Le SST (temperature delle acque superficiali) degli oceani sono in continuo e regolare calo, dopo i massimi estivi, guidati in ciò da una Niña che si fa sempre più forte. Nei prossimi mesi tale calo diverrà sempre più diffuso e importante e si diffonderà anche alla troposfera: ciò dovrebbe scongiurare il pericolo che il 2010 divenga l'anno più caldo.
Carta tematica rielaborata delle SSTA tratta dahttp://weather.unisys.com/surface/sst_anom.html
Ogni giorno che passa vede stimare il ruolo degli oceani come sempre più importante nel complesso puzzle che denominiamo sistema climatico terrestre. Giungono infatti dalle più importanti riviste scientifiche, come ad esempio Science, articoli che ribadiscono come in passato il ruolo delle SST oceaniche fosse stato profondamente sottovalutato. Interessante che tali studi vengano poi ripresi da giornali e riviste molto popolari, come ad esempio la tedesca Der Spiegel. Uno studio scritto da David WJ Thompson, John M. Wallace, John J. Kennedy, e Phil D. Jones giunge a mettere in dubbio che la famosa fase fredda che interessò il pianeta durante gli anni '60 e '70 fosse stata causata dai solfati dispersi in gran quantità nella atmosfera, con conseguente effetto schermo nei confronti dei raggi solari.
Oggi si tende invece a rivalutare maggiormente il ruolo degli oceani, che si sarebbero velocemente raffreddati proprio in quei decenni. Tale raffreddamento superficiale è attualmente ben misurato attraverso l'ausilio dei satelliti, oltre che delle boe, e parametrizzato con gli indici oceanici. Ad esempio durante la fase implicata, i principali indici oceani globali tendevano ad essere negativi. Parlo dell'AMO (Oscillazione multidecennale dell'Atlantico), della PDO (Oscillazione decennale del Pacifico) e anche del ciclo ENSO (El Niño southern oscillation).
Questa premessa ci spinge ancora di più a continuare questa rubrica che si occupa di analizzare e interpretare le SSTA (Anomalie delle temperature superficiali) oceaniche. Almeno quelle principali.
Infatti se andiamo ad osservare la nostra carta tematica che rappresenta appunto le SSTA globali di questo periodo, noteremo subito l'intenso raffreddamento subito dall'area della Niña. Interessante è anche il Pacifico settentrionale, dove la PDO è già da tempo vista in trend negativo. Devo ricordare che generalmente questi due indici, che fanno riferimento a coordinante temporali molto diverse, vanno di pari passo, tanto che si nota che durante le fasi di PDO negativa corrispondono fasi del ciclo ENSO dominate da maggiori episodi di Niña piuttosto che di Niño. Ciò ovviamente potrebbe provocare un calo del Global Warming.
Se passiamo all'Oceano Atlantico troveremo uno scenario ben diverso.
Qui le SSTA sono ancora sensibilmente positive, soprattutto nell'Atlantico settentrionale: l'AMO ha raggiunto ultimamente valori davvero elevati, anzi proprio da record. Si nota comunque l'inizio di una fase discendente che dovrebbe seguire la fase caldissima estiva. Ancora calde, ma sempre in diminuzione, le fasce tropicali dell'Atlantico, come la TNA.
Infine tocca gettare un'occhiata all'area oceanica più importante di tutte (insieme all'area ENSO), l'IPWP (Indo Pacific Warm Pool). Tale vastissima area oceanica collocata tra il Pacifico tropicale e l'Oceano indiano funziona, insieme appunto all'ENSO, da vero e proprio volano climatico terrestre. Sebbene qui le temperature siano ancora elevate, il trend è verso una diminuzione.
Concludendo le acque superficiali oceaniche si stanno raffreddando ovunque.
A metà settembre le anomalie oceaniche viaggiavano sui +0,20°C, mentre le SSTA tropicali erano praticamente azzerate. Ovvio aspettarsi, dunque, nei prossimi mesi un ulteriore calo generale delle SSTA che si riserberà ormai a breve alla colonna troposferica: tale raffreddamento dovrebbe rendere molto difficile per il 2010 divenire l'anno più caldo di sempre.
Aldo Meschiari