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lunedì 21 marzo 2011

Funivia a VERONA , la scommessa è inserirla in questa mobilità

 

Verona. Una funivia urbana dall'aeroporto alla Fiera e allo stadio Bentegodi? «Una proposta interessante, purché sia poco ingombrante e riduca il traffico su gomma», commenta Arnaldo Toffali, presidente dell'Ordine degli architetti e paesaggisti di Verona e provincia. «No, provocherebbe un eccessivo impatto paesaggistico, con le strutture di sostegno», dice Giorgio Massignan, presidente di Italia Nostra di Verona. Si moltiplicano, e con rilievi anche problematici, i commenti sull'idea di una funivia a cui sta pensando il Comune.
Il presidente degli architetti Toffali si colloca però nel dibattito sull'area metropolitana veronese «in cui assume un particolare valore strategico il tema della mobilità», dice, da considerare anche con i Comuni contermini. E parte dalla proposta di spostare fuori dal centro uffici pubblici e di «costruire parcheggi multipiano fuori dal centro, serviti da mezzi pubblici non inquinanti».

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Venendo alla funivia per Toffali suscita interesse «il fatto che l'Amministrazione stia pensando seriamente a un trasporto pubblico alternativo non inquinante. Saranno le elaborazioni progettuali su basi tecnico-scientifiche a dire se il sistema proposto sia il più idoneo in termini di capacità di trasporto e soprattutto in termini di costi-benefici». La cosa importante per lui è però che dovrà essere «alternativo ai sistemi tradizionali di trasporto pubblico collettivo» e avere «caratteristiche di agilità, minimo ingombro e facile inserimento nel contesto cittadino a forte connotazione storica» ed essere «capace di ridurre il traffico su gomma pubblico e privato e le emissioni inquinanti acustiche e atmosferiche, di limitare i consumi energetici e di evitare danni ai beni storico- artistici».
Invece per Massignagn, pure architetto, l'ipotesi «denuncia la totale carenza di programmazione relativamente alla mobilità cittadina. Che senso ha realizzare il traforo della collina, che collega il casello di Verona est con quello di Verona nord, e il bus ibrido su gomma (che in centro storico funziona a gasolio), se per collegare la città con tre tra i principali poli d'attrazione del traffico, la nostra pubblica amministrazione pensa di ricorrere a una sorta di funivia?. Forse i nostri amministratori hanno capito che traforo e bus ibrido non rispondono alle necessità del traffico urbano del nostro territorio, come del resto denunciato da tempo dagli stessi uffici tecnici del Comune».
Massignan auspica «che si riprendano in mano gli studi e le analisi del compianto professor Zambrini e degli architetti Wincler e Vittorini, dove si proponeva, nell'ambito di una pianificazione organica del territorio, di realizzare un efficace sistema di trasporto pubblico elettrico su rotaia, che avrebbe evitato le spese e le conseguenze ambientali del traforo, del bus ibrido e dell'eventuale funivia».

Enrico Giardini

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