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Bitcoin crolla mentre l’oro brilla dopo i nuovi dazi: forza fittizia dell’“oro digitale”?

  Quando parliamo di mercati, la cosa più difficile è distinguere tra quello che sembra e quello che è. Il weekend del 10-11 ottobre 2025 ci ha offerto un caso di studio perfetto: Bitcoin, il cosiddetto “oro digitale”, è crollato rovinosamente, mentre l’oro, quello vero, ha continuato a salire come se nulla fosse. Per capire il perché, bisogna guardare ai fatti senza illusioni. Il contesto: dazi USA-Cina e panico globale Trump ha deciso di colpire la Cina con dazi del 100% su tutte le importazioni a partire dal 1° novembre. Una mossa estrema, risposta alle restrizioni di Pechino sulle terre rare. I mercati hanno reagito come sempre fanno davanti all’incertezza: si sono spaventati. L’S&P 500 ha perso più del 2% in pochi minuti, il petrolio WTI è sceso del 4%. Insomma, l’aria si è fatta pesante. E in questi momenti la domanda è semplice: dove vanno i soldi? Su quali asset si rifugiano gli investitori? Bitcoin sotto pressione: il “digital gold” che si scioglie Appena è usc...
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Gas al largo di Gaza: energia, guerra e domande che restano aperte

  All’inizio c’è il mare. Non è un modo poetico di dire: è proprio l’inizio della storia. È settembre del 2000 e due trivelle della British Gas (BG Group) bucano il fondale davanti alla costa di Gaza. Trovano un giacimento che viene battezzato Gaza Marine . Non è un “super-campo” come quelli che fanno saltare i mercati mondiali, ma per l’economia palestinese sarebbe un tesoro: abbastanza gas per alimentare l’elettricità di Gaza e vendere l’eccedenza all’estero. Un piccolo passo verso indipendenza e dignità. La licenza è in mano all’Autorità Palestinese, la tecnologia è di BG, e come partner locale c’è la CCC palestinese. Sembra l’inizio di un gioco a somma positiva. In fondo, il gas non ha passaporto, e se tutti guadagnano, perché fermarsi? Poi arriva la realtà. Intifada, veto politici, rischio sicurezza. Il progetto si blocca subito. Il gas rimane là sotto , immobile come un segreto mal custodito. Il freno lungo vent’anni Nel 2007 Hamas prende il controllo della Striscia. E ...

Il rame potrebbe essere il prossimo petrolio?

  Negli anni ’70 il petrolio era “l’oro nero”. Oggi, quell’oro sta cambiando colore. Diventa rosso rame. Nel 2021 Goldman Sachs lo ha detto chiaramente: “il rame è il nuovo petrolio” . Non per moda, ma per necessità. Perché senza rame, la transizione energetica semplicemente non funziona. Ogni cavo, ogni motore elettrico, ogni pannello solare o turbina eolica ne ha bisogno. E un’auto elettrica? Contiene fino a quattro volte più rame di un’auto a benzina. Il Fondo Monetario Internazionale conferma la tendenza: Domanda di rame : da 25,9 a 39,1 milioni di tonnellate entro il 2040. Consumo di petrolio : da 101,9 a 66 milioni di barili al giorno nello stesso periodo. Due curve che si incrociano: una sale, l’altra scende. E in quell’incrocio c’è la storia del prossimo ventennio. Ma questa corsa al rame non è senza conseguenze. Per ogni nuova miniera servono energia, acqua, investimenti e — soprattutto — tempo. E se la domanda cresce più velocemente dell’offerta, il ri...

L’argento è tornato di moda.

