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La Turchia ha fatto domanda di entrata nella UE del 1962. Sempre tenuta fuori, in anticamera; l’Europa faceva la difficile, la sua “democrazia laica” era un po’ troppo sorvegliata dai militari, e non aveva ancora la sufficienza quanto alla “tutela dei diritti umani e civili e il rispetto delle minoranze”. Adesso, di colpo, tutto accelera. “Ci hanno detto che il capitolo 17 del negoziato sarà aperto a metà dicembre; il 15 dicembre, se Dio vuole, a Bruxelles”, ha annunciato trionfante Erdogan. Il capitolo 17 è quello delle politiche economico-monetarie da affrontare per l’integrazione; ma importa poco. Quel che importa è che d’improvviso le pratiche si sono disincagliate.
“Verso la fine del 2016 si parla della liberalizzazione dei visti per i cittadini turchi”, che potranno entrare liberamente in Europa; “..e ci daranno 3 miliardi di euro”, ha aggiunto il presidente.
Per mezzo secolo non l’abbiamo fatta entrare. Adesso che la governa Erdogan, a capo di un partito islamico confessionale, il quale 1) incarcera giornalisti, 2) fa’ probabilmente uccidere avversari politici con bombe e pistolettate nei comizi, 3) finanzia e aiuta i terroristi in Siria e Irak, facendo affari col petrolio che rubano; 4) massacra la minoranza curda e 5) abbatte aerei russi – adesso la Turchia è finalmente degna di entrare alla pari nella culla della Civiltà occidentale – e alla pari.
Evidentemente c’è una profonda comunanza coi “Nostri Valori”. L’oligarchia di Bruxelles da anni non ha fatto che integrare nell’Unione che staterelli nemici di Mosca, per ordine di Washington; adesso si può avere l’impressione che l’eurocrazia non aspettasse che l’abbattimento del Sukho in Siria per aprire le porte ad un paese musulmano di 80 milioni di abitanti, che ha tenuto in attesa per 53 anni.
E’ stata AngelaMerkel ad ordinare l’accelerazione. Il motivo è, come si capisce, che la Turchia accetti di tenersi i rifugiati siriani – che la Merkel aveva chiamato. Per questo riceverà 3 miliardi annui, insomma saremo noi contribuenti europei a mantenere i profughi, che la Turchia si degna di tenere sul suo territorio.
Erdogan ha usato molto accortamente le fiumane di rifugiati come mezzo di pressione, ma è la Merkel che li ha chiamati. Infatti, si legge sul giornale svizzero Le Temps,
“La Turchia ha promesso la sua piena cooperazione all’Unione Europea nella gestione della crisi dei rifugiati. In contropartita, ha ottenuto lo sveltimento dei negoziati per la sua adesione alla UE. Ma già in un primo tempo i viaggiatori turchi saranno esenti da visti per soggiorni brevi nei paesi europei”: già in un primo tempo, ossia : subito, prima che sia conclusa la pratica di adesione. Inoltre “l’aiuto finanziario europeo destinato all’accoglienza dei rifugiati nel suo territorio sarà aumentato”.
I capi di stato e di governo riuniti a metà ottobre hanno convalidato i negoziati condotti “in fretta” dal primo vicepresidente della Kommissione Franz Timmermans, il quale “era stato spedito d’urgenza ad Ankara per ottenere l’aiuto della Turchia nella gestione dei rifugiati. Era accompagnato dal Kommmissario Johannes Hahn, incaricato dell’Allargamento”.
“Abbiamo bisogno della Turchia”
La dichiarazione di Timmermans è stata: “Noi abbiamo bisogno della Turchia e la Turchia ha bisogno di noi”.
