Un team di scienziati sudcoreani ha messo a punto, attraverso bioingegneria, un polimero che può essere usato come materia plastica adatta all’uso quotidiano, biodegradabile e basso di tossicità, in sostituzione sostanze chimiche basate sui combustibili fossili. La tecnica potrà limitare la produzione della plastica convenzionale a vantaggio dell'ambiente.
Lo studio riguarda il Polylactic ACID o acido polilattico (PLA), un polimero chiave per la produzione di materie plastiche attraverso risorse naturali e rinnovabili.
“I poliesteri e gli altri polimeri che utilizziamo ogni giorno sono prevalentemente derivati da oli fossili effettuati tramite processi chimici di raffinazione” riferisce in un comunicato stampa il professor Sang YUP Lee, il coordinatore della ricerca.
“L'idea di produrre polimeri dalla biomassa rinnovabile ha attirato molta attenzione a causa delle crescenti preoccupazioni per i problemi ambientali e per la natura limitata delle risorse fossili. Il PLA è considerato una valida alternativa alla plastica basata sul petrolio, essendo entrambi biodegradabili e con una bassa tossicità per l'uomo”, continua lo scienziato.
Fino ad ora PLA è stato prodotto in un processo di due fasi complesso e costoso. Il team ha utilizzato invece un ceppo di E.Coli cui è stato modificato geneticamente il metabolismo. “Abbiamo sviluppato un processo di produzione efficiente basata del PLA e i suoi polimeri”.
Ciò significa che il ceppo di E. coli sviluppato è in grado di produrre in modo efficiente i polimeri in questione attraverso un processo di fermentazione. Questa nuova strategia dovrebbe essere un punto di partenza per lo sviluppo di altri organismi ingegnerizzati in grado di produrre vari polimeri mediante la fermentazione, direttamente da risorse rinnovabili.
La ricerca è stata pubblicata su “Biotechnology and Bioengineering” con il titolo originale: “Plastics from E. coli: Metabolic engineering for PLA and its copolymers”.
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