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sabato 24 dicembre 2011

Che tempo fa? Ne parliamo, ancora, con Luca Mercalli


"Quando una persona capisce i motivi per cui adottare questi comportamenti e si apre a una certa visione del mondo, nessuna delle iniziative personali a difesa dell’ambiente costa fatica". Pubblichiamo la seconda parte dell'intervista a Luca Mercalli, climatologo e saggista italiano, noto al grande pubblico per la partecipazione al programma televisivo'Che tempo che fa' e autore del libro 'Prepariamoci'.


Clima, ecologia, economia, sostenibilità, cambiamento di visioni e stili di vita. Continua l'intervista a Luca Mercalli, climatologo e saggista italiano.
Il 'cambiamento' si promuove dal basso o dall’alto? Altrimenti detto, per le urgenze che ha il pianeta è più efficace smuovere le coscienze delle persone o fare pressione sui decisori pubblici?
Non si può ignorare nessuna delle due modalità, bisogna lavorare su entrambe. È difficile ottenere risultati concreti contando soltanto sulla presa di coscienza dei singoli, e lo stesso si può dire quando si cerca di fare breccia in certi politici, come abbiamo visto di recente anche alla Conferenza sul clima di Durban. Visti i tempi che corrono, dobbiamo perseguire entrambe le strade.
L’efficienza e l’esistenza stessa delle sovranità nazionali s’indebolisce sempre di più. Quali organismi di governo sovranazionali immagina per gestire il rischio ambientale e le problematiche globali a esso connesse?
Non sono un esperto dei temi della governance, ma la mia sensazione è che queste strutture in buona parte esistano già, basterebbe farle funzionare meglio. A un livello sovranazionale c’è un’agenzia delle Nazioni Unite che conosco bene, l’Unfccc, ovvero la Convenzione quadro dell’Onu sui cambiamenti climatici, che imposta la discussione sul clima a livello generale. Poi abbiamo l’Ipcc, che segue gli aspetti scientifici, il Protocollo di Kyoto, un importante strumento di lavoro, anche se sta andando a scadenza, e l’insieme delle Conferenze sul clima, di cui quella di Durban è stata la diciassettesima.
Come si vede le strutture esistono già, basterebbe ascoltarle. Dopodiché è chiaro che gli egoismi nazionali spesso prevalgono. Forse accadrà qualcosa che assomiglia all’odierno governo Monti in Italia: un supergoverno di tecnici che commissarierà le diverse politiche nazionali, che faticano troppo a rispondere all’emergenza climatica. Magari un giorno dovremo arrivare a questo, anche se personalmente, a proposito di egoismi nazionali, temo piuttosto il rischio dei conflitti.
terra mani
"Ciascuno dovrebbe occuparsi delle sorti del pianeta in ogni suo gesto quotidiano"
Qual è il livello d’impegno individuale che ciascuno dovrebbe pretendere da se stesso nella direzione di una maggiore sostenibilità?
Ciascuno dovrebbe occuparsi delle sorti del pianeta in ogni suo gesto quotidiano. E per arrivarci dovrebbe essere sufficiente il comprendere davvero ciò che ci siamo detti fin qui: viviamo su un pianeta solo, l’ambiente non è qualcosa di isolato ed estraneo, ma è il luogo nel quale ci muoviamo tutti i giorni e serve alla nostra vita concreta, così come le risorse.
Naturalmente non possiamo aspettarci che, su sette miliardi di persone, tutti divengano informati e sensibili rispetto a questi temi, ci saranno sempre gli ignoranti e gli avidi, che avranno un atteggiamento predatorio nei confronti delle risorse del pianeta. Ma è proprio a quel punto che dovrà intervenire la politica. È il modello dei paesi del Nord Europa, dove la sensibilità diffusa e la politica producono effetti virtuosi.
Qual è il livello di impegno che lei chiede a se stesso nella sua quotidianità? Quanto è fatica e quanto è piacere?
Quando una persona capisce i motivi per cui adottare questi comportamenti e si apre a una certa visione del mondo, nessuna delle iniziative personali a difesa dell’ambiente, e dunque della propria qualità di vita presente e futura, costa fatica. Al contrario procurano vantaggi pratici e la soddisfazione di conformarsi a un'etica cosmica.
Innanzitutto a casa mia, dove vivo con la mia compagna in Val di Susa, abbiamo tecniche di gestione delle energie estremamente efficienti. La casa è isolata termicamente, come dovrebbe fare chiunque voglia i venti gradi d’inverno senza buttare via calore attraverso tetti, muri e finestre. Certo, investo dei soldi e del lavoro all’inizio, ma mi ritrovo con un’abitazione che mangerà meno soldi in futuro e più confortevole.
Dopodiché, una volta che ho 'tappato i buchi', ho cambiato la fonte energetica, passando da fossile a rinnovabile: ho installato pannelli solari, sia fotovoltaici sia per l’acqua calda, con i quali estraggo tutta l’energia di cui ho bisogno nel corso dell’anno. Naturalmente sono sempre allacciato alla rete, perché nei giorni di pioggia o nebbia ho ancora bisogno di ricevere energia dall’esterno, però nel corso dell’anno il saldo è positivo. E, denaro a parte, mi mette anche al riparo dalle scarsità energetiche del domani, rendendomi più autosufficiente.
Lo dico per chiarezza, perché oggi si può risolvere l’ottanta per cento della questione energetica riguardante una casa, non il cento per cento: in parte dobbiamo ancora contare sui metodi tradizionali. Ma con investimenti e ricerca negli anni tenderemo ad affrancarcene completamente.
luca mercalli
Luca Mercalli è noto al grande pubblico per la partecipazione al programma televisivo Che tempo che fa
Poi ho un orto, non immenso ma produttivo, che mi porta a una dieta prevalentemente vegetariana, anche se vegetariano non sono. Però consumo carne in misura ridotta e ragionevole, mentre mangio verdure prodotte da me. Ho realizzato una cisterna per l'accumulo dell'acqua piovana destinata all'irrigazione. Ovviamente i rifiuti organici di cucina servono per produrre concime e non gravano sulla raccolta rifiuti. Ciò che resta, lo sottopongo ad attenta differenziazione.
Dopodiché ho anche cercato di cambiare il mio rapporto con gli oggetti e con il consumismo, ed è stata una bella sfida psicologica.
È stato un ritorno all’essenzialità, che non vuol dire per nulla miseria, ma rifiuto della pubblicità e di un modello sociale nel quale mi riconosco sempre meno, quello del "grande e potente", a cui preferisco "piccolo ed efficiente". È sufficiente avere un set di oggetti necessari, dopodiché si può lasciare perdere il superfluo. E spesso il godimento degli oggetti superflui può essere ben soppiantato da piaceri immateriali: la cultura, la lettura, la musica, il convivio… Ne guadagno io come persona, ma anche l’ambiente e persino il portafogli, perché mantenere il superfluo costa tempo e denaro.
