L’idea che “i vaccinati siano connessi in rete” nasce da un documento brevettuale che, semplicemente, non dice ciò che molti credono. E non è nemmeno di Pfizer. Il brevetto citato nei post virali — US11107588B2 — parla di un sistema di contact tracing digitale, non di tracciamento dei vaccinati e non di tecnologie impiantate nel corpo. Capire cosa contiene davvero è essenziale per distinguere un documento tecnico da una narrazione distorta. 1. Da dove nasce l’equivoco Il brevetto è stato erroneamente attribuito a Pfizer, ma appartiene a due inventori indipendenti: Gal Ehrlich e Maier Fenster . Il testo è stato depositato nel 2020, prima ancora dell’arrivo dei vaccini COVID. Il suo scopo è chiaro: anonimizzare la raccolta dei contatti sociali durante un’epidemia per aiutare le autorità sanitarie a decidere chi trattare per primo. Niente legami con i vaccini, niente sistemi di sorveglianza interni al corpo. Solo un metodo digitale per gestire priorità in una pandemia. 2. Cos...
Questa opportunità verrà riservata, in questa prima fase di lancio, alla campagna di raccolta fondi “La rinascita ha il cuore giovane” , lanciata per aiutare giovani imprenditori nelle aree colpite dal terremoto. Grazie alla nuova collaborazione con la startup Helperbit

Legambiente, prima organizzazione no profit in Italia, ha avviato una nuova collaborazione con la startup Helperbit per adottare la tecnologia Blockchain e Bitcoin, aggiungendo un ulteriore canale per le raccolte fondi ed offrendo ai propri donatori trasparenza e tracciabilità completa dei flussi economici.
Questa nuova opportunità verrà riservata, in questa prima fase di lancio, alla campagna di raccolta fondi “La rinascita ha il cuore giovane” , lanciata per aiutare giovani imprenditori nelle aree colpite dal sisma, al fine di accelerare la ricostruzione del tessuto produttivo e rafforzare il sostegno alle comunità colpite.
Si tratta di un innovativo strumento digitale che offre numerosi vantaggi in termini di sicurezza, tempi e costi, permette di aprirsi a panorami internazionali, ricevendo donazioni in Bitcoin da tutto il mondo, e di monitorare la gestione dei fondi. Per intraprendere questo percorso, Legambiente si è affidata ad Helperbit, una startup italiana che utilizza la tecnologia Blockchain nel settore della beneficenza e delle emergenze umanitarie, vincitrice di diverse competizioni internazionali e selezionata dalle Nazioni unite per il World Humanitarian Summit.
“Grazie alla scelta che abbiamo fatto – afferma Rossella Muroni, presidente nazionale di Legambiente – siamo oggi la prima organizzazione no profit in Italia e tra le pochissime al mondo ad accettare donazioni tramite questo metodo di pagamento, che garantisce ai donatori sia la piena tracciabilità del loro contributo sia i risultati ottenuti”.
Al momento della contribuzione, infatti, sarà possibile prendere visione delle donazioni in ingresso, mentre successivamente, tramite la piattaforma Helperbit, si potrà verificare come i fondi verranno spesi, avere la garanzia che abbiano raggiunto la loro destinazione finale e monitorare l’impatto derivante dagli aiuti economici.
“Lavorare a fianco di una organizzazione storica come Legambiente e vedere l’entusiasmo che dimostrano nell’affrontare nuove sfide tecnologiche fa di certo molto piacer – afferna Guido Baroncini Turricchia, amministratore delegato e co-fondatore di Heperbit – La curiosità dimostrata sui temi della trasparenza legata alla blockchain e la propensione all’innovazione rendono di certo Legambiente una delle no-profit italiane più all’avanguardia. Spero che questa realtà sia da esempio e stimoli anche altre no-profit ad intraprendere un percorso volto alla trasparenza.”
http://lanuovaecologia.it/sisma-legambiente-apre-alle-donazioni-bitcoin/