Poco meno di mille dollari: con questa cifra un team di ricerca è riuscito a raccogliere, per anni, traffico satellitare geostazionario non cifrato . È una cifra bassa — e questo è il punto: la vulnerabilità non risiede in hardware esoterico ma in pratiche di configurazione e in assunzioni sbagliate sull’obscurity del mezzo. Come hanno fatto  Il principio è semplice: molte stazioni geostazionarie trasmettono segnali che coprono vaste porzioni di superficie; un’antenna direzionale, anche piccola, orientata correttamente riesce a ricevere quei segnali. I ricercatori hanno usato un setup economico, software-defined radio  e tool open-source  per decodificare e analizzare flussi IP e VoIP. L’operazione è passiva: non si inviano pacchetti né si interferisce — si ascolta. Perché questo è rilevante? Perché la trasmissione on-air non cifrata rimane leggibile a chiunque abbia l’antenna. Non c’è bisogno di attacchi sofisticati o di accessi privilegiati: basta la linea di vista e il know-how ...
PADOVA, 09 DIC – È nato Venex, il bitcoin veneto: una moneta virtuale per lo scambio commerciale tra piccole e medie imprese. Si chiama Venex perché è una contrazione di VENeto EXchange.
Vuole diventare una moneta complementare veneta, sul modello dell’ormai celebre bitcoin, ed è stata lanciata da un gruppetto di ex manager e dirigenti di banca. In pratica alle imprese venete che aderiranno al progetto sarà assegnata una somma virtuale di Venex.
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Queste aziende potranno commerciare tra le società aderenti senza scambio effettivo di denaro, semplicemente annotandosi i movimenti delle merci. A fine anno, poi, eventuali debiti o crediti residui saranno saldati e stavolta con denaro sonante. ”
“Si tratta di un’iniziativa per promuovere la moneta complementare nel Veneto – ha spiegato Giuliano Pegoraro, del Comitato promotore Venex – sarà una moneta che si affiancherà all’euro e che dovrebbe regolare lo scambio di prodotti e servizi tra le pmi venete”.
“È un progetto già in fase di sviluppo in altre regioni d’Italia – ha continuato Pegoraro – perché la cosa possa avere successo è necessario un numero di 200 aziende di vari settori, noi contiamo con il coinvolgimento di associazioni di categoria e istituzioni locali di partire con la sperimentazione nel secondo trimestre 2014″.
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