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lunedì 4 aprile 2011

Acqua pulita dal sole

Una serra ad energia solare per distillare acqua potabile a costo quasi zero. Un progetto italiano per il terzo mondo, apprezzato anche dall'Onu.
Ho sentito la notizia a TG Leonardo, il TG della scienza in onda su RAI3 nel primo pomeriggio (dunque in fascia protetta… protetta dai troppi ascolti). Lo vedo appena posso perché, pur essendo io una profana della scienza, mi piace sapere cosa accade nella ricerca: un mondo in continua evoluzione, in continuo cammino. La notizia in questione mi ha rallegrato anche perché ho visto il volto del ricercatore: un giovane, veneto, col faccino proprio da ricercatore e proprio di ambito scientifico; col volto tranquillo dell'intelligenza, della tenacia, perché essere ricercatori in Italia vuol dire essere coraggiosi, arditi e tenaci oltre che molto intelligenti ("i figli di" infatti non fanno i ricercatori. Si guadagna troppo poco, il che per la scienza è una garanzia).

L'espressione del ragazzo era anche, secondo me, più pacata, serena perché, oltre al riconoscimento importante dell'ONU, c'era la coscienza di avere inventato qualcosa che nel futuro potrà davvero aiutare, salvare la vita, dissetare milioni di persone. "Dar da bere agli assetati", che si sia credenti o meno, è una gran bella cosa.
Ma, ma… Il dubbio si insinuava già nel commento del giornalista che presentava la notizia. L'ONU ha riconosciuto l'importanza dell'invenzione, però nessuna industria s'è fatta avanti per produrre questo piccolo macchinario. Perché?
Basta osservare il marchingegno: si avvale di un principio di potabilizzazione dell'acqua classico, ma alimentato dall'energia solare con un sistema fotovoltaico (questa è la trovata a quel che ho capito). Il sistema è semplice, maneggevole e poco costoso, ha bisogno solo del sole e può essere distribuito facilmente. Ecco qua! Il grave difetto di questo sistema a livello economico, ma secondo me anche politico è che: costa poco, è difficile specularci sopra, non ha bisogno di materie prime che hanno solo in pochi (perché il sole per ora è di tutti) e soprattutto rende indipendenti, rende persone sottomesse dalla brutalità della sete persone più libere, persone più persone insomma.
Queste cose non si fanno. Alle multinazionali del benessere non importa, vediamo prove di questa situazione ogni momento, per esempio ora in Giappone. Al meccanismo chiuso, al mondo claustrofobico della multinazionale non importa di chi ha sete, forse nemmeno sa di preciso che qualcuno ha sete, quel qualcuno non ha volto e dunque non esiste.
Il punto è che nemmeno la multinazionale ha volto, pensiamoci bene, se non ha un volto non esiste, diventa come un male occulto e inevitabile, diventa come una radiazione atomica.
Però c'è, si vedono ovunque gli effetti. Per fortuna c'è anche il ricercatore e magari ci sarà qualcuno che riuscirà a sfruttare la sua invenzione per "dar da bere agli assetati" e dare loro un volto. Forse vedendolo, anche nell'universo chiuso della finanza, dei soldi, degli affari qualcuno tornerebbe a una parvenza umana.
Insomma questa invenzione salverebbe anche lui!

Ref. GAIANEWS

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