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Sovranità digitale nell’era blockchain: gestione e responsabilità delle chiavi crittografiche

  La blockchain ha spostato l’intero baricentro della sicurezza digitale. Nessuna banca, nessun helpdesk, nessuna autorità centrale: qui il controllo è tuo . E la tua sovranità si gioca tutta su un elemento minuscolo, ma decisivo: la chiave privata . Finché non si comprende questo punto, il resto dell’ecosistema — wallet , smart contract, identità decentralizzata — rimane solo un lessico tecnico. Capire le chiavi crittografiche significa capire come funziona davvero la blockchain . 1. Chiave privata e chiave pubblica: la nuova “carta d’identità” digitale Alla base c’è la crittografia a coppia di chiavi. Nessuna magia: solo matematica unidirezionale che lega due codici complementari. La chiave privata è il vero patrimonio dell’utente. Un codice segreto, spesso sintetizzato dalla seed phrase da 12 o 24 parole. È ciò che ti permette di firmare una transazione e muovere fondi. È il PIN, la password, la cassaforte. Ma con una differenza non negoziabile: se la perdi, perdi tutto...

Arundo donax


Dato il suo ritmo di crescita molto elevato, la specie A. donax costituisce un ottimo candidato per la produzione di biomassa per uso combustibile e anche come fonte di cellulosa per l'industria della carta. La canna domestica è infatti una pianta perenne di grandi dimensioni che produce ogni anno più biomassa per acro di qualsiaisi altra pianta erbacea. È stata a lungo riconosciuta come importante fonte non legnosa di biomassa ad uso industriale.

Colture energetiche


Una coltura coltivata appositamente per il proprio valore energetico. Può essere costituita da specie alimentari, come il mais, o non alimentari, come il pioppo, i canneti ed altre specie vegetali.

La canna comune è sensibile alle basse temperature. Queste possono compromettere anche la vitalità dei rizomi quando sono posti a poca profondità. Non è una pianta acquatica e teme il ristagno idrico. Relativamente ai terreni, è ampiamente adattabile, preferisce quelli profondi, sabbiosi, ricchi di sostanza organica con una reazione alca- lina e ricchi di calcio. Non sono adatti quelli argillosi, superficiali, impermeabili.


La produttività della coltura della canna comu-ne è indubbiamente molto levata; apparentemen-te è forse la maggiore tra le specie erbacee da bio-massa considerate nell’ambiente italiano e probabil-mente anche in tutto il bacino del Mediterraneo

http://www.gondrano.it/fare/lab/intreccio/panaro.htm


Ref. fonti dipartimento Scienze Naturali