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Il collasso dell’AMOC diventa un rischio reale

  Il collasso dell’AMOC diventa un rischio reale Quando un governo considera una corrente oceanica un problema di sicurezza nazionale, significa che qualcosa è cambiato davvero. L’Islanda ha ufficialmente classificato il possibile collasso dell’AMOC — la grande circolazione che porta calore dall’Atlantico ai mari del Nord — come minaccia esistenziale. Una decisione rara. E un segnale forte per l’Europa. Perché l’AMOC è così importante L’AMOC funziona come un gigantesco nastro trasportatore: acqua calda dai tropici sale verso nord, si raffredda, affonda e torna indietro in profondità. È questo flusso a rendere gli inverni europei sorprendentemente miti per la latitudine. Il problema è la velocità del cambiamento. L’acqua dolce proveniente dallo scioglimento della Groenlandia sta “diluendo” l’Atlantico del Nord, disturbando il meccanismo che permette all’acqua salata di affondare. Se l’affondamento rallenta, l’intero circuito si indebolisce. Se si ferma, collassa. Gli scienzia...

FAST MILANO I FINALISTI: Sulle orme di Keplero


Sulle orme di Keplero
Andrea Emilio Amedeo Bracesco (1992), Jacopo Prinetto (1991), Federica Villa (1992)
Liceo scientifico statale “P. Frisi”, Monza (Monza e Brianza)
L’
obiettivo dei tre astrofisici è determinare la massa di Giove. Perciò acquisiscono immagini del sistema Giove - satelliti galileiani, della Luna e delle Pleiadi utilizzando CCD collegate a telescopi professionali (in presenza o in remoto) o amatoriali. Le informazioni di Luna e/o Pleiadi servono per individuare fattori di conversione che, applicati alle misure in pixel ricavate dalle immagini, permettono di ottenere, in chilometri, le distanze proiettate fra Giove e i satelliti. Infine, attraverso opportuni software, Andrea, Jacopo e Federica ottengono i parametri orbitali dei satelliti e, applicando la legge di Newton e la terza legge di Keplero, determinano la massa di Giove che è risultata (1,78*1027 +/-0.48*1027)kg, con un errore del 6% rispetto al valore attualmente noto.
Un progetto da premiare, pensato dai tre ragazzi del Frisi di Monza, poiché sono riusciti a sviluppare un metodo relativamente semplice per calcolare la massa di Giove, grazie alle immagini dei suoi satelliti. Questo percorso può essere facilmente riprodotto a livello amatoriale o didattico, con l’ ausilio di semplici telescopi o addirittura con macchine fotografiche dotate di ottiche sufficientemente potenti (150-200 mm).
Un’opportunità per dare maggiore spazio all’ astronomia nella scuola attraverso un approccio più sperimentale, che può coinvolgere attivamente gli studenti in un ambito spesso troppo sottovalutato