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domenica 27 novembre 2011

Verona, lo smog finisce sotto inchiesta L'Arpav denuncia: «Livelli record»


Aperto dalla magistratura un fascicolo d'inchiesta sull'«emergenza smog». Valori da bollino rosso: sfiorato il tetto massimo di Pm 10 nella città scaligera

Lo smog visto dal satellite (archivio)
Lo smog visto dal satellite (archivio)
VERONA - «Ci è stata prospettata una situazione talmente grave che a questo punto, da parte nostra, non potevamo non intervenire». Sono parole inequivocabili quelle con cui il procuratore Mario Giulio Schinaia annuncia la «necessità, da parte della magistratura, di attivarsi aprendo un fascicolo d’inchiesta sulla particolare gravità assunta in questi giorni a Verona da quella che è già stata ribattezzata "emergenza- smog"». Un’iniziativa, quella avviata al secondo piano dell’ex Mastino, che è scattata proprio nelle ultime ore e che dunque non vede ancora, per il momento, alcun nominativo iscritto nel fascicolo degli indagati. Ciò che non manca nell’indagine appena avviata dalla magistratura veronese, invece, è l’ipotesi di reato. Per l’«ormai dilagante allarme- inquinamento dell’aria», infatti, gli inquirenti contestano la presunta omissione in atti d’ufficio, ma si sta prendendo in considerazione anche l’articolo 674 del codice penale, secondo cui «chiunque provoca emissioni di gas, di vapori o di fumo, atti a cagionare effetti pericolosi, è - a norma di legge - punito con l'arresto fino a un mese o con l’ammenda».
Decisiva, in ogni caso, si è rivelata la «l’ultima preoccupante segnalazione appena giunta in procura». A indurre i pm scaligeri ad attivarsi contro il famigerato problema-polveri sottili, infatti, è stata una «comunicazione allarmante appena arrivata dall’Arpav»: nella missiva, che l’Agenzia Regionale per l’Ambiente ha inviato per conoscenza anche alle principali autorità provinciali, si denuncia che in terra scaligera «è stato raggiunto il centesimo sforamento del tetto massimo di Pm10 consentite dall’inizio dell’anno (a fronte di un limite massimo stabilito da Bruxelles in 35 superamenti nell’arco dei dodici mesi, ndr)». Numeri da «autentico bollino rosso». «Sotto il profilo ambientale e, più nello specifico, in materia di inquinamento - non esita a rimarcare Schinaia -, emerge una scarsa attenzione da parte della Pubblica amministrazione, spesso con il facile ed abusato alibi della mancanza di fondi». Il tutto, «a scapito delle prevenzione generale, dell’incolumità pubblica e del rispetto del territorio ». E così, adesso, è lo stesso procuratore scaligero ad aggiungere che «di fronte a quest’ultima segnalazione dell’Arpav sull’inquinamento dell’aria, è stato inevitabile da parte nostra aprire immediatamente un fascicolo d’inchiesta».
Già, ma con quali prospettive? «Non possiamo nascondere che l’allarme- inquinamento è ampiamente generalizzato e, nell’ambito della pianura padana, non risparmia praticamente nessuno». Difficile, quindi, intravedere in capo agli amministratori pubblici responsabilità talmente gravi da far rischiare loro un’iscrizione nel registro degli indagati: «Da parte nostra indagheremo nel modo più scrupoloso possibile e inviteremo gli enti locali a rendere conto delle iniziative antismog attuate. Soltanto se emergesse un totale disinteresse a intervenire, però, sarebbe individuabile un eventuale profilo di colpa da parte degli amministratori». Nulla da fare, invece, per quanto riguarda l’effettiva validità delle contromisure adottate: «Non siamo dei tecnici del settore, e dunque non sta alla magistratura pronunciarsi sull’adeguatezza o meno dei provvedimenti». In altre parole, non è compito della procura stabilire se contro le famigerate Pm10 risultino più efficaci targhe alterne o blocchi domenicali del traffico. Un’altra archiviazione all’orizzonte?
La. Ted.