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sabato 10 ottobre 2009

biocombustibili e biocarburanti di seconda generazione

La canna comune (Arundo donax L.) è stata indicata come una delle più promettenti specie erbacee per la produzione di energia e pasta di cellulosa per gli ambienti dell’Europa meridionale grazie ad alcune caratteristiche molto interessanti: erbacea perenne, rizomatosa, a ciclo fotosintetico C-3, di facile adattamento ad ambienti alquanto diversi, elevata produzione di biomassa, ridotte esigenze di input colturali Le più recenti tecnologie prevedono che la canna comune, data la sua composizione prevalentemente lignocellulosica possa essere impiegata non soltanto in processi di combustione diretta (carburanti di prima generazione) ma anche nella produzione di biocarburanti di seconda generazione. A tale scopo la biomassa lignocellulosica va incontro a processi di trasformazione enzimatica per la produzione di bioetanolo. Elevata risulta la produzione di etanolo da materiale lignocellulosico di canna comune negli ambienti mediterranei (circa 7000 litri /ha) più alta di quella ottenibile da altre colture zuccherine e amidacee. La propagazione agamica rappresenta l’aspetto che richiede maggiori approfondimenti, dal momento che la specie al di fuori del suo areale di origine (Asia) non produce seme. L’utilizzo di rizomi assicura un elevato indice di attecchimento, mentre il ricorso alle talee di culmo si è rivelata più agevole Recentemente è stata presa in esame la possibilità di ricorrere alla micropropagazione.