Passa ai contenuti principali

Post in evidenza

Satelliti Che Perdono Segreti

Poco meno di mille dollari: con questa cifra un team di ricerca è riuscito a raccogliere, per anni, traffico satellitare geostazionario non cifrato . È una cifra bassa — e questo è il punto: la vulnerabilità non risiede in hardware esoterico ma in pratiche di configurazione e in assunzioni sbagliate sull’obscurity del mezzo. Come hanno fatto  Il principio è semplice: molte stazioni geostazionarie trasmettono segnali che coprono vaste porzioni di superficie; un’antenna direzionale, anche piccola, orientata correttamente riesce a ricevere quei segnali. I ricercatori hanno usato un setup economico, software-defined radio e tool open-source per decodificare e analizzare flussi IP e VoIP. L’operazione è passiva: non si inviano pacchetti né si interferisce — si ascolta. Perché questo è rilevante? Perché la trasmissione on-air non cifrata rimane leggibile a chiunque abbia l’antenna. Non c’è bisogno di attacchi sofisticati o di accessi privilegiati: basta la linea di vista e il know-how ...

Bottiglie vegetali

Si chiama BioBottle e non utilizza neanche una goccia di petrolio in quanto realizzata in PLA il biopolimero che si ricava dalla fermentazione degli zuccheri vegetali. È stata presentata in occasione di Biopolpack, il congresso nazionale sugli imballaggi in polimeri biodegradabili che tenutosi all'Università' di Parma il 15 e 16 aprile.

image

Prodotta da Sant’Anna, Bio Bottle è compostabile: si conserva come le bottiglie di plastica tradizionale, ma si biodegrada completamente in 80 giorni negli appositi siti di compostaggio. Inoltre, a differenza delle plastiche più comuni, è riciclabile chimicamente: una Bio Bottle nuova nasce da una Bio Bottle usata, senza usare petrolio e senza inquinare l’atmosfera.

Gli studi condotti al dipartimento di Chimica clinica e microbiologia e Sanità pubblica dell'Università' di Torino hanno permesso di dimostrare che il biopolimero utilizzato è adatto a contenere acqua minerale. L'impiego di risorse rinnovabili per produrre questo biopolimero riduce la dipendenza dai combustibili fossili e, grazie a processi manifatturieri più sostenibili, contribuisce all'abbattimento delle emissioni di anidride carbonica.

650 milioni di bottiglie Sant’Anna Bio Bottle permettono un risparmio di 176.800 barili di petrolio con cui riscaldare per un mese una città di 520.000 abitanti e riducono le emissioni di CO2 pari a un’auto che compia il giro del mondo per 30 mila volte in un anno. Il prodotto ha già ottenuto il riconoscimento del marchio Cic dal Consorzio Italiano Compostatori, che promuove una politica di riduzione dei rifiuti.

ref. http://www.chimici.info/BioBottle-la-bottiglia-tutta-vegetale_news_x_4524.html