Lei spiega di ricevere ogni giorno, in media, cinque inviti ai più svariati convegni e incontri. Da chi provengono questi inviti? Nota una diffusione dell’interesse nei confronti dei temi della sostenibilità?
Sì, c’è stato un aumento dell’interesse, l’ho notato in particolare nell’ultimo anno. Il presupposto è che ho ottenuto una qualche notorietà con la televisione nei nove anni che presenzio a Che tempo che fa. Ma se gli inviti che mi arrivavano erano due o tre alla settimana qualche anno fa, oggi sono cinque al giorno. Sono più di 1.500 in un anno, naturalmente io non posso andare ovunque, ne accetterò uno o due alla settimana. Ma la gente sembra interessata a saperne di più.
Possiamo dividere i soggetti che m’invitano in tre categorie: associazioni e comitati con una qualche motivazione ambientale, spesso legata alla cementificazione; poi comuni e assessorati di vario genere, solitamente di piccole dimensioni e dotati di una certa sensibilità per le tematiche della sostenibilità; infine ci sono gli inviti con finalità didattiche, spesso da parte di scuole. Talvolta mi succede anche di essere invitato in ambiti nei quali fino qualche anno fa sarebbe stato impensabile, come è stato il caso recente di un incontro a Milano con un gruppo di dirigenti d’azienda lombardi.
orso ghiaccio
"Non dobbiamo presentarci solo come annunciatori di disgrazie, ma dobbiamo anche spiegare che cosa si può fare per risolvere i problemi"
Lei si divide fra articoli, libri, incontri pubblici e i cinque minuti settimanali di grande ascolto televisivo da Fabio Fazio. In un mondo di scettici e disattenti, per ignoranza o professione, quali sono secondo lei le chiavi comunicative per ottenere ascolto?
Innanzitutto bisogna cercare di avere un’autorevolezza scientifica. Negli ultimi anni è circolato un ambientalismo un po naif, la cui buona volontà non è stata sufficiente per rendere un valido servizio alla causa. Invece occorre che ciascuno si spenda nel proprio settore, dimostrando competenza. In secondo luogo direi che c’è domanda di soluzioni. Non dobbiamo presentarci solo come annunciatori di disgrazie, ma dobbiamo anche spiegare che cosa si può fare per risolvere i problemi. Questa è un’esigenza che avverto spesso in chi mi ascolta. E ancora di più credo sia utile parlare anche attraverso la propria esperienza personale, potere raccontare ciò che si è sperimentato sulla propria pelle, perché questo conferisce credibilità. E porta anche a spiegare le cose con chiarezza maggiore, perché solo chi 'fa' sa poi spiegare bene.
La scienza oggi è piuttosto trascurata dal sistema mediatico e nell’interesse comune. Perché succede, secondo lei? Come può recuperare una centralità culturale?
In realtà vedo una situazione molto variegata: ci sono contesti nei quali la scienza e la tecnologia vengono venerate come delle divinità che possono risolvere tutto; invece ci sono casi nei quali vengono ignorate. Direi che in fondo prevale l’opportunismo. Se ti viene promesso un miracolo tecnologico in qualsiasi settore siamo tutti pronti a crederci, ma se la stessa scienza si azzarda a mettere un paletto rispetto a una scelta politica, allora non va più bene. Eppure la scienza è per sua natura basata su un metodo rigoroso e verificabile.
Nel frattempo abbiamo smarrito anche il senso di rispetto e ammirazione che la natura da sempre ha suscitato. Come si reinsegna a un cittadino a guardare un tramonto?
Credo che sia fondamentale passare anche da questa dimensione per raggiungere la consapevolezza di cui parlavamo: oltre ai dati e alla razionalità, c’è un aspetto di sintonia immediata con la natura che facilita la diffusione di una sensibilità nuova. Sarebbe una riscoperta importante, che andrebbe oltre ogni mediazione della razionalità: è come quando t’innamori di una donna, non servono dati e misure, ti capita e basta, e poi te ne prendi cura.
tramonto
"Proprio i nuovi mezzi di comunicazione potrebbero essere reimpiegati nel tentativo di riavvicinare le persone alla natura"
Ancora cinquant’anni fa era viva questa meraviglia per il mondo reale: è una perdita recente. Un ruolo in questo recupero potrebbero averlo la scuola e l’educazione, che dovrebbero metterci più spesso a contatto con la natura. Un’importanza l’hanno anche le nuove tecnologie, i tanti schermi portatili di cui siamo circondati, che spesso finiscono proprio con l’alienare i giovani segregandoli in mondi artificiali e rendendo ancora maggiore il distacco dal mondo reale. Invece, proprio i nuovi mezzi di comunicazione potrebbero essere reimpiegati nel tentativo di riavvicinare le persone alla natura.
Io posso guardare un tramonto di persona, ma tutto sommato internet mi consente anche di vedere lo stesso tramonto in altri dieci posti nel mondo. Ci sono poi tante discipline sociali che ci possono riavvicinare alla natura: filosofia, poesia, letteratura, psicologia sociale. La riscoperta della natura può passare da un concorso di elementi.
Ormai le trasformazioni sociali, come quelle ambientali, avvengono con una rapidità inedita. Trova più ragioni per essere pessimista od ottimista per il futuro?
Proprio perché i fenomeni cambiano così velocemente non ho una posizione precisa, ma giudico di giorno in giorno quello che vedo. La prospettiva di oggi mi renderebbe pessimista. L’ottimismo lo recupero proprio se penso che le trasformazioni sociali possono essere rapidissime: se riusciamo a fare passare questi messaggi, oggi siamo anche dotati di tutti gli strumenti per ottenere buoni risultati in poco tempo.
Che cos’è per lei il 'cambiamento', a livello personale e sociale?
Il cambiamento l’abbiamo sempre praticato nella nostra storia di specie umana. E’ l’adattamento a condizioni ambientali che variano. O riusciamo ad adattarci, o soccombiamo: il cambiamento è una necessità allorché le condizioni del contesto mutano.
Quale cambiamento augura a se stesso e al mondo? E quale invece teme?
Mi auguro un cambiamento basato sulla razionalità, ma anche sulla bellezza. Dovremmo cambiare tenendo assieme sia la parte razionale che quella spirituale.
Ciò che invece temo è che si verifichi un cambiamento nel senso del conflitto. Il cambiamento è una certezza, noi non possiamo opporci quando questo arriva da pressioni così forti che provengono dal mondo reale. Il cambiamento, dunque, ci verrà imposto. Se lo gestiamo noi, potrà essere dolce e ne decideremo noi le dinamiche, ricorrendo alla mente e al cuore. Se invece continueremo a opporci, temo che assumerà la forma della guerra e della barbarie.

