Quali stati sono i migliori dal punto di vista della libertà economica? Cosa hanno in comune tra loro? Come si classifica l’Italia?
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Quali sono gli stati più liberi economicamente? Cosa hanno in comune?
Contrariamente alle illusioni in cui si cullano politici e giornalisti, più o meno disinteressati, la libertà economica è l’unica ricetta per stimolare davvero la crescita economica, ed il benessere diffuso, di uno stato. Più si sviluppano le comunicazioni, più si velocizzano i trasporti, più la gente ha facilità ad imparare nuove lingue, e più questo sarà vero, perché chi ha soldi da investire, o una qualifica da spendere sul mercato del lavoro, si sposterà nelle nazioni dove è più facile investire i propri soldi o le proprie competenze.
E di conseguenza queste nazioni si svilupperanno e diventeranno più ricche, ospitando più aziende, e creando più posti di lavoro.
Il centro studi Heritage Foundation compila ogni anno la classifica della libertà economica di tutte le nazioni del mondo.
Ciascuna nazione ha un punteggio secondo 10 parametri, divisi a loro volta in 4 settori:
1) Legislazione (Tutela dei diritti di proprietà e Liberta dalla corruzione)
2) Stato minimo (Libertà fiscale, spesa pubblica)
3) Efficienza amministrativa (libertà imprenditoriale, libertà lavorativa, libertà monetaria)
4) Mercati aperti (libertà di commercio, libertà d’investimento, libertà finanziaria)
Nel 2016 al primo posto troviamo Hong Kong (in foto), seguita da Singapore, Nuova Zelanda, Svizzera ed Australia. L’unica ad aver migliorato il proprio punteggio tra queste 5 è la Svizzera.
A seguire, dalla posizione 6 alla 10, troviamo Canada, Cile, Irlanda, Estonia e Regno Unito.
Gli USA, durante gli anni di Obama, sono scivolati fuori dai primi 10, e si trovano all’11esimo posto. La Cina si trova al 144esimo posto e la Russia al 153esimo. L’Italia si trova al 86esimo posto, in peggioramento.
Cosa hanno in comune i primi 10? Hanno in comune 2 cose: intanto sono nazioni in forte sviluppo, che attraggono investitori e lavoratori qualificati da tutto il mondo. L’Estonia, la patria, tra le altre, di Skype, ha addirittura inventato la residenza digitale, per permettere, a chi vuole investire nel paese, di aprirvi un conto in banca ed una sede sociale, senza bisogno di trasferirsi stabilmente in un posto freddo e buio per la maggior parte dell’anno. L’importante è che arrivi denaro nell’economia locale.
In ogni caso la migliore dimostrazione che il benessere e lo sviluppo economico sono legati alla libertà economica. Non c’è altra via.
I primi 10 hanno in comune le piccole dimensioni, o il fatto di essere divise in stati di piccole dimensioni, in termini di abitanti, come per Regno Unito, Canada ed Australia.
Uno stato di piccole dimensioni, con poche risorse naturali, non ha “rendite” su cui campare, e deve per forza essere aperto ai commerci con le altre nazioni, per accedere ai prodotti di cui ha bisogno.
Avere grandi risorse naturali non è garanzia di benessere. Il Venezuela (176esima posizione) ha tra le maggiori riserve mondiali di petrolio, ma è talmente “non libero”, che nell’ultimo anno è stato addirittura costretto ad importare petrolio dagli odiati USA, avendo cacciato, o fatto scappare, i migliori tecnici petroliferi.
Le nazioni fortemente federaliste come Svizzera, Regno Unito, Canada, Australia e gli stessi USA, generano anche una concorrenza interna fra gli stati che le compongono, per attrarre lavoratori qualificati e imprese, cosa che aumenta il livello complessivo di libertà economica.
Il basso numero di abitanti, della nazione, o dello stato (nel caso degli stati federali) abbassa anche la distanza tra il cittadino contribuente e l’amministratore, rendendo più facile individuare la responsabilità di cattiva amministrazione e/o malversazioni. In ultimo, meno denaro transita per le mani degli amministratori, meno ne hanno a disposizione da spendere in spese clientelari, e meno ne rimane attaccato alle loro mani (il denaro è notoriamente appiccicoso)…
Relativamente all’Italia, vengono apprezzati i tentativi di riforma del mercato del lavoro e del settore bancario. Il fatto che il mercato del lavoro rimanga fortemente ingessato, che la giustizia abbia tempi lunghi, la corruzione diffusa e l’elevatissima spesa pubblica, sono i fattori che determinano maggiormente la pessima posizione, sia a livello mondiale (86esima posizione), sia a livello europeo (36esima posizione).
La Russia, che pure sta faticosamente uscendo da quasi un secolo di comunismo totale, ha già superato l’Italia in 4 parametri su 10 (Libertà del mercato del lavoro, Bassa spesa pubblica, Libertà fiscale e Libertà imprenditoriale).
Divertitevi a scorrere la classifica completa. Difficilmente troverete nazioni in declino con un’elevata libertà economica, o nazioni in sviluppo con poca libertà economica.
La libertà funziona, e se lo stato è piccolo, funziona più facilmente. Piccolo è bello, libero è meglio!
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