Translate

venerdì 26 agosto 2011

Una vergogna di nome Calderoli di Franco Bomprezzi


Una vergogna di nome Calderoli

Vedove e disabili salveranno il Paese? Roberto Calderoli, Ministro per la “semplificazione”: bisogna andare ad interessarsi delle pensioni di chi non ha mai lavorato. Penso, ad esempio, a chi ha pensioni di reversibilità eccessivamente alte e a chi prendeaccompagnamenti, che oggi vengono dati indistintamente a tutti, senza che vi siano limiti legati al proprio reddito.” (Rimini, 25 agosto 2011).
Chiedo le dimissioni di questo ministro, chiedo che se ne vada, che tolga il disturbo, che smetta di parlare e di ridere sguaiatamente in televisione, di inondarci di idiozie spacciate per pensiero politico, di intervenire su materie che non conosce, di occupare inutilmente un posto di grande responsabilità pubblica, ben remunerato. Chiedo che il Presidente della Repubblica abbia un nuovo sobbalzo di dignità e intervenga subito, lui che vuole il massimo di coesione sociale e politica, invitando il suddetto individuo a lasciare il Governo senza passare dal via. Non sono indignato, sono allibito, offeso, allarmato, deriso, insultato da un esponente di spicco della Lega, e temo che il suo potere oggi sia tale da condurre a nefaste conseguenze per tutti noi.
Per non toccare pensioni, partite Iva, redditi elevati, ecco la trovata geniale, degna di questo cervello strappato alla Padania e trasportato inutilmente in Parlamento: “interessarsi di chi non ha mai lavorato”. Avremmo qualche suggerimento al riguardo, ma non pensiamo quello che pensa Lui, degno compare del capogruppo Reguzzoni, quello che è stato capace di confondere l’intera spesa per le provvidenze destinate agli invalidi civili con il monte di denaro che andrebbe ai “falsi invalidi”. Non possiamo accettare di essere in mano a questi personaggi, totalmente “inabili”, loro sì, a governare il Paese.
La misura è davvero colma e ancora troppo educata è la risposta – ferma e civile – che ha elaborato la Fish, la Federazione Italiana per il Superamento dell’handicap. Ne leggiamo e ne condividiamo un passaggio: “Pur di non cedere sulle pensioni, sulla lotta all’evasione fiscale, sulla tassazione sui grandi patrimoni,la Lega se la prende con le vedove e con le persone con grave disabilità. La pensione di reversibilità è una prestazione previdenziale, riconosciuta ai superstiti dei lavoratori a determinate situazioni, già restrittive. Fra i beneficiari ci sono anche i figli inabili non in grado di lavorare e mantenersi da soli dopo la morte dei genitori. “Quanto meno singolare – commenta Pietro Barbieri, presidente della FISH – che i ‘diritti acquisiti’ vengano tirati in ballo solo per i vitalizi degli ex parlamentari e non valgano per gli altri Cittadini.” La FISH giudica pesantemente anche lo stigma – l’ennesimo – verso chi “non ha mai lavorato”. Si dimentica che il lavoro è anche un diritto, troppo spesso precluso alle donne madri e mogli o alle persone con disabilità. Ma il bersaglio grosso è sicuramente l’indennità di accompagnamento: per l’ennesima volta si propone di legarne l’erogazione al reddito, dimenticando che si tratta dell’unica prestazione (450 euro al mese) riconosciuta alle persone con gravissima disabilità. Limitarla significa colpire direttamente le persone e le loro famiglie a cui lo Stato non riconosce altri supporti economici e materiali”.
Il guaio è che con ogni probabilità una proposta imbecille e vigliacca come quella di Calderoli rischia di entrare nel maxiemendamento del Governo. Io, giornalista a rotelle, pacifico e non violento, sento che gli argini della pazienza si stanno sgretolando, e sono convinto che di fronte a una vergogna colossale e irresponsabile non potremo limitarci alle parole. Nessuno può chiamarsi fuori, o far finta di non capire.