giovedì 22 dicembre 2011

Trasporti pubblici gratis: le esperienze di Belgio e Francia


Oggi è il venerdì nero per i pendolari e per il settore trasporti, causa sciopero nazionale. I trasporti pubblici e la mobilità sono strategici per il controllo dell’inquinamento ambientale ma sono sempre poco usati o proposti male dalle diverse amministrazioni. In più sono anche cari. Ma da ogni parte si sostiene che il vero incentivo al trasporto pubblico è renderlo gratuito: come fare a sostenerne i costi senza gravare con nuove tasse sui cittadini?
In Europa si iniziano a sperimentare delle piccole soluzioni, timidi passi che per ora però promettono e molto. Dal 1997 la città di Hasselt in Belgio ha messo a disposizione dei cittadini i trasporti gratuiti. Inutile dire che il servizio è un successo consolidato, cresciuto oltre ogni aspettativa più rosea e usato dalla totalità dei residenti e turisti.
In Francia ci sono appena 20 città che stanno provando a rendere gratis autobus, tram e metrò tra cui Aubagne (dopo il salto il divertente video di presentazione del progetto), Châteauroux e Castres/Mazamet (che include 16 comuni), mentre le altre hanno deciso per la sperimentazione di alcune linee gratis.
Come si sostiene il trasporto pubblico gratis senza che questo pesi su nuove tasse ai cittadini?Vi porto in esempio la soluzione individuata a Châteauroux comune con circa 24mila abitanti e amministrato dal 2008 dal socialista Gilbert Mitterand (figlio dell’ex-presidente). Il servizio di trasporto costa tra i 170mila e i 200mila euro all’anno e questi sono prelevati dalla tassa sul trasporto pagata dalle imprese con più di nove dipendenti fino ad allora dedicata alla ristrutturazione delle strade. Essendoci meno auto per le strade è chiaro che la manutenzione viene dimezzata. Il servizio anche qui ha riscosso un successo incredibile. Il punto è che la ricetta sembra non essere adatta e plasmabile per le metropoli. Ma se già solo si applicasse alle centinaia di comuni delle provincie italiane certamente ci sarebbe un bel risparmio di auto sul territorio.

