Nel rapporto si registra una diminuzione del 30% dello stato di salute delle specie globali, con picchi fino al 60%, e con "una domanda di risorse naturali che richiede gia' oggi la capacita' bioproduttiva di un pianeta e mezzo:una crescita economica insostenibile nei paesi ricchi con ricadute sulle popolazioni piu' povere e vulnerabili".
Se continuiamo a consumare le risorse del nostro pianeta con i ritmi attuali, nel 2030 ci vorranno le risorse di due "Terre". E la fotografia dello stato di salute del pianeta Terra, scattata dal Wwf e presentata oggi con il rapporto biennale Living Planet Report.
Nel rapporto si registra una diminuzione del 30% dello stato di salute delle specie globali, con picchi fino al 60%, e con "una domanda di risorse naturali che richiede gia' oggi la capacita' bioproduttiva di un pianeta e mezzo:una crescita economica insostenibile nei paesi ricchi con ricadute sulle popolazioni piu' povere e vulnerabili".
Sulla base del rapporto, il WWf ha stilato la classifica dei Paesi con "l'impronta ecologica pro-capite piu' pesante": in testa sono gli Emirati Arabi Uniti, seguiti dal Qatar, Danimarca, Belgio e Stati Uniti.
L'Italia appare al 29/o posto della classifica, subito dopo Germania,Svizzera e Francia.
Il Living Planet report, realizzato dal Wwf in collaborazione con la Zoological Society di Londra e il Global Footprint Network e presentato oggi in diretta mondiale webcast, mette "in relazione l'impronta ecologica e l'impronta idrica, misure della pressione antropica sulle risorse naturali della Terra, con l' indice del Pianeta Vivente, che misura lo stato di salute del pianeta attraverso i trend di quasi 8.000 popolazioni di oltre 2.500 specia di vertebrati".