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Satelliti Che Perdono Segreti

Poco meno di mille dollari: con questa cifra un team di ricerca è riuscito a raccogliere, per anni, traffico satellitare geostazionario non cifrato . È una cifra bassa — e questo è il punto: la vulnerabilità non risiede in hardware esoterico ma in pratiche di configurazione e in assunzioni sbagliate sull’obscurity del mezzo. Come hanno fatto  Il principio è semplice: molte stazioni geostazionarie trasmettono segnali che coprono vaste porzioni di superficie; un’antenna direzionale, anche piccola, orientata correttamente riesce a ricevere quei segnali. I ricercatori hanno usato un setup economico, software-defined radio e tool open-source per decodificare e analizzare flussi IP e VoIP. L’operazione è passiva: non si inviano pacchetti né si interferisce — si ascolta. Perché questo è rilevante? Perché la trasmissione on-air non cifrata rimane leggibile a chiunque abbia l’antenna. Non c’è bisogno di attacchi sofisticati o di accessi privilegiati: basta la linea di vista e il know-how ...

Il Bitcoin a 600 dollari In Cina è più usato dell'euro

La divisa "internettiana" ha toccato i suoi livelli massimi. Le operazioni di cambio tra lo yuan cinese e il bitcoin rappresenta ormai il 21 per cento del totale nella Repubblica popolare cinese. A titolo di confronto, il volume di transazioni valutarie in euro rappresenta appena il sei per cento


BERLINO – Volo a sorpresa nel mondo dei tassi di cambio tra le valute mondiali. O meglio, irruzione di un nuovo protagonista sulla scena dei cambi. Parliamo dei bitcoin, la valuta virtuale che esiste solo su internet, senza banconote né monete reali. Il corso del bitcoin in questi giorni vola e si apprezza senza sosta. Ieri pomeriggio, leggiamo nelle pagine di notizie finanziari del quotidiano liberalconservatore Die Welt, il bitcoin ha raggiunto il valore di ben 600 dollari Usa. Nel mattino, era a 500 dollari. Dunque l’apprezzamento del bitcoin è stato del 20 per cento in poche ore. Nel mese scorso, la moneta virtuale valeva poco meno di 200 dollari.

Gli osservatori, nota Die Welt, vedono diversi fattori come causa del volo del bitcoin, ma il più importante è il ‘fattore Cina’. Le operazioni di cambio tra lo yuan cinese e il bitcoin rappresenta ormai il 21 per cento del totale nella Repubblica popolare cinese. A titolo di confronto, il volume di transazioni valutarie in euro rappresenta appena il sei per cento. I cinesi si fidano del bitcoin perché al contrario delle valute che esistono come denaro contanti, spiega il quotidiano tedesco, la divisa internettiana non rischia di essere stampata a volontà da governi proni a politiche inflazionistiche o di deficit spending. 


L’euforia per il bitcoin ha contagiato i cinesi, oltre 1,3 miliardi di persone, al punto che Baidu, il maggiore portale internet del paese, accetta il bitcoin per ogni transazione o vendita e acquisto
online che consente di effettuare sul sito. La stessa televisione pubblica cinese CCTV, ovviamente vicinissima al governo, ha appena mandato in onda un lungo reportage sulla moneta virtuale, esaltandone la crescente popolarità e i vantaggi. Casualmente, o forse non casualmente, il boom del bitcoin nella Repubblica popolare coincide di fatto con le importanti riforme e aperture –chiusura di diversi campi di concentramento, allentamento della severa politica demografica che accettava solo un figlio per famiglia – appena annunciate dalla nuova leadership cinese guidata dal presidente Xi Jinping.
http://www.repubblica.it/economia/2013/11/19/news/il_bitcoin_a_600_dollari_in_cina_pi_usato_dell_euro-71356645/?ref=HRLV-3