Imu-Trise, la stangata
Confartigianato: più tasse alle imprese, solo su 2013 +10%, vanificano taglio costo lavoro.
Le tasse sugli immobili produttivi cambiano nome ma non risparmiamo gli
imprenditori, sempre più tartassati nel mandare avanti la loro attività
tra le mura di capannoni, laboratori, officine e quant'altro: nel 2014,
per l'effetto combinato di Imu e della nuova Trise, la tassazione
immobiliare sulle imprese aumenterà fino a 1,1 miliardi, vale a dire il
9,6% in più rispetto al 2013.
PIÙ TASSE ALLE IMPRESE: DAL 2011 +50%.
Ancor più pesante la stangata rapportata al 2011, con un aumento nel
periodo che sale al 51,4%. È Confartigianato a fare i calcoli sui costi
sopportati dagli imprenditori con le nuove tasse.
Una tegola che trasforma in paradosso - sottolinea la Confederazione -
la diminuzione del carico fiscale sul costo del lavoro a carico delle
imprese previsto nella Legge di Stabilità con la riduzione dei
contributi non previdenziali e le detrazioni Irap per i nuovi assunti.
«L'aumento di 1,1 miliardi», sottolinea Confartigianato, «scaturisce
dall'ipotesi più probabile dell'applicazione dell'aliquota Tasi
intermedia dell'1,9 per mille».
IMU-TRISE, UN IMPATTO DA 13 MLD.
Il prossimo anno, quindi, l'impatto dell'Imu sugli immobili strumentali
delle aziende, unito a quello della Trise sui rifiuti e i servizi
indivisibili, si attesterà a 12,8 miliardi di euro, con un incremento
del 9,6% rispetto al 2013 e del 51,4% rispetto al 2011.
Imu, nel 2014 le imprese pagheranno 7,3 miliardi: +50,4% rispetto al 2011
In particolare, rileva Confartigianato, per quanto riguarda l'Imu, le
imprese nel 2014 pagheranno 7,3 miliardi (+50,4% rispetto al 2011),
mentre per la Trise il costo a carico degli imprenditori sarà pari a 5,5
miliardi (+52,8% rispetto al 2011).
Tra il 2011 e il 2014, osserva ancora Confartigianato, «l'aumento medio
annuo della tassazione immobiliare sulle imprese è stato del 14,8%».
Incrementi «decisamente non proporzionali con l'andamento negativo dei
risultati aziendali provocati dalla crisi. Tra il 2010 e il 2013,
infatti, il fatturato delle imprese manifatturiere è diminuito dello
0,5%, quello delle imprese di costruzioni è sceso del 9,4%, e per le
aziende del commercio è calato dell'1,2%».
A PAGARE SONO GLI IMPRENDITORI.
«Nel gioco delle tre nuove tasse (Tari, Tasi, Trise)», commenta il
presidente di Confartigianato Giorgio Merletti, «a rimetterci sono,
ancora una volta, gli imprenditori. Il cambiamento di nome ai tributi
nasconde un aumento della pressione fiscale, ancor più intollerabile se
si considera che pesa sugli immobili produttivi che per gli imprenditori
rappresentano strumenti di lavoro. Non è giusto che gli immobili
produttivi siano trattati alla stregua delle seconde case: i nostri
laboratori vanno esentati dall'imposta perché sono la nostra prima
casa».
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