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mercoledì 24 agosto 2011

Il Global Warming & C. fanno strage dei nostri ghiacciai

Il 19 agosto, mentre l'Italia è alle prese con la maggiore onda di calore della sua Estate, siamo saliti sul Ghiacciaio del Plateau Rosà e raccolto parecchio materiale fotografico che illustra un ghiacciaio in ritirata.



Gli anni passati, simili escursioni le abbiamo fatte su Ghiacciaio del Monte Bianco e quello della Marmolada, trovando anche qui situazioni molto critiche.
Dopo una stagione definita "a pelle fresca", ma solo perché oramai siamo abituati ad estati molto calde, in questi giorni, e parrebbe per svariati giorni ancora, una bolla d'aria molto calda proveniente dal Nord Africa ha invaso il nostro Paese, ed il caldo si fa sentire anche in alta montagna.
La nostra escursione al Plateau Rosà parte attraverso la funivia che sale da Breuil-Cervinia (2050 mt), nota più semplicemente Cervinia, località turistica dell'alta Valtournenche (Valle d'Aosta), ubicata ai piedi del Monte Cervino, una delle maggiori cime europee per la sua altezza di 4478 metri.
La giornata non era delle migliori e nubi piuttosto grigie hanno iniziato ad avanzare da occidente, ed hanno portato una fitta pioggia sulla nostra meta, ai piedi del Plateau Rosà a 3500 metri di quota.
LA GENTE DEL POSTO è la prima a dire che il ghiacciaio è in ritirata e non solo rispetto ai primi del '900, bensì agli anni '80. La moria dei ghiacciai alpini si è accentuata durante gli anni '90 ed in questo ventennio, non si è mai fermata.
Il progetto di costruzione della funivia, con planimetrie di importanza storica, esposto nel Museo del Plateau Rosà, illustrano che un'enorme sacca di ghiaccio si estendeva sino a Cime Bianche Laghi al Plateau, a circa 2700 metri, mentre nella corsa in funivia, le lingue di ghiaccio iniziano quasi assorbite dalla morena, dai circa 3000 metri di quota.
Il ghiacciaio del versante di Cervinia si estende solo a circa 3400 metri.
PAREVA UNA STAGIONE FAVOREVOLE. Sino a dicembre 2010, la scorsa stagione invernale si era manifestata con importanti nevicate. A gennaio aveva fatto seguito il freddo, ma anche forti sbalzi termici (onde calde e neve solo in alta quota), mentre ad inizio febbraio sono iniziate imponenti onde di calore, con fortissime anomalie termiche anche a marzo, con il precoce avvento della Primavera.
Nella prima decade di aprile si sono avuti valori di temperature degni di ondate di caldo di piena estate.
Il fresco, anzi la normalità delle temperature dell'Estate 2011 hanno solo contenuti i danni ai ghiacciai, ma il caldo giunto dopo Ferragosto annienterà quanto si era conservato ad oggi rispetto ad altri anni anomali. Insomma, le anomalie climatiche non si fermano, i ghiacciai per sopravvivere necessitano di abbondanti nevicate nelle stagioni intermedie, e di estati non dominate dall'anticiclone africano.
immagine 1 del capitolo  del reportage 21185
Veduta del fronte del ghiacciaio del Plateau Rosà.
immagine 2 del capitolo  del reportage 21185
Veduta ravvicinata del fronte principale del giacciaio del Plateau Rosà. La lingua di ghiaccio che si osserva in buono stato di conservazione, si protende dai 3500 metri verso i 3300/3200 metri circa, altre lingue oramai assorbite dalla morena, scendono più in basso.
immagine 3 del capitolo  del reportage 21185
In primo piano è visibile un laghetto di origine glaciale, ai temi di costruzione della funivia, il ghiacciaio giungeva sino al laghetto. Attualmente ci sono solo rocce.
immagine 4 del capitolo  del reportage 21185
Veduta dall'alto dei laghetti di origine glaciale. Circa 40 anni fa, la lingua del ghiacciaio raggiungeva il primo laghetto ben visibile nella foto.
immagine 5 del capitolo  del reportage 21185
Plateau Rosà, piste da sci estivo. Lo stato di conservazione, a detta della gente del luogo, è pessimo, ed in effetti il colore grigio che vedete, mostra scoperto lo strato di ghiaccio antico, che per il suo colore scuro, sarà facilmente soggetto a fusione durante il giorno.