E non parlo solo di gioielli. Nei forum e sui social si respira euforia: c’è chi dice che dovrebbe già valere 80 dollari, chi vede un rally imminente a 75 e chi sogna i 100 entro un anno. Poi c’è Rob Kientz , che ha alzato la posta: secondo lui l’argento dovrebbe valere 600 dollari l’oncia . Fantascienza? Forse. Ma intanto qualcosa si muove: Persino chi per anni ha preso in giro i fratelli “silver bugs” adesso compra lingotti. Si parla di scarsità fisica, con qualcuno che fatica a procurarsi un monster box. Tecnici e appassionati rispolverano Fibonacci e pattern grafici per leggere il mercato. La verità è che, tra entusiasmo e speranza, l’argento sta vivendo un momento di popolarità che non si vedeva da tempo. La narrativa è semplice: bene rifugio sottovalutato + domanda crescente + dollaro in affanno = rally esplosivo . Che arrivi davvero a 600 dollari è un altro discorso. Ma il fatto che se ne parli con tanta convinzione è già un segnale del clima che si respira. E ...

Argento verso i 50$: nuova corsa o illusione da mercato?

  L’oro ha già fatto il suo show: oltre 3.600 dollari l’oncia, record storico. Ma c’è un altro protagonista che sta rubando la scena: l’argento. Secondo TD Securities, le scorte custodite nei caveau della London Bullion Market Association potrebbero finire in meno di sette mesi . Se la domanda degli investitori dovesse accelerare ancora, addirittura in quattro . Tradotto: il mercato si sta svuotando proprio mentre la domanda sale. E quando domanda e offerta vanno in direzioni opposte, i prezzi possono solo impennarsi. Oggi l’argento è a 41 dollari l’oncia, il livello più alto degli ultimi 14 anni. L’ultima barriera psicologica è quota 50, già sfiorata in passato. Secondo gli analisti, potremmo arrivarci entro un paio di mesi. Il paradosso è che, anche volendo, il riequilibrio non sarebbe semplice: l’argento è cruciale per la transizione energetica (pannelli solari, batterie, semiconduttori); l’offerta non cresce abbastanza perché i prezzi, per stimolarla davvero, dovreb...

Meno animali, più velocità: la rivoluzione silenziosa dei farmaci AI

  Per sviluppare un nuovo farmaco servono in media 15 anni e circa 2 miliardi di dollari. Un percorso lungo, costoso e pieno di incertezze. Ora qualcosa sta cambiando. Secondo Reuters, le aziende farmaceutiche stanno usando l’intelligenza artificiale per accelerare la scoperta e i test di sicurezza dei farmaci. L’obiettivo? Dimezzare tempi e costi già nei prossimi 3-5 anni. Come funziona: modelli di IA prevedono come un composto viene assorbito, distribuito e quali effetti tossici può avere. Risultato: meno esperimenti sugli animali e procedure più veloci. Non a caso, la FDA punta a fare di queste tecniche il nuovo standard. Un esempio concreto: la piattaforma di Recursion ha portato una molecola alla fase clinica in 18 mesi. La media del settore è 42. Se questo diventa la norma, si accorciano le distanze tra laboratorio e pazienti, con terapie più accessibili e costi ridotti. È una rivoluzione silenziosa: non solo velocità e risparmio, ma anche un cambio etico importante, pe...

I governi fanno HODL: chi sta vincendo la corsa al Bitcoin?

 Non sono solo le aziende a fare “HODL”. Anche gli Stati stanno accumulando Bitcoin, spesso senza volerlo: sequestri giudiziari, fallimenti, frodi. E i numeri iniziano a pesare. Secondo BitcoinTreasuries, una manciata di Paesi controlla circa il 2,5% dell’offerta totale. In testa ci sono Stati Uniti e Cina. Negli USA gran parte delle monete arriva da sequestri storici (es. Silk Road). La riserva federale di Bitcoin annunciata dalla Casa Bianca oggi è alimentata da questi asset in attesa di eventuali acquisti diretti. La Cina segue con riserve legate a repressioni di mining illegale e truffe finanziarie. Curioso per un Paese che ha vietato il trading retail: la rete crea valore, i tribunali lo conservano. Poi ci sono gli outsider. L’Ucraina e la Corea del Nord, con fondi associati ad attività informatiche e confische. Il Bhutan, che trasforma l’idroelettrico in hash rate e accumulo. El Salvador resta il caso più pulito: acquisti diretti come strategia nazionale. Sul fronte corp...