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martedì 22 giugno 2010

Servono nuovi amministratori per la valpolicella: che fine faremo!!

 

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E’ da giorni che l’immagine dei sindaci attorno alla carta della Valpolicella mi ossessiona. Coloro che dovrebbero preoccuparsi del bene della nostra Comunità, sono riusciti ad elaborare queste fantastiche strategie:
1 – L’economia va sostenuta con l’ennesimo sviluppo edilizio (Negrar, Sant’Ambrogio, Pescantina), come diceva fino a poco tempo fa il “povero” premier spagnolo, smentito da una catastrofe economica
2 – La grande mucca della Cementirossi, capace di fornire latte a due interi comuni, va strenuamente difesa e foraggiata
3 – Facciamo nuove strade per risolvere il problema della viabilità. Il retropensiero ormai noto anche ai bambini delle elementari è: siccome non c’è un soldo, facciamoci “regalare” la strada dall’Impresa e in compenso diamole la possibilità di costruire altri 3-4-500.000 metri cubi di case.
4 – Dove proprio non si trova il”benefattore” ricorriamo al project financing, formula magica che dovrebbe prevedere il pagamento di un pedaggio per gli utenti (Buco delle Torricelle) ma che contiene in sé tante altre “sottoformule” magiche, sempre di compensazione e altro.
5 – Portiamo i fanghi dei marmisti a Fumane, così risparmiamo sul trasporto.
Queste sono le elucubrazioni mentali dei nostri Illuminati Amministratori. Sono trent’anni che si parla sempre delle stesse cose. Sono trent’anni che assistiamo impotenti alla devastazione della Valpolicella. Sono trent’anni che il territorio subisce le violenze di amministratori a cui interessa solo far vedere quanto sono stati bravi per essere rieletti. E noi, cittadini coglioni della Valpolicella, sono trent’anni che li votiamo.
Riporto (e ripeto) un brano elaborato e condiviso dalla Diocesi di Padova, contro la richiesta di rinnovo degli impianti del cementificio di Monselice. Poiché è ormai lampante che, anche in questo caso, la produzione di cemento diventa secondaria rispetto al business di bruciare rifiuti, il documento, fatto leggere in tutte le parrocchie del basso padovano, così recita:
"Riteniamo fortemente limitante e potenzialmente pericoloso assecondare tout court le richieste unilaterali di singoli operatori economici, senza avere preventivamente delineato, a livello politico, una progettualità a lungo termine, condivisa, vincolante, e ancorata ai valori sopra richiamati" scrive il Consiglio Pastorale. "Questa situazione deve essere colta come una grande occasione per ripensare una crescita economica, civile e sociale, in grado di promuovere, attraverso l’elaborazione di un nuovo piano di sviluppo dell’area, maggiore occupazione, mediante la valorizzazione di settori tecnologici, paesaggistici ed ambientali che esaltino le peculiarità di questo territorio. La politica, nella sua più virtuosa espressione di servizio al bene comune, deve riappropriarsi del ruolo di governo delle scelte economiche".
Perché i sindaci della Valpolicella non si trovano attorno ad un tavolo (questa volta seduti) a discutere in modo serio e competente di uno sviluppo del territorio che NON PUO’ PIU’ ESSERE quello degli ultimi trent’anni ? Perché non sono abbastanza onesti da riconoscere che questa non è la solita crisi passeggera ? Perché non capiscono che è adesso che bisogna pensare ad una nuova economia per la Valpolicella ?


Babbo Natale è andato in pensione, caro Bianchi. Provi ad uscire da questa logica parassitaria.

ref.http://www.teladoiolavalpolicella.it/notrip.htm