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sabato 13 novembre 2010

smart-city: le città del futuro. GENOVA si candida .

Le città del futuro? Si chiamano "smart-city". Città in cui si ottimizzeranno le risorse e in cui le reti della mobilità, quelle wirless o del teleriscaldamento saranno integrate nel modo più efficiente possibile. Città iper-infrastrutturate che ridurranno al minimo i consumi sfruttando le più innotative tecnologie energetiche.


Genova e Malaga sono due delle città che si sono candidate all'iniziativa promossa nell'ambito del Piano strategico europeo per le tecnologie energetiche dall'Unione europea che prevede la creazione di 30 Smart Cities da selezionare entro il 2020. Obiettivo? Diventare città campioni di efficienza energetica, riducendo al minimo l'impatto delle emissioni e integrando reti elettriche, sistemi edilizi e modelli di trasporto intelligenti.

Genova punta ai finanziamenti europei contando già sul sostegno di 50 aziende, centri di ricerca e banche. Tra gli ambiti di azione su cui fa leva l'iniziativa ci sono anche il recupero in chiave energetica degli edifici, a partire da quelli del centro storico, fino alla riprogettazione della mobilità urbana. La seconda città ospite del convegno è Malaga che è già riuscita ad abbattere le emissioni di Co2 di 6mila tonnellate all'anno. Il progetto della città spagnola, coordinato dall'azienda Endesa, punta infatti a integrare in modo ottimale le energie rinnovabili attraverso l'installazione di pannelli fotovoltaici negli edifici pubblici, l'uso di microgenerazione elettrica negli alberghi e l'installazione di sistemi minieolici. È previsto anche l'uso di stoccaggio di energia in batterie, per la climatizzazione degli edifici, l'illuminazione stradale e la mobilità urbana; per migliorare ulteriormente il sistema si potenzierà l'uso di auto elettriche con l'installazione di colonnine per la ricarica e l'introduzione di una flotta sperimentale di veicoli.



Anche l'architetto Mario Cucinella manifesta qualche scetticismo nei confronti di un'operazione attenta prima di tutto all'aspetto tecnologico. «Dieci anni fa – ha raccontato l'architetto bolognese – si parlava di edifici ingelliegenti ma con il passare del tempo si è capito che se le persone non sapevano poi come mantenerli o farli funzionare, non aveva senso un prodotto altamente innovativo. Non si può rimandare quindi all'intelligenza domotica l'intelligenza di un edificio. Lo stesso non si potrà fare con le città». Cucinella da sempre lavora con un occhio attento ai temi della sostenibilità ambientale, «il tema dell'energia è prioritario – ha ribadito – ma la tecnologia non risolve tutti i problemi. Bisogna lavorare sulla partecipazione, sugli aspetti emotivi e sensoriali, sulla qualità degli spazi urbani, sull'architettura». Cucinella ha aperto anche un confronto sulla formazione «servono nuove figure professionali, o comunque professionisti che sappiano integrare le diverse discipline, dalla fase di progettazione a quella di pura esecuzione del prodotto finale».


http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2010-10-21/citta-futuro-chiamano-smartycity-171639.shtml?uuid=AYrV9XcC