Poco meno di mille dollari: con questa cifra un team di ricerca è riuscito a raccogliere, per anni, traffico satellitare geostazionario non cifrato . È una cifra bassa — e questo è il punto: la vulnerabilità non risiede in hardware esoterico ma in pratiche di configurazione e in assunzioni sbagliate sull’obscurity del mezzo. Come hanno fatto Il principio è semplice: molte stazioni geostazionarie trasmettono segnali che coprono vaste porzioni di superficie; un’antenna direzionale, anche piccola, orientata correttamente riesce a ricevere quei segnali. I ricercatori hanno usato un setup economico, software-defined radio e tool open-source per decodificare e analizzare flussi IP e VoIP. L’operazione è passiva: non si inviano pacchetti né si interferisce — si ascolta. Perché questo è rilevante? Perché la trasmissione on-air non cifrata rimane leggibile a chiunque abbia l’antenna. Non c’è bisogno di attacchi sofisticati o di accessi privilegiati: basta la linea di vista e il know-how ...
E' noto che , specialmene durante il periodo estivo le strade sono molto calde. Provate epr esempio a camminare a piedi nudi sull'asfalta, diciamo verso le ore 12. Forse vi scotterete. E' cosi che il il Prof. K. Wayne Lee, ha pensato a idee e soluzioni per immagazzinare il calore prodotto dalle strade. Pensando a 4 sistemi , dal piu' semplice al piu' complesso.
1- Avvolgere delle celle fotovoltaiche sulle barriere fonoassorbenti e spartitraffico. Il calore e la luce riflessa dalla strada faranno il resto. L'elettricità prodotta potrebbe permettere di " accendere " i dispositivi di segnalazione luminosa stradale, magari quest'ultimi equipaggiati con LED..
2-Ricavare acqua calda . Equipaggiare l'asfalto di tubi all'interno dei quali far scorrere l'acqua, che con il calore della strada, diverrebbe velocemente calda. L'acqua potrebbe essere utilizzata per riscaldarsi o per essere mandata centrali termiche. URI grad studente di Andrew Correia ha creato un prototipo di tale sistema.
3- Creare una differenza di potenziale e quindi sviluppare corrente elettrica tra due semiconduttori, uno posto al sole, l'altro posto in ombra. Entrambe dislocati sotto il manto stradale. L'energia prodotta, molto poca probabilmente, potrebbe pero' essere sufficiente a sbrinare le strade ghiacciate durante il periodo invernale.
4 -Realizzare asfalti a semiconduttori e dispositivi led, in moda da realizzare strade " mutevoli ", dove le segnalazioni cioè vengono prodotte in base al traffico , al cambiamento del tempo.
by andrea belvedere - rinnovabile
Rif. link http://www.uri.edu/index.html
1- Avvolgere delle celle fotovoltaiche sulle barriere fonoassorbenti e spartitraffico. Il calore e la luce riflessa dalla strada faranno il resto. L'elettricità prodotta potrebbe permettere di " accendere " i dispositivi di segnalazione luminosa stradale, magari quest'ultimi equipaggiati con LED..
2-Ricavare acqua calda . Equipaggiare l'asfalto di tubi all'interno dei quali far scorrere l'acqua, che con il calore della strada, diverrebbe velocemente calda. L'acqua potrebbe essere utilizzata per riscaldarsi o per essere mandata centrali termiche. URI grad studente di Andrew Correia ha creato un prototipo di tale sistema.
3- Creare una differenza di potenziale e quindi sviluppare corrente elettrica tra due semiconduttori, uno posto al sole, l'altro posto in ombra. Entrambe dislocati sotto il manto stradale. L'energia prodotta, molto poca probabilmente, potrebbe pero' essere sufficiente a sbrinare le strade ghiacciate durante il periodo invernale.
4 -Realizzare asfalti a semiconduttori e dispositivi led, in moda da realizzare strade " mutevoli ", dove le segnalazioni cioè vengono prodotte in base al traffico , al cambiamento del tempo.
by andrea belvedere - rinnovabile
Rif. link http://www.uri.edu/index.html
