«M i vuole morto». E stavolta non è una metafora, stavolta non c'entrano la politica, la giustizia o la finanza, stavolta Berlusconi si riferisce proprio alla morte fisica, «perché così Gheddafi ha deciso. Lui me l'ha giurata». Da quando l'Italia si è schierata nel conflitto libico, il Cavaliere ha sempre convissuto con questa paura latente, che si rinnovava a ogni informativa dei servizi: d'altronde la lista dei possibili obiettivi terroristici comprende altri capi di Stato e di governo che fanno parte della coalizione internazionale.
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Gheddafi e Berlusconi prima della guerra (Ansa/Onorati) |
Dev'essere però successo qualcosa se Berlusconi in questi giorni si è mostrato più nervoso del solito, se - affrontando l'argomento - ha sostenuto di sentirsi davvero «nel mirino» del Colonnello e di temere non solo per sé ma «anche per la mia famiglia». Per interpretare lo stato d'animo del premier bisognerebbe decrittare un inciso del suo ragionamento - «l'ho saputo da mie fonti certe» - che lascia intuire come stavolta la notizia non gli sia arrivata attraverso i canali ufficiali dell'intelligence: «Sono in pericolo di vita, e purtroppo non solo io ma anche i miei figli. L'ho saputo da mie fonti certe che Gheddafi ha dato disposizione di farmi fuori. "Lo dovete ammazzare", così ha detto».