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lunedì 29 novembre 2021

“Non ha detto la verità”. La procura smaschera Speranza

 Due frasi, all’apparenza innocenti, ma che possono terremotare la politica. Garantismo richiede prudenza: non tutto quel che viene dalla procura luccica. Però il commento del procuratore capo di Bergamo, Antonio Chiappani, sull’indagine che cerca di ricostruire errori e ritardi nella prima fase della pandemia rischia di incrinare le mure di viale Lungotevere Ripa 1. Sede del ministero della Salute. “Il ministro Speranza non ha raccontato cose veritiere - dice Chiappani al Domani - anche questo dovremo valutare”. E ancora: il verbale in cui Silvio Brusaferro dichiara di non aver mai visto il famoso piano pandemico del 2006, mai applicato nonostante contenesse indicazioni utili contro virus influenzali sconosciuti, “lo ha dichiarato, riletto e firmato”. Possibile che il vertice dell’Iss non fosse a conoscenza del documento? Se sì, chi fu a tenerglielo nascosto?

Le indagini di Bergamo

Sono queste le novità che emergono oggi sulla lunga querelle che ruota attorno all’indagine della procura di Bergamo, nata dalle denunce presentate dai familiari delle vittime e poi allargatasi fino a Roma e Ginevra. I filoni sono numerosi. Da una parte i sei indagati per epidemia colposa e falso, che riguardano soprattutto il focolaio bergamasco e in Val Seriana. Dall’altra la bufera sul dossier Oms scritto da Francesco Zambon e subito ritirato, al centro di un intrigo internazionale che coinvolge la Cina, i vertici dell’Organizzazione mondiale della Sanità e il nostro ministero della Salute, accusato di aver fatto pressione per ritirare il report che definiva “improvvisata, caotica e creativa” la risposta italiana al virus. Infine, sullo sfondo resta la questione del piano pandemico italiano: sebbene fermo al 2006 senza aggiornamenti, molti ritengono che contenesse indicazioni comunque utili ad affrontare un'epidemia sconosciuta. Il Piano però venne “scartato” dalla task force del ministero, che preferì redigere da zero un nuovo documento - definito “piano segreto” - sulla base degli scenari epidemiologici di Stefano Merler. Tra poche settimane i pm bergamaschi, coordinati da Maria Cristina Rota, dovrebbero chiudere le indagini. E non sono esclusi nuovi avvisi garanzia, anche eccellent

Il dossier Oms ritirato

Partiamo dal dossier Oms. Report nei giorni scorsi ha pubblicato alcune chat di Speranza e Brusaferro che mostrerebbero come il dicastero avrebbe tentato di “far morire” il rapporto facendo pressioni sull'Oms. In Parlamento, Speranza disse che la scelta di ritirarlo fu presa in autonomia da Ginevra. Posizione che, stando al Domani, avrebbe ribadito di fronte ai magistrati. Gli sms però sembrano dire il contrario, o almeno che l’Italia si mosse per evitare che venisse ripubblicato: “Sto guardando il report dell’Oms. Con Kluge (direttore Oms Europa, ndr) sarò durissimo. Danni enormi non mi pare ne faccia. Forse solo sui decessi”, scrive il 14 maggio il ministro a Brusaferro. Più tardi aggiunge: “[Kluge] mi ha chiamato. Si è scusato. Ho ribadito che al momento non facevo commenti sui contenuti ma sul metodo. Ha confermato che lo ha ritirato e che si propone di discuterlo con noi. Credo faranno un'indagine interna sulle responsabilità”. Poche ore dopo, in una mail, Kluge stesso riferirà a Zambon l’irritazione del ministro “molto infastidito” da quanto successo. Qui le domande sono due: Speranza fece pressioni per non far ripubblicare il dossier? E ha mentito al Parlamento e ai giudici in qualche occasione? Secondo Chiappani sì, dichiarazione che potrebbe preludere all’inclusione del ministro nel registro degli indagati per false dichiarazioni rese ai pm. Come avvenuto per Ranieri Guerra.

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