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sabato 10 ottobre 2009

biocarburanti

Nel settore dei biocombustibili si sta ricercando e sviluppando, sempre con maggior interesse, la possibilità di usare "materie prime" non commestibili ad alto potenziale. La produzione in massa, di etanolo, derivato ad esempio da soia, canna da zucchero, colza e mais, ha sviluppato a livello mondiale, un dibattito molto acceso sui risvolti economici, politici e morali derivanti dal coltivare tali piante commestibili, per produrre carburanti.

Nasce, pertanto, la necessità di sviluppare colture che non siano in contrasto con la catena alimentare. Per questo si stanno sviluppando sempre con maggiore interesse, le ricerche sulla trasformazione in biocarburanti, di piante infestanti "no food" a bassa richiesta di acqua, pesticidi e diserbanti, come fonte per la produzione di combustibili .

Alcune di queste erbacce ad alto potenziale di trasformazione in biocombustibili, possono prosperare anche in terreni contaminati, assorbendo e pulendo tali terreni dalle sostanze inquinanti presenti. Questo specifico processo viene chiamato phytoremediation .

Queste piante devono però, essere mantenute sotto costante osservazione, perchè queste specie hanno un alto potere infestante ed il rischio è quello che possano danneggiare ed invadere anche terreni circostanti travolgendo le specie autoctone. Tale preoccupazione può essere facilmente dissipata e controllata, attraverso un'adeguata gestione .

Arundo donax (canna gigante)
In estate è in grado di crescere per circa 3 centimetri al giorno. Potrebbe essere considerato il supereroe dei biocarburanti. Attualmente vengono già prodotti molti raccolti ogni anno, in terreni molto poveri. Non gestito si trasforma in una grossa catastrofe. Almeno sei paesi negli Stati Uniti, dalla California al Maryland, lo considerano una specie pericolosamente invasiva.