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martedì 29 marzo 2011

energia - Potenzialità mini-idroelettrico in italia - mini, idroelettrico, italia, MAREBBE, VILLandro

L’idroelettrico rappresenta dalla fine  del 1800 una voce fondamentale  nella produzione energetica elettrica 
italiana. basti ricordare che fino agli  anni ’60 circa l’80% dei fabbisogni  elettrici italiani era soddisfatto attraverso questi impianti – basta vedere il  grafico - diffusi dalle Alpi all’Appennino fino alla Sicilia. Ancora oggi grazie all’idroelettrico  una parte fondamentale, pari al 18%  della produzione elettrica nazionale

è rinnovabile. Nella elaborazione  delle tabelle in questo capitolo sono  stati presi in considerazione solo gli 
impianti con potenza fino a 3 MW,  ossia quelli che vengono definiti  impianti mini-idroelettrici (micro idro 
sono quelli sotto i 100 kW). Il motivo  sta nel fatto che in questo ambito vi  sono le vere opportunità di aumento della potenza installata e diffusione di   nuovi interventi anche grazie a nuove  tecnologie competitive. Per quanto  riguarda invece le oltre 300 grandi  centrali esistenti nel nostro Paese sarà  fondamentale nei prossimi anni realizzare interventi di revamping e adeguamento tecnologico, di manutenzione e pulizia delle dighe, di inserimento di  sistemi di pompaggio per garantire e  aumentare la produzione anche in una  prospettiva di difficoltà per la risorsa  acqua come quella che progressivamente si sta verificando a seguito dei  cambiamenti climatici e per i diversi  usi idrici nei territori. 
Sono 946 i Comuni che presentano sul proprio territorio almeno un impianto idroelettrico con potenza fino a 3 MW, per una potenza complessiva  di 988 MW. Complessivamente  gli impianti mini idroelettrici sono in grado di soddisfare il fabbisogno energetico elettrico di circa 1,5 milioni  di famiglie, evitando l’immissione in  atmosfera di 2,3 milioni di tonnellate  l’anno di anidride carbonica. Anche  per questa tecnologia è significativa  la crescita avvenuta in questi anni,  sia in termini di potenza installata che  di numero di Comuni. Dal 2006 si è passati dai 17,5 MW ai 988 censiti  nel 2010. Come si può vedere dalla  cartina i Comuni in cui sono installati  impianti mini-idroelettrici sono localizzati soprattutto lungo l’arco alpino e l’Appennino centrale, ma sono presenti impianti anche in Puglia, Sicilia e Sardegna. I risultati del Rapporto sono ottenuti incrociando i dati dei que stionari inviati ai Comuni, con quelli dal GSE e delle informazioni ottenute dalle aziende del settore.
Il Comune con il più alto numero di  MW installati è Marebbe (bZ) con  13 piccoli impianti per complessivi 
22 MW. Al secondo posto troviamo  il Comune di Villandro (bZ) con 6  impianti per complessivi 18 MW di 
mini idroelettrico, seguito dal Comune  di Olevano sul tusciano, in provincia di Salerno, con 9,54 MW di 
installazioni. Sono 481 i Comuni che  grazie a questi impianti producono più  energia elettrica di quella necessaria a  soddisfare il fabbisogno delle famiglie  residenti. Molti sono i Comuni che 
si avvicinano a questa soglia: 155 i  Comuni che grazie al mini idroelettrico  soddisfano dal 99 al 50% dei fabbisogni energetici elettrici delle famiglie  residenti, 76 quelli con una percentuale tra il 49 e il 30% e 127 i Comuni  che teoricamente soddisfano dal 29  al 10% del fabbisogno elettrico. La  valorizzazione delle risorse idriche  da un punto di vista energetico è un  tema molto delicato per l’impatto che  può avere sui bacini idrici. Per questo  occorrono regole capaci di tutelare le  aree più delicate e di valutare la fattibilità e gli effetti di impianti che hanno  significative potenzialità di sviluppo  in molte parti del territorio italiano, perché è oggi possibile utilizzare piccoli  salti d’acqua, acquedotti, condotte  laterali, con un limitato impatto ambientale.