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domenica 18 dicembre 2011

Boschi certificati PEFC: i numeri in Italia di ERIKA FACCIOLLA


Le vittime delle alluvioni che hanno duramente colpito laToscana, la Liguria e ultimamente la Sicilia, infatti, sono la triste conseguenza di una cattiva gestione forestaleperpetrata per anni sul territorio e aggravata dalla tropicalizzazione del clima anche nel bacino del Mediterraneo.
Gli alberi, infatti, non rappresentano una riserva inesauribile di ossigeno, ma hanno l’importante compito di contenere leprecipitazionifortificaregli argini dei fiumi e dare ospitalitànutrimento agli animali. Malgrado lo sviluppo urbano sia inarrestabile, negli ultimi 50 anni la superficie boschiva nel nostro paese è più che raddoppiata (complice l’abbandono di molte aree rurali) e tra le specie più diffuse spiccano il faggio(tipico dei versanti appenninici) e il pino rosso, simbolo per eccellenza dei boschi alpini.
Per accelerare il progetto di tutela e gestione virtuosa delle aree boschive italiane, nell’ultimo anno è aumentato notevolmente il numero dei boschi a marchio PEFC (Programme for Endorsement of Forest Certification schemes), il sistema di certificazione assegnato alle foreste gestite in modo sano e sostenibile.
Boschi certificati PEFC
Boschi certificati PEFC
Il marchio PEFC assicura, cioè, che la foresta non sparirà mai e che per ogni albero tagliato ne verrà piantato un altro per garantire la continuità del ciclo vitale dell’ecosistema. Il legno proveniente da un bosco PEFC, inoltre, è lavorato nel pieno rispetto dei diritti socialie lavorativi dell’uomo e delle norme di sicurezza a tutela del lavoratore.
Attualmente in Italia sono certificati 773.667 ettari di foresta, che corrispondo all’ 8,5% della superficie totale a bosco; 744.538 con lo schema PEFCe 59.456 con quello FSC (Forest Stewardship Council, ente che garantisce la provenienza ecosostenibile del legno), oltre a 28.925 ettari con doppia certificazione PEFC-FSC.
Il legno proveniente da foreste certificate PEFC E FSC è per lo più utilizzato nel settore immobiliare/abitativo, ma grazie all’attività delle 1300 aziende specializzate nella trasformazione di questo materiale, la tendenza è destinata senz’altro a crescere e differenziarsi ulteriormente. Una bella boccata d’aria per l’ambiente e un buon affare anche per le nostre finanze…

COSTRUIRE UN’ECONOMIA SALVA VITE, SALVA NAZIONE, SALVA DEMOCRAZIA.


