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giovedì 17 marzo 2022

CHIAREZZA SUL DONBASS CONTRO LA DISINFORMAZIONE

 



Donbass - Oggi mi è stata segnalata la prima pagina di un noto quotidiano italiano.

Inizialmente non ho notato nulla di strano: il titolo “la carneficina” in sovraimpressione all’immagine di un uomo disperato di fronte al cadavere della moglie è la descrizione di una scena che non ho ancora digerito, ancora ben stampata in mente. Quell’uomo, smarrito e scioccato, l’ho visto e sentito piangere. Difficile dimenticare scene simili.

Poi ho prestato attenzione alle varie descrizioni attorno a questa immagine: “traumi dei bimbi a Leopoli”; “ostaggi a Mariupol”; “Kiev sotto bombardamenti incessanti”. Nemmeno una parola su Donetsk, il luogo dove è avvenuta la carneficina.

Ieri sul luogo della tragedia ho fotografato un foglio su cui erano riportate le parole: “Perché nessuno ascolta Donetsk?”. Se l’immagine da Donetsk è giunta in Italia, significa che qualcuno ha ascoltato. Ma in che modo?

(Nel video girato da me si vede la stessa persona aggirarsi tra i corpi senza vita, per chi chiede prove)

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Il prof. Angelo d'Orsi al quotidiano la Stampa dopo la ignobile prima pagina di oggi, 16 marzo 2022.

《Gentile Direttore, 

ho collaborato alla "Stampa" per decenni, e sono stato allontanato, senza una parola, naturalmente, con l'arrivo di Molinari, giunto al giornale a portarvi il suo carico di sionismo e iperatlantismo (e già  allora di russofobia). 

Avevo sperato che un giornalista proveniente da "la Repubblica" come Lei, avrebbe compiuto uno sforzo di riequlibrare l'orientamento di questa testata a cui sono rimasto legato. Invece no. E i vostri servizi, se così vogliamo chiamarli, sulla guerra in Ucraina, lo dimostrano, in modo avvilente. 

Ma con la prima pagina di oggi il giornale da Lei diretto ha toccato il fondo della disonestà giornalistica: una immagine relativa alla strage compiuta due giorni fa dalle truppe governative di Kiev ai danni dei civili di Donetsk (14 morti), viene presentata in modo che il pubblico pensi che siano stati i russi cattivi. Siamo oltre ogni artefizio giornalistico, lo lasci dire a uno che è iscritto all'Ordine dal 1971, e che ha avuto nel 2021 la targa d'argento come veterano del giornalismo piemontese. Uno che è stato allievo di Norberto Bobbio, e oltre ad aver insegnato per più di 40 anni all'Università, ha lavorato per le maggiori testate italiane, e anche qualche testata straniera, pubblicando molte centinaia di articoli.

Mi aspetto che il giornale domani, con lo stesso rilievo faccia una formale autocritica e spieghi, come e quando e da chi ha ricevuto la foto, chi ne sia l'autore, come la foto è giunta a voi (e se avete i diritti di utilizzo), e in quale situazione è stata scattata.

Aggiungo che tutta l'impaginazione, dai titoli dei commenti tutti a senso unico, fino al pezzo che vorrebbe essere sarcastico su Luciano Canfora, e che fa ridere solo chi l'ha scritto, è a di poco inquietante. State spingendoci verso la terza guerra mondiale, consapevolmente o meno. La storia non vi ha proprio insegnato nulla. 

Che pena. Segnalerò comunque l'episodio all'Ordine.E smetterò di comprare, ovviamente, il Suo giornale.》