La prima parte della frase andava completata: “Noi” ,gli oligarchi, abbiamo bisogno della Turchia per risolvere un problema che “Noi” e la nostra Padrona ci siamo causati. Prima di Timmermans, ad Ankara aveva fatto visita il presidente del consiglio europeo, il notorio Donald Tusk (quello che vuole i missili americani in Polonia contro la Russia) e aveva visto che il traffico di profughi, relativamente rallentato dalla cattiva stagione, sarebbe ripreso a primavera: “centinaia di migliaia”, sguinzagliati dall’accorto Erdogan. Che ne tiene 2,2 milioni di siriani e 300 mila iracheni in 25 campi. Dice di aver speso 6 miliardi in quattro anni per mantenerli, e ne vuole 3 da noi. Noi contribuenti. I “Noi” con la maiuscola hanno accollato la spesa a noi (con la minuscola).
Il 18 ottobre aveva visitato Erdogan anche la Merkel – ci sono le foto dei due sui troni gemelli – evidentemente per i ritocchi finali, da Califfa a Califfo. La Cancelliera voleva portare a casa l’accordo a qualunque costo (tanto i costi li accolla a noi), per cui non ha parlato ad Erdogan del fatto che aveva appena arrestato i giornalisti di Cumuryiet perché avevano rivelato- in modo veritiero – che la Turchia di Erdogan fornisce armamento pesante ai tagliagole di Daesh. Con molto tatto – che di solito non ha né con greci né con ungheresi – la Merkel ha evitato di chiedere chiarimenti sugli affari miliardari che il figlio Bilal Erdogan fa’ coi terroristi dell’ISIS, spacciando il greggio che rubano. Ancor meno la complicità dei servizi turchi (MIT) nella faccenda del gas nervino, lanciato su un villaggio siriano nell’agosto 2012, di cui fu accusato Assad e fece 1400 morti, un false flag con l’intento di dare alla NATO un pretesto per l’invasione. Sulle uccisioni di curdi, civili compresi, che Erdogan sta compiendo in questi mesi, un delicato silenzio. Di fatto la Germania è diventata complice del dittatore islamista, e ha reso complici tutti noi europei.
Però, attenzione, Timmermans ed Hahn mica hanno scherzato. Sono stati duri nei negoziati: “Ankara dovrà dar prova della sua piena cooperazione, specie accettare di ricevere i candidati all’asilo che saranno respinti dalla UE. Perché al vertice, i dirigenti europei hanno affermato la loro volontà di accogliere i rifugiati siriani che fuggono la guerra, ma anche di accelerare il processo di ritorno dei migranti economici, specie quelli provenienti da Africa ed Asia”.
Gli euro-oligarchi avevano fatto l’offerta anche ai paesi balcanici: soldi contro profughi. Quelli non ci sono stati, o che il prezzo fosse basso o che sono troppo piccoli per ingolfarsi di stranieri.
Il presidente della Kommissione Juncker è stato subito d’accordo con la Merkel e vassalli centro-europei: “Con il vertice Ue-Turchia approfondiamo la partnership con uno dei nostri vicini più importanti – e non solo perché abbiamo bisogno l’uno dell’altro, ma perché la Turchia merita non solo il nostro rispetto, ma anche il nostro sostegno”. Probabile allusione al sostegno contro la R ussia. Stoltenberg, il capo civile della NATO, è stato più esplicito: “La NATO è pronta a difendere tutti i suoi alleati, compresa la Turchia, contro ogni forma di minaccia”.
La Merkel poi ha minacciato i paesi dell’Est – restii ad accogliere i rifugiati che lei non vuole – di far togliere loro i finanziamenti europei, se continuano a rifiutarsi di riempirsi di pretesi siriani. Evidentemente, lei ha questo potere,da sola, senza consultarsi con gli altri membri della Unione Europea. Men che meno i popoli sono stati chiamati a pronunciarsi sull’entrata di una nazione islamica così popolosa, potente ed armata ed aggressiva – mentre manteniamo le sanzioni contro la Russia.
Sempre di più questa Europa si manifesta come una forma di arbitrio autoritario di un’oligarchia senza legittimità, di dispotismo. Orientale, adesso.
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