COSTRUIRE UN’ECONOMIA SALVA VITE, SALVA NAZIONE, SALVA DEMOCRAZIA.
Gli economisti della Modern Money Theory in Italia per formare il primo gruppo di attivisti della MMT contro lo scempio del Colpo di Stato Finanziario.
Sono Paolo Barnard. Ho deciso che è assolutamente vitale chiamare in Italia il gruppo fondatore della Modern Money Theory (MMT) per un summit di due giorni dedicato a chiunque sia intenzionato a divulgare la MMT come politica economica nazionale salva vite, salva nazione e salva democrazia.
Il perché: La MMT è oggi probabilmente l’unico strumento esistente di scienza economica e sociale che è in grado di sventare il colpo di Stato finanziario Neoclassico, Neomercantile e Neoliberista che, particolarmente nell’Europa dell’Eurozona, ha posto fine di fatto alla democrazia. E’ in gioco il destino reale di milioni di famiglie, di centinaia di migliaia di aziende, e dell’Italia stessa nella sua esistenza democratica. L’urgenza è massima, l’Eurozona è al collasso, pochi immaginano oggi le tragiche conseguenze decennali di questo disastro criminoso.
A chi è dedicata l’iniziativa: La MMT sta fiorendo su blog, siti, pubblicazioni come mai prima, in parte per opera del mio lavoro e in parte col contributo di altri attivisti. La MMT è osteggiata come nemico letale dalle elite politico-economiche dominanti, per i motivi da me spiegati ne Il Più Grande Crimine. Esse tenteranno ogni strada per soffocare la MMT in Italia e nel mondo. Se gli attivisti e i bloggers diffonderanno la MMT in modo approssimativo e non fedele alla sua scientificità, le elite avranno un’arma micidiale per screditarci, e sarà la fine. Motivo per cui io, e il gruppo di economisti americani leader della MMT, abbiamo deciso di indire un summit nazionale di due giornate dove tutti gli attivisti, bloggers, e cittadini intenzionati a promuovere la MMT potranno recarsi per ottenere dalla fonte più autorevole al mondo una infarinatura essenziale e completa su: MMT – Perché e come siamo caduti vittime del Colpo di Stato Finanziario – Crisi dell’Euro e soluzioni per l’Italia – Crisi Finanziaria, chi sono i criminali e come prevenirle – Costruire uno Stato sovrano che tuteli i cittadini con piena occupazione e pieno Stato Sociale, piena ricchezza produttiva e accesso alla democrazia vera. Essere competenti è vitale. Un volantino ufficiale sarà postato su questa pagina appena possibile.
I docenti: Saranno i Professori L. Randall Wray, Stephanie Kelton, Warren Mosler, Marshall Auerback e (da confermare) William Black, i cui CV accademici sono pubblicati in calce. Paolo Barnardcurerà la lezione sul colpo di Stato finanziario Neoclassico, Neomercantile e Neoliberista.
Il luogo e date: Un hotel con centro conferenze in zona Umbria-Toscana per essere raggiungibili da nord e sud Italia; alternativamente un campus universitario nella stessa area, da decidere. Date da decidere, ma il prima possibile (tutto sarà comunicato su questa pagina).
Come funziona: I docenti non chiedono parcelle, ma solo rimborsi spese. Tuttavia le spese sono molto elevate (hotel, sala, traduttori simultanei professionisti d’economia, voli, trasporti ecc.). Chi desidera partecipare dovrà pagare una quota. La quota per le due giornate sarà di 40 euro (escl. vitto e alloggio dei partecipanti, che si auto organizzeranno). Calcolerò il budget complessivo dell’evento (che vi verrà reso noto) e lo dividerò per 40. Il numero risultante sarà il numero minimo richiesto di adesioni per lanciare l’organizzazione. Si aderisce scrivendo una mail apaolo.barnard@yahoo.it, con questa intestazione tassativa:summit nazionale MMT in ItaliaOgni altra mail sarà ignorata. La mail dovrà contenere SOLO il nome e cognome del partecipante con data di nascita e null’altro, no mail con nomi multipli (1 mail 1 nome), no nicknames, no lettere o richieste di spiegazioni. Al raggiungimento del numero minimo necessario, pubblicherò la lista piena dei nomi su questa pagina del mio sito. Se le adesioni saranno ampiamente in eccesso della capacità di ospitare i partecipanti, valuteremo se chiudere le iscrizioni o indire un secondo evento.
Gli aderenti dovranno poi versare l’importo per intero su un c/c da definire e che sarà comunicato qui in futuro. Al completamento dei versamenti necessari a coprire le spese vive, l’organizzazione diverrà concreta. Se non sarà raggiunto il numero sufficiente, il denaro verrà donato sotto diretta supervisione del Prof. L. Randall Wray (e rilascio di documentazione relativa) a studenti bisognosi che fanno ricerca su MMT all’Università del Missouri Kansas City (UMKC) e che rischiano l’abbandono degli studi per ristrettezze economiche*. Idem per ogni cifra raccolta in eccesso del necessario. La verifica della correttezza di tali eventualità è di facile attuazione, dato che il numero di aderenti è pubblico e il calcolo della cifra donata è ovvio a fronte del budget originario da me pubblicato.
Ulteriori partecipanti: E’ lasciata libera iniziativa agli aderenti di divulgare l’evento a partiti, gruppi, singoli, media, amministratori pubblici ecc. Tutti costoro, tuttavia, saranno tenuti a iscriversi con relativa quota di partecipazione. Ma attenzione: SI SPECIFICA CHE L’EVENTO E’ ESCLUSIVAMENTE PER APPRENDERE LA MMT, E NON PER DIBATTERE DI ALTERNATIVE POLITICHE O ECONOMICHE AD ESSO. NON SARA’ PERMESSO IL DIBATTITO AD ALCUNO SE NON SULL’APRENDIMENTO DELLA MMT. QUESTO NON SARA’ UN DIBATTITO PUBBLICOMA UN SUMMIT SU UN TEMA SPECIFICO, LA MMT.
Questo perché le poche ore disponibili nelle due giornate saranno interamente prese dalle lezioni dei docenti e dalle domande pertinenti alla MMT degli iscritti.Abbiamo poco tempo e pochi mezzi, purtroppo.
Sponsor: Sponsor istituzionali (Comuni, Province ecc.) e privati (aziende, singoli) sono ben accetti, a patto che sia chiaro che non sarà permesso alcun patrocinio di colore politico o confessionale. Chi trova uno sponsor lo può comunicare alla medesima mail con intestazione tassativa: sponsor summit MMT.
* (In America ci sono studenti che letteralmente vivono coi bollini per le mense dei poveri e tentano lo stesso di studiare. Wray e colleghi li aiutano come possono.)
I CV accademici dei docenti americani:
L. Randall Wray is a Professor of Economics at the University of Missouri-Kansas City and Senior Scholar at the Levy Economics Institute of Bard College, NY. A student of Hyman P. Minsky, Wray has focused on monetary theory and policy, macroeconomics, financial instability, and employment policy. He has published widely in journals and is the author of Understanding Modern Money: The Key to Full Employment and Price Stability (Elgar, 1998) and Money and Credit in Capitalist Economies (Elgar 1990). Wray received a B.A. from the University of the Pacific and an M.A. and Ph.D. from Washington University in St. Louis. He has served as a visiting professor at the Universities of Rome and Bologna in Italy, the University of Paris, and UAM and UNAM in Mexico City.

