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martedì 29 marzo 2011

Bendandi Raffaele - Colui che prevede i terremoti

l 3 novembre 1979 Bendandi muore a Faenza. Il 27 dicembre dello stesso anno viene aperto il plico depositato da Bendandi nel 1931 all’Accademia Pontificia.

Cosa era contenuto in quelle comunicazioni? Ecco il testo della prima.



Il ciclo undecennale dell’attività del Sole, che tanto ha affaticato la mente degli scienziati, avidi di conoscere le cause che lo determinano, è stato da me spiegato nel modo più assoluto in tutte le complesse caratteristiche che presenta.
Riservandomi di esporre dettagliatamente in un’apposita pubblicazione il completo meccanismo della teoria, in ogni suo particolare dettaglio, ritengo utile, anzi, necessario, di fissare quelle principali conclusioni alle quali sono pervenuto depositandole in in plico sigillato presso questa onorevole accademia pontificia dei nuovi lincei onde salvaguardare l’assoluta priorità della scoperta. 



Premesso questo breve chiarimento, passo ad esporre i vari punti del mio studio: le definitive conclusioni.


  • 1) Il ciclo un decennale della attività del sole non…che il prodotto di una poderosa marea solare determinata dal periodico sommarsi degli sforzi attrattivi dei pianeti Venere, Terra e Giove. Le ben note leggi che presiedono alla produzione della marea oceanica, servono quindi egregiamente, nel nostro caso, a darci la spiegazione più esatta e rigorosa di ogni particolarità del fenomeno.
  • 2) Basandomi sulle durate medie delle rivoluzioni sinodiche: Venere giorni 583,92 e Giove 389,98, noi perveniamo ad una media del ciclo un decennale uguale ad anni 11,070, ma questa, sebbene in pieno accordo coi primi massimi osservati da Galilei, non può ritenersi definitiva essendo ben noto che le stesse rivoluzioni planetarie vanno soggette a sensibili variazioni dovute alle perturbazioni esplicatesi fra i diversi corpi celesti del nostro sistema.
  • 3) Le eccentricità delle orbite descritte dai pianeti suddetti originano le variabilissime durate del ciclo un decennale tanto da farlo oscillare da un minimo di otto anni ad un massimo di 14.
  • 4) Dal rapporto numerico esistente fra le diverse rivoluzioni dei tre corpi, Venere, Terra, Giove, già citati, scaturiscono le differenti intensità dei vari massimi sia un decennali che di più lungo periodo come quelli oiù esatti di 77,442 e 885 anni.
  • 5) L’inclinazione dell’asse solare – facente un angolo di sette gradi con la perfetta perpendicolarità al piano dell’eclittica – determina una importante anomalia la quale (assieme a quella prodotta dalle diverse inclinazioni delle orbite planetarie) imprime all’andamento del fenomeno una oscillazione di lungo periodo che ne complica vieppiù l’irregolare manifestarsi.
  • 6) Lo stato di particolare viscosità che l’immensa sfera del sole presenta ostacola il pronto manifestarsi del fenomeno cosìcchè i primi impulsi perturbativi si annullano per vincere gli attriti, originando in tal modo il caratteristico andamento della curva un decennale il cui ramo ascendente, si mostra più rapido del discendente.
  • 7) Nella ridda incessante delle fantastiche correnti superficiali e particolarmente per le rilevanti resistenze incontrate deve necessariamente generarsi con tanta energia termica, tal copia di calore da rifornire continuamente l’ardente fornace compensandola delle perdite che inevitabilmente deve incontrare per la sua continua irradiazione nello spazio.
  • 8) Dopo quanto ho detto, il fenomeno della periodicità un decennale delle diverse manifestazioni solari, altro non è che la conseguenza di un battimento, risultante dalle differenti rivoluzioni dei tre pianeti Venere, Terra e Giove, le cui masse circolando attorno al Sole vengono appunto ad ogni undici anni a trovarsi rispetto detto corpo celeste, perfettamente allineate sommando così i loro sforzi attrattivi.
  • 9) Non sarà male chiarire che, affinché l’allineamento si compia non è affatto necessario che tutte le masse planetarie siano situate dalla stessa parte del Sole ma, come la marea oceanica ci insegna, siano le forze cospiranti (novilunio) o contrarie (plenilunio) gli effetti risultano pressocchè gli stessi, per conseguenza nel grandioso processo della marea solare, siano le varie masse planetarie situate tutte dalla stessa parte, oppure occupino posizioni perfettamente opposte rispetto al Sole, nel primo, come nel secondo caso, gli effetti che ne derivano saranno sempre gli stessi.
  • 10) Questo preciso meccanismo teorico, mentre ci dà la spiegazione più completa della curva un decennale della attività del Sole, ci permette di risolvere il difficile problema delle stelle variabili. Spiegando ogni più bizzarra variazione luminosa sia per ampiezza che per durata, e tutte le altre particolarità inspiegabili.