di Alberto Sperotto , 2 ottobre 2011
http://www.veramente.org/wp/?p=6019
Se informati correttamente, i cittadini sanno tirare le somme. L'assesssore Corsi un pò meno. Tosi per nulla.
Capo A
Rispediamo al mittente le accuse di non saper leggere il bando di gara che ora, finalmente, è chiaro ed accessibile a tutti: i 445 milioni di euro di costi di costruzione diventano 501 milioni se si calcola anche l’Iva, che i cittadini comunque pagano. I 357 milioni di costi di gestione e manutenzione (proprio così, quasi 9 milioni di euro all’anno per circa 50 anni per gestire 13 chilometri di strada e pagare 9 dipendenti!) diventano 400 milioni con l’Iva. Totale: 901 milioni, a cui andrebbero aggiunti, per essere pignoli, altri 8 milioni di euro circa derivanti dal recente aumento delle aliquote Iva. Ma su questo non ci sbilanciamo.
E’ certo, invece, che il cittadino che percorrerà il passante per intero dovrà pagare 2,50 euro: più del doppio rispetto all’ 1,15 euro previsto fino a qualche mese fa. E altri 2,42 euro (per le prime due, poi sono 6,05 euro fino a 24 ore) solo per parcheggiare a Cà di Cozzi. Che dire poi del gestore della foresteria che dovrà sborsare ben 75 euro, più iva, a camera al gestore del Passante? A che prezzo metterà la camera agli ospiti che, per stare vicini ai loro familiari ricoverati nel vicino ospedale, decideranno di dormire nel … parcheggio?
Dalla data del bando per la scelta del promotore fino ad oggi, i costi costi di costruzione hanno fatto registrare un incremento medio di 6 milioni al mese, passando da 290 milioni a 445 milioni (più Iva). Perché l’assessore non ci spiega il motivo di questo aumento che neanche la Salerno-Reggio Calabria ha mai visto? Quanto meno dovrebbe chiedere scusa a tutti quei cittadini che gli credevano quanto, prima di venire eletto, affermava che il traforo sarebbe costato solo 60 milioni di euro. Invece i cittadini di milioni ne pagheranno 114 solo di Iva! In altri stati altri assessori si sarebbero dimessi per la vergogna.
Infine, su quello che l’assessore definisce «bufala», cioè l’eventualità che il Comune, nel caso in cui il concessionario fra qualche anno rinunci, debba farsi carico dell’opera in qualità di proprietario, va osservato che l’assessore dimostra ancora una volta di non conoscere né la bozza di convenzione né la legge: sarebbe buona cosa se finalmente se le facesse spiegare.
Capo B
1.1210.000 firme sono davvero tante, ma 8.750 a Verona raccolte per il referendum sul traforo lo sono ancora di più.
I commenti in tv e sui giornali sono tutti nel segno dello stupore: di “cifra pazzesca, mai vista prima” parla il TG3, di “valanga” parla il Secolo XIX. Un milione 210 mila firme per chiedere il referendum sul sistema elettorale hanno meravigliato anche il Ministro Roberto Maroni: “Sono rimasto impressionato dal numero di firme raccolte in così poco tempo: anche questo è un segnale forte, sono dell’opinione che vada ascoltato e che si debba procedere al referendum”.
I numeri ci raccontano che su oltre 50 milioni di aventi diritto al voto, le firme raccolte rappresentano il 2,4% del totale. Per il referendum sul traforo sono state raccolte 8.750 nel solo mese di giuno: il 4,7% su un totale di 205.000 elettori.
Se per Maroni il 2,4% rappresenta oggi un segnale forte, per il suo amico e compagno di partito Tosi il 4,27% è risultato a suo tempo un dato trascurabile a cui rispondere in modo francamente irridente, se non ci si sofferma alla forma, tanto da contrastarlo in tutti i modi contrapponendosi nelle aule del tribunale con i migliori avvocati.
Un sondaggio di questi giorni ci racconta il perché l’amministrazione Tosi abbia paura di andare al referendum, perché lo avrebbe indubbiamente perso.
I commenti in tv e sui giornali sono tutti nel segno dello stupore: di “cifra pazzesca, mai vista prima” parla il TG3, di “valanga” parla il Secolo XIX. Un milione 210 mila firme per chiedere il referendum sul sistema elettorale hanno meravigliato anche il Ministro Roberto Maroni: “Sono rimasto impressionato dal numero di firme raccolte in così poco tempo: anche questo è un segnale forte, sono dell’opinione che vada ascoltato e che si debba procedere al referendum”.
I numeri ci raccontano che su oltre 50 milioni di aventi diritto al voto, le firme raccolte rappresentano il 2,4% del totale. Per il referendum sul traforo sono state raccolte 8.750 nel solo mese di giuno: il 4,7% su un totale di 205.000 elettori.
Se per Maroni il 2,4% rappresenta oggi un segnale forte, per il suo amico e compagno di partito Tosi il 4,27% è risultato a suo tempo un dato trascurabile a cui rispondere in modo francamente irridente, se non ci si sofferma alla forma, tanto da contrastarlo in tutti i modi contrapponendosi nelle aule del tribunale con i migliori avvocati.
Un sondaggio di questi giorni ci racconta il perché l’amministrazione Tosi abbia paura di andare al referendum, perché lo avrebbe indubbiamente perso.