 Stephanie KeltonPh.D. is Associate Professor of Economics at the University of Missouri-Kansas City, Research Scholar at The Levy Economics Institute and Director of Graduate Student Research at the Center for Full Employment and Price Stability. She is creator and editor of New Economic Perspectives. Her research expertise is in: Federal Reserve operations, fiscal policy, social security, health care, international finance and employment policy.  Follow her at twitter.com/deficitowl.
Warren Mosler, Co-Founder and Distinguished Research Associate of The Center for Full Employment And Price Stability at the University of Missouri in Kansas City. CFEPS has supported economic research projects and graduate students at UMKC, the London School of Economics, the New School in NYC, Harvard University, and the University of Newcastle, Australia.
Marshall Auerback has over 28 years of experience in investment management. He is currently a portfolio strategist with Madison Street Partners, LLC, a Denver based investment management group, a Fellow with the Economists for Peace and Security, and a Research Associate for the Levy Institute. He is a frequent contributor to New Economic Perspectives.
William Black, J.D., Ph.D. is Associate Professor of Law and Economics at the University of Missouri-Kansas City. Bill Black has testified before the Senate Agricultural Committee on the regulation of financial derivatives and House Governance Committee on the regulation of executive compensation. He was interviewed by Bill Moyers on PBS, which went viral. He gave an invited lecture at UCLA's Hammer Institute which, when the video was posted on the web, drew so many "hits" that it crashed the UCLA server. He appeared extensively in Michael Moore's most recent documentary: "Capitalism: A Love Story." He was the subject of featured interviews in Newsweek, Barron's, and Village Voice.

Nel 2035 verrà raggiunta la crescita mondiale delle rinnovabili


Un nuovo rapporto dell’agenzia statunitense Energy Information Administration (EIA) riferisce che il consumo mondiale di energia aumenterà del 53% tra il 2008 e il 2035.

L’International Energy Outlook 2011 (IEO2011) pubblicato il 19 settembre, riporta che saranno la Cina e l’India a guidare la crescita della domanda mondiale di energia in futuro. Il rapporto conferma anche che le energie rinnovabili diventeranno la fonte primaria che crescerà maggiormente per sostenere la crescente domanda dell’ energia per i prossimi 25 anni. Nondimeno, i combustibili fossili come il carbone e il gas naturale rimangono la principale fonte di energia. Nel 2035, la richiesta di energia da parte della Cina dovrebbe aggirarsi alltorno al 68% in più rispetto alla richiesta di energia da parte degli Stati Uniti.
È previsto un aumento del 2,8% dell’energia rinnovabile ogni anno e la quota del consumo energetico totale di rinnovabili dovrebbe salire dal 10% del 2008 al 15% nel 2035, secondo il rapporto. Tuttavia, i combustibili fossili rappresenteranno ancora il 78% del consumo energetico mondiale nel 2035.
Il gas naturale è destinato a crescere più velocemente nel periodo di proiezione con un incremento dell’ 1,6% in tutto il mondo, da 111 trilioni di metri cubi nel 2008 a 169 trilioni di metri cubi nel 2035. La fornitura non convenzionale di gas naturale, compreso lo shale gas, dovrebbero aumentare nel caso di riferimento negli Stati Uniti, ma anche in Canada e Cina.
Secondo il rapporto, il consumo mondiale di carbone aumenterà da 139 quadrilioni di metri cubi nel 2008 a 209 quadrilioni di metri cubi nel 2035, con un tasso medio annuo dell’1,5% nel caso di riferimento. In assenza di politiche o normative che limitino la crescita del consumo di carbone, la Cina e, in misura minore, l’India e altre nazioni non-OCSE dell’Asia consumeranno il carbone al posto di combustibili più costosi.
L’elettricità è la forma in più rapida crescita al mondo di uso finale dei consumi energetici nel periodo di riferimento. La produzione netta in tutto il mondo aumenterà in media del 2,3% all’anno tra il 2008-2035. Le rinnovabili sono la fonte in più rapida crescita per la produzione di nuova elettricità, in aumento del 3% e superando gli incrementi medi annui di gas naturale (2,6%), di energia nucleare (2,%) e carbone (1,9%).
Secondo il rapporto IEO2011, le emissioni di anidride carbonica legate all’energia aumenteranno da 30,2 miliardi di tonnellate nel 2008 a 43,2 miliardi di tonnellate nel 2035, con un incremento del 4%. Gran parte dell’aumento delle emissioni di anidride carbonica dovrebbe avvenire fra i Paesi in via di sviluppo, soprattutto in Asia.

