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lunedì 6 luglio 2020

L’oro è arrivato al suo appuntamento con la storia

Alla fine l’oro è tornato a toccare il livello di 1800 dollari l’oncia. Livello al quale era arrivato nel lontano biennio 2011-2012, testando per tre volte quella soglia senza superarla (le tre frecce verdi sulla sinistra):

Il livello di 1800 dollari l’oncia è di gran lunga il piu’ importante nella storia recente, non solo dell’oro, ma di tutta l’economia moderna.

Forse vale la pena rievocare cosa accadeva nel periodo in cui l’oro testo’ per tre volte quella soglia….

In quel lontano 2011, l’Italia iniziava ad essere sotto quell’attacco speculativo culminato con la caduta del governo Berlusconi (la prima defenestrazione di un governo compiuta apertamente con mezzi finanziari), mentre le banche centrali di tutto il mondo stabilivano il nuovo standard economico che avrebbe cambiato il volto delle società occidentali.

Già nel 2008 infatti, la crisi dei subprime e il fallimento della banca Lehman-Brothers avevano convinto le banche centrali di tutto il mondo occidentale a prendere il controllo della creazione di valuta, dei tassi d’interesse e dei debiti dei governi.

Appena 3 anni dopo, era apparso chiaro che quel sistema non poteva essere una misura temporanea, ma doveva diventare un assetto permanente da mantenere a tutti costi – anche con l’uso della forza -, per evitare il ritorno di nuove crisi.

Fu cosi’ che nel 2011 il mondo occidentale ebbe uno shock nello scoprire di essere finito sotto un dominio economico-finanziario permanente che avrebbe impoverito sempre piu’ l’economia reale e quindi le condizioni di vita dei cittadini.

Il nuovo assetto finanziario aveva il solo scopo di permettere ai governi di autosostenersi per mezzo di un indebitamento all’infinito, affrancandosi sempre piu’ dal dovere di assicurare prosperità economica al popolo per mantenere il consenso democratico.

La Grecia e l’isola di Cipro furono sacrificate sull’altare di questa nuova forma di dominio, nato come versione cruenta dell’assetto adottato con la crisi del 2008.

Nello stesso tempo, si fece strada nell’opinione pubblica il concetto di “fiat money”, cioè del denaro creato dal nulla dalle banche centrali. Un puro e semplice bit digitale senza alcuna connessione con l’economia reale e del tutto incapace di produrre prosperità e benessere, se non per i governi e i circoli chiusi delle istituzioni (e delle aziende) da essi sostenute.

Ecco perché a un certo punto, una parte crescente del mondo finanziario e degli investitori inizio’ a considerare l’oro come rifugio di ultima istanza, pensando che un giorno le valute fiat sarebbero implose provocando una reazione a catena dalle conseguenze incalcolabili.

La salita vertiginosa del prezzo dell’oro (e il triplo test del livello di 1800 dollari l’oncia evdenziato nel nostro grafico) fu quindi una conseguenza di questa convinzione, che non si fermava al solo ambito finanziario, ma aveva implicazioni politiche e sociali, anche se spesso inconsapevoli.

Le banche centrali capirono subito che l’oro stava diventando un pericoloso antagonista del sistema di potere politico-finanziario che si voleva affermare sui popoli.

Il grafico mostrato all’inizio dell’articolo mostra infatti che dopo il triplo test dei 1800 l’oncia, il metallo giallo inizio’ una lunga e decisa discesa durata oltre sei anni.

Questa discesa fu il risultato di una complessa rete di controllo che le banche centrali assunsero sulle quotazioni dell’oro, utilizzando le “bullion bank”, cioè le banche che forniscono il collaterale al mercato dei futures legato ai metalli preziosi, per mantenere il prezzo dell’oro e dell’argento sotto una soglia ben definita.

Il resto è storia ben conosciuta, soprattutto dai nostri lettori, che negli anni hanno potuto apprendere dai nostri articoli tutti i meccanismi e le battaglie legali legate a questo sistema criminale, purtroppo solo parzialmente scalfito dalle condanne del Dipartimento di Giustizia americano.

