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giovedì 19 maggio 2011

Londra, nelle acque del Tamigi una turbina testa la potenza delle maree


Sfruttando le maree del Tamigi Neutricity punta, entro il 2015, a generare l’elettricità sufficiente al fabbisogno di 35mila abitazioni londinesi
(Rinnovabili.it) – Lo spin off della Strathclyde University, Nautricity, ha confermato il proprio sostegno tecnologico al progetto di sfruttamento delle maree del Tamigi portato avanti dall’Energy Invest Group, con un potenziale che potrebbe condurre alla produzione dell’elettricità sufficiente al fabbisogno di ben 35mila abitazioni londinesi a partire dal 2015.
Con una potenza istallata di 50 MW il progetto che, attraverso il posizionamento di turbine mira a generare energia sfruttando il dislivello delle maree, diverrà presto una realtà ma prima dovrà superare i test che verranno effettuati studiando l’impianto di prova che verrà posizionato presso Victoria Embankment.

Le due società per portare avanti il progetto hanno fondato una joint venture battezzata Tidal Thames Ltd che, per il momento, si occuperà di portare a termine il progetto pilota.
Nautricity prevede l’istallazione di uno dei suoi dispositivi CoRMaT da 250 kW o da 500 kW, da ormeggiare presso Temple Steps entro i prossimi due mesi. La Energy Invest di contro ha già dato il via ai lavori di costruzione di un molo con un investimento di 20mila sterline per consentire l’istallazione della turbina e per ottenere un punto di monitoraggio ottimale.
CoRMaT è una piccola capsula fluttuante che viene ancorata ad un galleggiante di superficie che può essere localizzata in profondità di massimo 500 metri e la cui stabilità è garantita da un sistema di contrappesi.
Il dispositivo, scelto tra le molte proposte pervenute si affianca al bando di gara lanciato lo scorso anno e nato con lo scopo di sfruttare la forza dell’acqua del Tamigi mediante il posizionamento di dighe, è stato scelto per le dimensioni ridotte, adatte ad un fiume come il Tamigi. Tuttavia, le controindicazioni ci sono e il progetto pilota potrebbe fallire, ad esempio, nel caso in cui i troppi detriti presenti nel fiume causassero danni ripetuti alle lame della turbina impendendone il funzionamento. Ma tutto ciò potrà essere valutato in fase di test dei dispositivi, garantendo alle società un quadro preciso delle condizioni di funzionamento della turbina e del rendimento energetico.