Da ottant'anni rovistano nella spazzatura del Cairo. Oggi la riciclano, sfamando intere famiglie. Si chiamano Zabbalin, letteralmente, popolo dell'immondizia. Vivono in povertà, in un sobborgo a nord-est della capitale egiziana, megalopoli da quasi diciotto milioni di abitanti. La baraccopoli di Manchiyet Nasr ai piedi della colline Moqqatam, si è sviluppata negli ultimi decenni, e trasformata in una "cittadina" da 30mila anime meglio nota come "Garbage City", la città della spazzatura. Il 90% degli abitanti della zona è composto da cristiani copti provenienti dal sud dell'Egitto.
Una situazione capovolta rispetto al resto del paese, dove i copti contano per il 10% degli ottanta milioni di abitanti del più popoloso paese del mondo arabo. Al primo impatto, inoltrandosi tra le vie irregolari dello slum, in cui intere famiglie vivono a stretto contatto con topi, cani randagi, capre e ogni tipo di rifiuto, organico e inorganico, si è indotti, istintivamente, a commettere l'errore di bollare come semplici mondezzai gli Zabbalin. Hanna Fathi, 27enne dai capelli ricci e la carnagione chiara, spiega: «La spazzatura quì è fonte di sostentamento, è un lavoro. La gente non ci dorme sopra. Se avessimo a disposizione una fabbrica in cui separare i rifiuti, non lo faremmo nelle case». Hanna è nato a Manchiyet Nasr e cresciuto frequentando la chiesa del Santuario di San Simone, complesso scavato nella roccia sulla collina che guarda Garbage City, punto di riferimento per la comunità locale.
Essere uno Zabbalin al Cairo è uno stile di vita. I copti che sbarcano il lunario grazie ai rifiuti incarnano un modello di sensibilità ambientale, pur dettata dalla necessità, che non conosce eguali al mondo. A Garbage City i rifiuti sono riciclati all'80 per cento. Cifra che batte di gran lunga la capacità di recupero di materiali in paesi avanzati. L'Inghilterra, ad esempio, secondo dati dell'ente governativo britannico Department for the Environment, Food and Rural Affairs (Defra), pubblicati lo scorso anno, raggiunge una percentuale di riciclo del 38,8 per cento. «I rifiuti raccolti nelle discariche o da varie zone del Cairo vengono portati qui. Ogni famiglia ha il suo business. Chi ricicla la plastica, chi il vetro o il metallo, la carta e tutto il resto. Non si butta via nulla», continua Hanna. La raccolta della spazzatura è affidata agli uomini. Le donne, con gli anziani di famiglia e i bambini, dividono i rifiuti. La rivendita, in genere, spetta ai capofamiglia. A passeggio per Garbage City gli asini portano in groppa sacchi di rifiuti da mandare all'acquirente di turno, che lo rivende alle fabbriche che lavorano i materiali recuperati. Chi è messo meglio economicamente usa il furgone. Donne e bambini, seduti tra i grandi sacchi, ci infilano le mani per dividere materiale. A viglilare sul lavoro della comunità copta di mondezzai del Cairo, si vedono ovunque immagini sacre e riproduzioni di Madonne e Shenuda III, il papa dei Cristiani Copti d'Egitto.