Recentemente, pero’, la pandemia del Covid sembra stia mettendo in crisi questo sistema che sembrava invincibile.

I nostri lettori hanno appreso dai nostri ultimi articoli (ad esempio, questo, ma molto piu’ e con maggiori dettagli negli articoli inviati via email alla nostra newsletter gratuita) quanto sia diventato insostenibile per le “bullion bank” mantenere sotto controllo il prezzo dell’oro.

Poi è entrata in gioco l’incredibile scarsità di oro fisico che il Covid ha creato negli store di tutto il mondo (ne abbiamo parlato qui).

Ma il fattore a mio avviso piu’ determinante è stato il fatto che, a partire dall’aprile del 2019, la Bank of International Settlements (BIS, cioè la “banca centrale delle banche centrali”), aveva modificato la norma “Basel III” che regola i depositi di oro delle banche, portando il metallo giallo al livello tier-1, cioè alla pari degli asset principali che possono essere citati nei bilanci bancari ufficiali.

E’ stato quello il “segnale convenuto” che ha innescato da parte delle banche un moderato accaparramento di oro e il contemporaneo allentamento della “morsa” sulle quotazioni, che sono state innalzate al di sopra dei 1600 dollari l’oncia (il “livello di guardia” precedente era 1300-1400).

L’obiettivo di questo importante cambiamento era quello di dare alle banche, in crescente crisi di liquidità, un asset in piu’ da usare per sostenere i propri bilanci sempre piu’ precari.

La crisi del Covid ha pero’ fatto precipitare le cose, spingendo nuovamente investitori di ogni genere (fra loro anche le stesse banche) ad acquistare titoli di borsa legati all’oro, riportando cosi’ il prezzo di questo metallo alla fatidica soglia storica dei 1800 l’oncia.

Questa volta pero’, diversamente dal 2011-2012, il sistema di controllo basato sulle valute fiat, sul debito come asset principale dei governi e sulla manipolazione a ribasso dell’oro non è stato appena creato e rafforzato. Al contrario, questo sistema si è indebolito, arrivando ormai alle sue fasi estreme, in cui le banche centrali devono aumentare all’inverosimile il denaro creato dal nulla e sono costrette a sostenere con questa valuta fiat tutti i settori economici, compresi quelli dell’economia reale.

Se prima la valuta fiat riusciva a creare l’illusione che il sistema socio-economico avesse ancora una sua concreta esistenza, oggi tutto appare sempre piu’ come una semplice partita di giro, in cui lo stesso denaro viene assegnato temporaneamente a tutte le categorie economiche, per poi tornare di nuovo nel bilancio delle banche centrali, che lo riutilizzano all’infinito per un nuovo giro di giostra.

In altre parole, l’intera società, con i suoi settori produttivi, i suoi servizi e le sue categorie, per continuare a sopravvivere dovrebbero diventare una mera convenzione tenuta in piedi dalle banche centrali, mentre i grandi organismi internazionali decideranno volta per volta quali di questi settori o categorie meritano ancora sostegno e quali invece devono essere lasciati morire togliendo loro liquidità.

Per quanto si possa avere “fiducia” nelle capacità repressive delle banche centrali, dei governi e degli organismi internazionali, è lecito avere dei dubbi sulla tenuta di tali capacità qualora dovessero essere estese a tutto il pianeta…

Ecco perché questa volta la storia potrebbe andare diversamente.

La soglia storica dei 1800 dollari l’oncia, questa volta potrebbe essere rotta e superata.

L’oro potrebbe arrivare a quotazioni ben superiori, se nel frattempo il sistema che lo aveva messo sotto controllo arriva a un importante snodo di crisi e inizia a fallire i suoi obiettivi.

Succederà davvero, oppure le banche centrali si inventeranno qualcosa, innescando un nuovo lungo mercato orso di chissà quanti anni?

Non abbiamo alcuna possibilità di prevedere in anticipo l’esito di questa nuova sfida cruciale.

https://www.strategieeconomiche.com/loro-e-arrivato-al-suo-appuntamento-con-la-storia/