ALBERTO SABBADIN: Mogli, Famigliari e Amici tutti assunti alla corte...

ALBERTO SABBADIN: Mogli, Famigliari e Amici tutti assunti alla corte...: " Il sindaco di Verona ha messo in piedi un bel sistema di potere a base di mogli, familiari e amici, tutti assunti nelle società pubbliche,...




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mercoledì 14 dicembre 2011

LA MORTE DEL GHIACCIO ARTICO? SCIENTIFICAMENTE SMENTITA - Ghiaccio artico ai mini di sempre ? Non è vero !

LA MORTE DEL GHIACCIO ARTICO? SCIENTIFICAMENTE SMENTITA


Credo che il grafico qui sopra non richieda commenti. Ne consiglio la visione soprattutto a quelli che sembrano pensare che la scienza del clima consista nell'esaminare messaggi di posta elettronica vecchi di dieci anni e più.
Mentre alcune persone come il blogger americano Joe Romm in particolare, si affannano a propagandare il recente comunicato dell’Università di Brema che suggerisce che un nuovo minimo record dei ghiacci artici è stato raggiunto l’ 8 settembre 2011 con 4,24 milioni di kmq, ( vedi: http://iup.physik.uni-bremen.de:8084/amsr/minimum2011-en.pdf ) cinque altre fonti ufficiali dei dati del mare di ghiaccio, NSIDC, JAXA, DMI,CRYOSPHERE TODAY e NANSEN, non sono d’accordo con questa affermazione sul nuovo record (almeno non ancora). 

Mentre per ora è tutt’altro che sicuro che non si raggiunga un nuovo record minimo, in quanto le correnti atmosferiche, quelle del vento e dell’oceano potrebbero ancora determinare una svolta verso il basso, il grafico NSIDC suggerisce che ci potrebbe addirittura essere stata una svolta in senso contrario nell’anno in corso.


NSIDC estensione del ghiaccio marino Artico - clicca per ingrandire.

Qui di seguito, è stata aggiunta una linea verticale per mostrare il punto di svoltaper la media 1979-2000 (in rosso) e come si confronta con i dati attuali NSIDC.



La linea rossa indica il punto di svolta per la media 1979-2000 – clicca per ingrandire.

Il grafico JAXA, che utilizza un sensore satellitare diverso (AMSRE vs SSMI)suggerisce ugualmente che non abbiamo ancora raggiunto un nuovo record minimo e che potrebbe esserci stata la svolta annuale verso la crescita dell’estensione del ghiaccio.


JAXA estensione del ghiaccio marino Artico – dati giornalieri – clicca per ingrandire.

L’Istituto meteorologico danese (Danish Meteorological Institute ) mostra più o meno lo stesso:


Danish Meteorological Institute-Dati giornalieri estensione ghiaccio artico – clicca per ingrandire.

Il plot del NANSEN’s Arctic ROOS mostra una svolta simile, e suggerisce che non solo non abbiamo raggiunto un nuovo record minimo, ma che la misura non è scesa sotto quelle del 2008!

NANSEN Artico ROOS – estensione del ghiaccio marino – clicca per ingrandire.

CRYOSPHERE TODAY ha un plot delle anomalie che mostra come finora, il 2011 non ha superato il minimo record del 2007.

 

leggi tutto l’articolo qui: http://expianetadidio.blogspot.com/2011/12/la-morte-del-ghiaccio-artico.html

RSTLIB da Nastro ( TAPXX ) SU AS400 REMOTO

Salvataggio della libreria Pippo_New

- DSPTAP *LABEL
- oltre alla libreria devo sapere quale è il “ sequel number “
- RSTLIB + F4
Libreria salvata “ pippo_new “
TAP01
Nr sequenza “ quello rilevato “
Opzione “ new “
Opz. Membro db “ all “ PAG GIU'
Differenze oggetto consentite “ ALL “
Caricamento delle librerie “ pippo_new “

SPOSTAMENTO DELLA LIBRERIA DALLA MACCHINA TARGET ALLA MACCHINA
MST

- CRTSAVF QGPL/PIPPO_NEW ( INVIO )
- SAVLIB + F4
Librerie PIPPO_NEW
Unità SAVF
FILE DI SALVATAGGIO PIPPO_NEW
LIBRERIA QGPL ( INVIO )

A QUESTO PUNTO VAI ALLA MACCHINA MASTER
- CRTSAVF QGPL/PIPPO_NEW ( INVIO )
- FTP 10.0.6.231 ( TARGET )
ID: XXXXXX
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martedì 13 dicembre 2011

cco il nuovo concept-display flessibile e futuristico di Samsung


Gli smartphone ed i tablet di oggi forse prima del previsto saranno solo un lontano ricordo secondo il colosso sud-coreano Samsung, il quale ha realizzato un concept di tablet o smartphone con display flessibile, un’idea futuristica che potrebbe rivoluzionare il nostro concetto di dispositivo portatile. Samsung ha già mostrato, come Nokia, i primi prototipi di display flessibili con tecnologia AMOLED, i quali secondo alcune dichiarazioni, dovrebbero spuntare nei nostri mercati a partire dal 2012.


