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mercoledì 23 gennaio 2013

Le politiche ambientali del centrosinistra


Partito Democratico – Sviluppo sostenibile e Beni comuni sono due punti del programma elettorale di Pier Luigi Bersani. Il PD nel rilancio della produzione locale auspica una “politica industriale integralmente ecologica” e un progetto-Paese nel quale vengano valorizzati, fra gli altri, l’agricoltura e le tipicità, il risparmio energetico e la mobilità sostenibile. L’ambiente viene citato (insieme a salute, sicurezza e istruzione) come bene comune, nel quale “in linea di principio, non deve esserci il povero né il ricco”. I referendum del 2011 hanno affermato il principio dell’acqua come bene non privatizzabile.

Così come avvenuto per l’acqua, anche per energia e istruzione, il PD chiarisce che “in ogni caso non può venir meno una responsabilità pubblica dei cicli e dei processi”. Il testo de L’Italia giusta detta alcune linee generali senza entrare nello specifico.

Sinistra Ecologia e Libertà – L’unico dei “big” che ha l’ecologia nel nome. Le energie rinnovabili sono un vecchio cavallo di battaglia del partito di Nichi Vendola che per il futuro scommette sull’agricoltura come settore per contrastare la disoccupazione giovanile. Come? Ad esempio sbloccando i 380mila ettari a destinazione agricola in possesso dell’agenzia del Demanio e da tempo promessi ai giovani agricoltori.
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