Sembra zucchero ma è acqua, si chiama "dry water" ovvero "acqua secca" ed è il ritrovato presentato dagli scienziati britannici al 240˚ Convegno Nazionale dell’American Chemical Society che si è tenuto a Boston.
La polvere è così chiamata perché è proprio costituita per il 95 per cento di acqua. È, infatti, un particolato di polvere di silice con particelle del diametro di 5-20 micron che viene fatta reagire in opportune condizioni con acqua, in modo che questa venga adsorbita e il prodotto finale, in maniera tale che pur presentandosi come una polvere, risulta costituito per il 90 per cento in peso proprio da H2O.
La polvere d'acqua non è comunque una novità: è stata scoperta nel 1968, ed applicata esclusivamente per produzioni cosmetiche fino a quando, nel 2006, gli scienziati inglesi dell'Università di Hull hanno condotto nuovi studi sulla sua struttura e i ricercatori dell'Università di Liverpool ne hanno ampliato la gamma di applicazioni potenziali.
Al convegno sono state sottolineate le applicazioni che rendono il preparato interessante, fra queste il suo uso per lo stoccaggio di anidride carbonica: in laboratorio Cooper e colleghi hanno, infatti, rilevato che la polvere d'acqua è in grado di assorbire il triplo dell'anidride carbonica, il principale gas che contribuisce al riscaldamento globale rendendolo un mezzo comodo ed ecologico per combattere il cambiamento climatico.
E non solo. Gli scienziati ritengono che possa essere impiegata come metodo non inquinante per innescare reazioni chimiche d’interesse industriale, per catalizzare la reazione tra idrogeno gassoso e acido maleico e produrre così acido succinico (utilizzato come mangime per animali e come materia prima per produrre farmaci e alimenti di varia natura) o come metodo di trasporto sicuro di materiali pericolosi.
"Non c'è nient’altro di simile", ha detto Ben Carter, Ph.D., ricercatore capo dello studio il professor Andrew Cooper. “Speriamo che la dry water si faccia largo nel prossimo futuro."
Riferimenti: American Chemical Society
di G.G.