Il governo Berlusconi ha riavviato il nucleare in Italia e ha privatizzato la gestione pubblica dell'acqua. Due minacce a beni pubblici fondamentali, costituzionalmente protetti. Il nucleare metta a rischio la sicurezza dei cittadini italiani e la salute pubblica.
La privatizzazione della gestione dell’acqua trasforma un bene pubblico essenziale in una merce sulla quale realizzare profitti.
L'Italia dei Valori si è opposta in Parlamento e si impegna per la loro abrogazione con due referendum popolari. Per realizzarli l'anno prossimo cominceremo da subito la raccolta delle firme. I quesiti sono stati già presentati. Diciamo no al nucleare perché: lo sviluppo del futuro è nell'economia verde e nelle fonti rinnovabili; la scelta nucleare consuma tutte le risorse economiche disponibili e chiude ogni prospettiva per l’avvio di una nuova politica energetica.
Un incidente in una centrale nucleare ha effetti devastanti e di lunghissima durata ed estensione. Le scorie radioattive sono pericolosissime e irraggiano per migliaia di anni. Il problema dello stoccaggio sicuro delle scorie non è risolto in nessun paese del mondo. Una centrale nucleare utilizza un'enorme quantità d'acqua, che altera gli equilibri idrogeologici del territorio ed espone le falde acquifere a rischi gravissimi. La tecnologia nucleare comprata dai francesi è costosa e obsoleta.
L'ENEL la caldeggia per mettere le mani su un finanziamento pubblico che supererà i 35 miliardi di euro, più dell'intera Alta Velocità. Una centrale nucleare proposta dall’ENEL costa quasi otto miliardi di euro. Coi costi dello stoccaggio delle scorie e dello smantellamento della centrale il chilowatt nucleare costerà nella bolletta degli italiani più di quello delle fonti tradizionali.
I siti nucleari saranno scelti ad insindacabile giudizio dei costruttori privati. Le regioni e gli enti locali non hanno voce in capitolo sull'allocazione delle centrali. La parola finale spetta solo al Consiglio dei Ministri. La costruzione delle centrali è fatta senza gare e senza controllo degli appalti e dei subappalti. Il nucleare italiano sarà una riproposizione a dimensioni esponenziali del malaffare della Protezione Civile.
Con la ripresa del nucleare il governo offende il giudizio degli italiani con il referendum contro il nucleare del 1987. Gli italiani non hanno cambiato parere e lo dimostreranno con il prossimo referendum al quale è necessario chiamarli ancora.
Paolo Brutti
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