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venerdì 13 luglio 2012

APPELLO AI MINISTRI: SALVATE L'AGRO ROMANO DA UNA NUOVA COLATA DI CEMENTO!


Al Ministro dei Beni e le Attività Culturali Prof. Lorenzo Ornaghi
Al Ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali Dott. Mario Catania
Al Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare Prof. Corrado Clini 
Bra (Cuneo), 11 Luglio 2012

Oggetto: Richiesta urgente.

Ci permettiamo di rivolgerVi questo appello urgente per scongiurare l’attuazione del progetto di “Housing Sociale” dell’Amministrazione capitolina, un intervento che avrebbe esiti devastanti per l’Agro Romano.

Lo sviluppo dell’edilizia residenziale a Roma negli ultimi anni è quantificabile in milioni di metri cubi. Nonostante l’eccesso di offerta immobiliare, le fasce deboli della popolazione stentano tuttavia a trovare alloggi: una situazione paradossale perché mal governata, che genera sprechi inauditi.
La risposta dell’Amministrazione di Roma a questo problema è peggiore del male:un piano di Social Housing che afferisce in parte al PRG vigente, in parte al Piano Casa. Individuando cosiddetti “ambiti di riserva a trasformabilità vincolata”, il piano prevede la realizzazione di complessi residenziali nell’Agro Romano, lo stesso celebrato dai grandi viaggiatori dell’Ottocento – da Goethe a Gogol, da Byron a Stendhal – e tutelato come bene paesaggistico di eccellenza coerentemente con i Principi Fondamentali della Costituzione Italiana, Art. 9.
L’Amministrazione capitolina, con Delibera di Giunta n. 315 del 15 ottobre 2008, ha dato l’avvio all’operazione con un invito pubblico volto a individuare le aree disponibili. A inizio 2012, 160 delle oltre 330 proposte inviate da proprietari terrieri, corrispondenti a circa 2.300 ettari di territorio comunale, sono state ritenute ammissibili.

La Giunta capitolina vuole procedere rapidamente all’approvazione di una variante urbanistica che consenta la costruzione di almeno 30mila nuovi alloggi su queste 160 aree, in prossimità di zone preziose – alcune addirittura vincolate – come il Parco dell’Appia Antica, il Parco di Veio o le Riserve Naturali del Litorale Romano e della Marcigliana.

Questo piano, signori Ministri, va bloccato per molte ragioni.

La prima, fondamentale, è la tutela dell’Agro Romano come bene culturale, inteso in senso sia paesaggistico, sia archeologico.

La millenaria commistione di paesaggio agricolo e testimonianza antica rende insufficiente la tutela del singolo sito e richiede, invece, una profonda attenzione alla continuità del tessuto territoriale: sono i vasti ambiti dell’Agro a dover essere tutelati, come già fatto con il comprensorio della via Ardeatina.

La seconda ragione, altrettanto importante, è che l’Agro non è solo una riserva unica sul piano culturale, ma è per la Capitale una riserva ambientale e alimentare di prim’ordine, qualitativo e quantitativo.

Una superficie naturalmente vocata allo sviluppo di un’agricoltura sostenibile, di una catena logistica virtuosa a chilometro zero e di multifunzionalità per le aziende agricole.

La terza ragione è la completa inadeguatezza del piano di “Housing Sociale” rispetto alle esigenze delle persone cui si rivolge.

Esse sarebbero alloggiate in ghetti urbani lontanissimi da tutti i servizi (il piano prevede una deroga per innalzare a 2,5 km la distanza ammissibile delle abitazioni dalle linee – si badi, non dalle fermate! – di trasporto pubblico). Il Comune sarebbe tenuto a realizzare tutte le infrastrutture necessarie, vista la localizzazione in aperta campagna, dando il colpo di grazia alle aree verdi interessate.

La quarta ragione, non meno solida delle altre, è di ordine meramente economico.

Le periferie (e non solo) di Roma come di tante città italiane sono piene di abitazioni nuove, vuote, che presto diventeranno obsolete, come già accade in Spagna: secondo stime Nomisma, ci sarebbero in Italia 700.000/800.000 alloggi in attesa di acquirente. Nella Capitale sono migliaia: risorse ingenti, in gran parte sconosciute, che l’Amministrazione può riscoprire per far fronte all’emergenza abitativa; milioni di metri cubi inutilizzati, di proprietà pubblica, che una sana spending review potrebbe censire e destinare al recupero a fini residenziali. Un’iniziativa che, a costi competitivi, potrebbe comunque fornire lavoro a un settore, quello edile, in stato di profonda crisi.

Il Forum Italiano dei movimenti per la terra e il paesaggio ha già inviato due lettere al Sindaco di Roma Gianni Alemanno per sollecitare il censimento degli edifici sfitti, vuoti e inutilizzati, senza ricevere alcuna risposta.

Si tratta di elementi di conoscenza di estrema importanza per monitorare lo stato dell’offerta edilizia e ragionare sul fenomeno del consumo di suolo nel Comune di Roma.  Un recentissimo studio dell’Ispra rileva un incremento della superficie impermeabile nella Capitale pari a più di 300 ettari annui.

Per tutti questi motivi vi chiediamo di attivarvi con i poteri di cui disponete per la salvaguardia dell’Agro Romano, inibendo e bloccando ogni iniziativa irreparabilmente offensiva di questo patrimonio storico, ambientale, paesaggistico e agricolo.

Certi di incontrare la Vostra attenzione e sensibilità, restiamo in attesa di una Vostra parola e salutiamo con viva cordialità.
Per il Forum Italiano dei Movimenti per la Terra e il Paesaggio
Alessandro Mortarino
(Coordinatore nazionale del Forum Italiano dei Movimenti per la Terra e il Paesaggio)