neanche troppo grosse. Si tratta, infatti, della versione ridotta (al Minambiente la chiamano sperimentale) del progetto originario che prevedeva 50 MW di potenza. Ma, si sa, in tempi di crisi economica bisogna accontentarsi ed è già grasso che cola che un’azienda semipubblica come Enel alla fine sia riuscita a far partire l’impianto.
E, dopo anni di attesa, poco importa se sia partito con sei mesi di ritardo rispetto a quanto promesso dal commissario dell’Enea (che ha fatto il progetto ai tempi della presidenzaRubbia), Giovanni Lelli, a fine novembre: l’anno scorso Lelli promise di inaugurare l’impianto a gennaio 2010, specificando i fini sperimentali
L’entrata a regime consentira’ di acquisire esperienza operativa nell’utilizzo di questo tipo di impianti
Oggi l’impianto è attivo, con i suoi 17280 pannelli riflettenti che concentrano il calore del sole su un lunghissimo tubo all’interno del quale scorre sale fuso (60% nitrato di sodio, 40% nitrato di potassio) che non è infiammabile e se cade a terra non fa altro che bruciacchiare il terreno per poi solidificarsi. La cosa buona (soprattutto in confronto all’eolico e alfotovoltaico) è che l’impianto, avendo un range di temperature dei sali che va dai 290 ai 550 gradi, può funzionare anche quando il sole non c’è. Enel ed Enea parlano di otto ore massime di funzionamento al buio.
I 4,6 MW elettrici, infatti, verranno dall’integrazione di Archimede con la vicina centrale a ciclo combinato gas-vapore: i sali riscaldati fanno bollire l’acqua della caldaia e producono vapore che si aggiunge a quello prodotto dal gas e fa girare la turbina per produrre l’energia elettrica. Ed è questa la buona notizia.
Nel senso che in teoria potremmo sperare che la sperimentazione sia portata a termine e che, in un futuro magari non biblico, ogni centrale di questo tipo abbia la sua parte termodinamica. Ma questo vorrebbe dire riconoscere il termodinamico come “Bat”, cioè come best avaible technique, cioè come migliore tecnica-tecnologia possibile da adottare quando si progetta un un impianto termoelettrico tradizionale per avere l’Autorizzazione integrata ambientale (Aia) e la Valutazione di impatto ambientale (Via).
No, fermi tutti, non può essere. E’ assolutamente uno stupido delirio eco-logista, eco-tonto e non eco-nomico perchè il termodinamico a concentrazione costa troppo, l’energia prodotta ha un costo per Kwh troppo alto, consuma troppo territorio, al buio funziona solo per otto ore e poi è una tecnologia italiana. E degli italiani, si sa, non ci si può fidare…
Via | Enel