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domenica 3 aprile 2016

Residenza Digitale in Estonia: intervista a Luigi Angotzi

L’Estonia permette agli stranieri di avere la Residenza Digitale: puoi aprire una società, in Estonia, e gestirla pure senza essere direttamente residente nella piccola nazione che ha “inventato” Skype…






L’Estonia, come avevamo accennato nell’articolo sulla libertà economica, permette agli stranieri non-residenti di prendere la Residenza Digitale. Continui a vivere nella tua nazione, ma puoi creare aziende estoni e gestirle “comodamente” da casa, approfittando della facilità di fare impresa, e della tassazione favorevole, proprie del piccolo stato baltico.

Perché questa scelta? Quali sono i vantaggi? Come si fa? Abbiamo girato queste domande a Luigi Angotzi, startupper trentenne di Cagliari, impegnato nello sviluppo di applicazioni basate sulle cripto valute, in particolare sul Bitcoin, e neo residente digitale estone, da ieri mattina…
Ciao Luigi, innanzitutto presentati ai nostri lettori.
“Sono Luigi Angotzi, trentenne, vivo a Cagliari, e mi occupo dello sviluppo delle tecnologie bitcoin. Al momento sono impegnato in 3 startup: Helperbit, Paymeabit e Chainside. Come puoi immaginare hanno tutte e tre a che fare con le cripto valute, la tecnologia Blockchain e con i bitcoin. Si tratta di un settore innovativo, è possibile inventare qualcosa che “ancora non esiste”, e quindi con i miei amici e soci abbiamo deciso di puntare decisamente su questa tecnologia.”
Come è nata l’idea della residenza digitale in Estonia?
“Come giovani imprenditori ci siamo scontrati con i mille ostacoli e costi che un’impresa deve affrontare, anche solo per nascere, in Italia. Creare una Srl (Società a responsabilità limitata) ha dei costi elevati che una startup non si può permettere se non ricevi aiuti economici dagli imprenditori. In teoria esisterebbe anche la possibilità delle Srl semplificate, con capitale sociale da 1 €, ma devi trovare il notaio “che te la fa”, ed è un’impresa trovarlo…Per darti un’idea, in Italia anche solo fondare associazioni senza scopo di lucro, cosa che ho fatto recentemente, ha un costo reale di 400/500 €.Per non parlare delle mille complicazioni burocratiche, oltre a perdere tempo, non sai mai se stai facendo qualcosa di illegale, e di conseguenza se stai rischiando in prima persona conseguenze economiche e penali spiacevoli.”
Quindi avete iniziato a guardare all’estero…
“Si, abbiamo iniziato ad informarci sulle possibilità di avviare delle società all’estero. L’aspetto fiscale è solo il primo dei criteri. Per intenderci, dovunque le tasse sono più basse che in Italia. Bisogna capire anche dove è più facile e chiaro aprire una società. Esistono paradisi fiscali con tassazione estremamente ridotta, ma poi sei costretto ad affidarti ad intermediari vari, cosa che non è, come si può capire, l’ideale.”
Così la scelta è caduta sull’Estonia
“Sì, avevamo sentito parlare della possibilità della residenza digitale, e così ci siamo candidati, per poter aprire la nostra società come società estone. Una volta che hai la residenza digitale estone puoi aprire una società a responsabilità limitata in 15 minuti sul sito della Camera di Commercio Estone. Basta inserire i dati dei soci, il nome della società ed il suo oggetto sociale, ossia “cosa fa”. Il capitale iniziale dichiarato deve essere pari a 2500 €, ma in cassa basta avere effettivamente 250 €. Ovviamente avere la residenza digitale permette di aprire facilmente un conto corrente in Estonia.Quanto agli aspetti fiscali per le società, esiste una tassazione pari al 20% sugli utili, ma finchè non vengono distribuiti non vengono tassati. In altre parole c’è tassazione 0% sugli utili reinvestiti!”
Come si fa in pratica per ottenere la residenza digitale in Estonia?
“Basta cercare “residenza digitale estone” su Google… tra i risultati troverai il sito specifico E-estonia.com, contenente il link alla richiesta, cliccare su “Apply E-residency” e pagare 100 € (all’inizio erano 50 €, ma visto il successo dell’iniziativa hanno già aumentato la cifra). A quel punto riceverai una mail di conferma e sarà possibile seguire, grazie alle mail inviate in ciascuna fase, l’andamento della pratica. In una settimana risponde la Polizia di Frontiera, che controlla se sei una persona incensurata, e conferma che il controllo è andato a buon fine. In seguito ti risponderà l’Ambasciata Estone a Roma, che ti darà delle date disponibili per andare a completare il tutto. Ieri sono andato a Roma con uno dei miei soci all’ambasciata, abbiamo dato le impronte digitali, ed in seguito l’ambasciatrice ci ha dato il benvenuto (gli altri 2 soci si sono candidati dopo di me e riceveranno a breve anche loro la residenza digitale), e ci ha consegnato il kit che vedete nella foto di apertura.”
residenza digitaleQuindi adesso aprirete una società in Estonia?
“Adesso sono appena tornato a Cagliari… e sì, la prima che apriremo sarà Chainside ed opererà come società estone a tutti gli effetti, le sue spese ed incassi saranno basati su conti correnti estoni, e pagherà eventuali tasse allo stato estone.”
Di cosa si occupa Chainside?
“Non posso darti troppe info altrimenti “spoileriamo” verso i competitor… posso solo confermarti che stiamo sviluppando un prodotto molto vantaggioso ed innovativo nel settore bitcoin.”
Cos’altro ci puoi dire di questa idea della residenza digitale estone?
“Ci hanno detto che si sta rivelando un successo: l’idea è stata di uno dei fondatori di Skype, azienda oggi entrata nella galassia Microsoft, che si è “buttato in politica” ed oggi è a capo del progetto residenza digitale.
residenza digitale
Per lo stato estone è prima di tutte una fonte di entrate, anche solo per la tassa da 100 € da pagare per iscriversi, ed in seguito per il fatto che porta all’apertura di aziende in Estonia anche da parte di persone che non risiedono fisicamente lì. L’obiettivo è arrivare a 10 Milioni di residenti digitali entro il 2025 (considera che gli estoni sono 1,5 milioni in tutto) e non è escluso che i residenti digitali possano un giorno avere il diritto di voto, la cosa è allo studio…”

http://urbanpost.it/residenza-digitale-in-estonia-intervista-a-luigi-angotzi