Claudio Zamboni, co-founder di 3rdPLace: "Le redazioni sceglieranno le notizie in base ai topic trend in Rete. I giornalisti si metteranno in proprio dove aver scoperto quanto traffico possono generare. E gli editorialisti super-costosi spariranno"
Redazioni dove si decidono le notizie da scrivere sulla base dei topic trend del momento su Internet. Dove è possibile sapere con esattezza quanto è stata letta (e apprezzata) una notizia in un determinato giorno di una determinata ora (e seguirne l’andamento nel corso del tempo). Dove il giornalista, oltre a essere produttore, diventa distributore del suo prodotto editoriale, e magari sceglie di mettersi in proprio dopo aver scoperto che è in grado di generare la maggiore parte del traffico della testata per cui scrive. E dove il direttore arriva a tagliare la costosa retribuzione di un editorialista di grido dopo aver scoperto che genera meno interesse di un blogger 18enne.
Scenari avveniristici per l’editoria italiana? No, una realtà dietro l’angolo, che è in grado di concretizzarsi grazie all’uso dei Big Data, almeno secondo Claudio Zamboni (nella foto), co-founder e partner di 3rdPLACE, società di strategie di marketing digitale. “Ma l’editoria italiana – puntualizza l’esperto di digital intelligence - non sta ancora cogliendo l’opportunità dell’innovazione. Se lo facesse assisteremo non solo a uno stravolgimento del modo in cui lavorano le newsroom, ma anche dell’intera organizzazione aziendale. Io però dico che, per chi non introdurrà i Big Data nella gestione editoriale, la domanda non è se morirà, ma quando morirà”.
http://www.economyup.it/innovazione/757_editoria-sara-la-rete-a-dire-quali-saranno-le-news.htm