Quello che vedrete tra poco nel video non rispecchia il primo display flessibile realizzato da Samsung, ma rispecchia maggiormente ciò che sarà il futuro prossimo della tecnologia mobile secondo gli ingegneri del produttore coreano.
Ecco il video:


Sarebbe stupendo poter avere un simile tablet-phone, però purtroppo ancora la tecnologia non può farci questo regalo. Forse in futuro, come pensa Samsung, tutto ciò sarà fattibile e forse anche noi potremo girare il mondo con un foglio interattivo piegato.
Chissà cosa ci riserva veramente il futuro.

Le aspettative di Monti: eugenio benettazzo

Gold Club: Notizie Non Confermate da Hong Kong (è Guerra.)


o qualche difficoltà a riportare notizie di cui non sono stato capace di trovare echi sulla rete, ma la situazione mi impone di non avere troppe cautele, si tratta di questo:
Da un nostro conosciente ad Hong Kong:
La repubblica popolare Cinesa ha pubblicato un proclama che invita i cittadini a comprare oro, possibilmente monetato.
Questa mattina, ad HongKong non si trovava una sterlina a pagarla il doppio della quotazione.
Siamo riusciti ad acquistare su quella piazza solo delle 100 sterline UK, ma aprezzi salatissimi.
Mi scuso in anticipo nel caso in cui si trattasse di una bufala, stiamo verificando e vi prego di aiutarci nella ricerca di eventuali conferme, per intanto lasciatemi dire che non trovo affatto una coincidenza che mentre Israele e gli Stati Uniti minacciano una fonte vitale di approvigionamento energetico per la Cina (l’Iran), questa risponda con un’azione diretta a devastare il sistema bancario americano. Tutto sommato devo dirvi che “il consiglio” di acquistare oro fisico da parte del PCC (ove venisse confermato) è tutto sommato una mossa molto astuta e “cinese” per fare capire chi comanda nel mondo. In fondo sono solo 4 miliardi di persone che comprano una monetina, più efficace di un paio di portaerei in giro per il pacifico e infinitamente meno costoso. Vi pare?
Aggiungo questa notiziuola tratta dal Financial Time:
Chinese gold imports from HK hit record
By Leslie Hook in Beijing and Jack Farchy in London
82522630 6c04 11e0 b36e 00144feab49a Gold Club: Notizie Non Confermate da Hong Kong (è Guerra.)
Chinese gold imports from Hong Kong, a proxy for overseas buying, hit a fresh record high in October and accounted for more than one-quarter of global demand.
Data from the Hong Kong government showed that China imported 85.7 tonnes of gold via Hong Kong in October, up 50 per cent from the previous month and up more than 40 times from October last year.It is the fourth consecutive month that China’s gold flows through Hong Kong have hit new highs.
Tom Kendall, precious metals analyst at Credit Suisse in London, said: “It is a big but credible number as the price arbitrage between London and Shanghai was definitely favourable for Chinese imports during late September and throughout October.”
In September, gold on the Shanghai Gold Exchange briefly traded $50 an ounce higher than the main global market based in London, a record price difference that encouraged imports.
China’s demand for gold has been surging this year as Chinese buy more gold jewellery and gold bars. Gold bars are popular investments as a hedge against inflation, and because the Chinese face limited options for other investments given China’s negative real interest rates on bank deposits and wobbling property prices.
Mr Kendall predicted overall Chinese imports of 470-490 tonnes for the full year, up from 245 tonnes last year. Some traders believe China’s imports could hit 500 tonnes, more than the production of Australia and South Africa combined.
However, analysts said that buying from China and other emerging economies had fallen sharply since October, as the weakness of their currencies against the dollar had made gold more expensive. The difference between London and Shanghai gold prices has fallen to almost zero.
The price of gold on Monday fell 2.7 per cent to $1,664.19 a troy ounce amid concerns about a tailing off of emerging market consumption, together with a downbeat market assessment of the outcome of last week’s European leaders’ summit.
China’s key gold-buying period is around Chinese New Year, which falls at the end of January, and China’s gold shops are already filled with dragon-emblazoned gold bars, coins, and figurines to give as gifts for the year of the dragon. Beijing has also encouraged the use of gold as an investment tool for Chinese savers given the limited investment options and China’s closed capital account.
China is the world’s second-biggest consumer of gold, after India, but is expected to take the top spot soon. This year China’s imports via Hong Kong during the first 10 months of the year are more than three times higher than the same period last year.
Beijing does not publicly disclose its gold imports, but analysts consider the Hong Kong import figures a good directional proxy for the country’s total gold overseas buying.

http://www.rischiocalcolato.it/2011/12/gold-club-notizie-non-confermate-da-hong-kong-e-guerra.html