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martedì 2 febbraio 2010

Quanto è sostenibile il tonno che mangi?

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sai cosa c'è davvero nelle scatolette di tonno che compri?
Per scoprirlo, abbiamo inviato un questionario alle aziende responsabili dei più importanti marchi di tonno in scatola presenti sul nostro mercato e sulla base delle risposte pervenute abbiamo pubblicato la classifica "Rompiscatole".
Coop, ASdoMar e Mare Blu sono ai primi posti in classifica: sebbene non siano effettivamente sostenibili, hanno almeno una regolamentazione scritta.
Zero in classifica per due dei marchi più venduti in Italia - Tonno MareAperto STAR e Consorcio - per la loro assoluta mancanza di trasparenza. Su 14 marchi valutati, 11 finiscono nella sezione "in rosso", perché non hanno ancora adottato criteri chiari per garantire che la pesca del tonno non danneggi l'ambiente.
Per pescare il tonno si utilizzano spesso metodi distruttivi che sono responsabili della cattura accidentale di un'ampia varietà di altre specie, tra cui tartarughe e squali ed esemplari immaturi di tonno. Il pinna gialla, il più consumato in Italia, è sotto pressione e la salvaguardia di alcuni stock desta ormai serie preoccupazioni.
In Italia si consumano più di 140mila tonnellate di tonno in scatola all'anno: prima che anche gli stock di tonno tropicale vengano totalmente compromessi, bisogna ridurre gli sforzi di pesca, eliminare gli attrezzi pericolosi e tutelare con riserve marine le aree più importanti per queste specie.

Saluti e a presto!

Giorgia Monti
Responsabile Campagna Mare

Ref http://www.greenpeace.it/tonnointrappola/

IL TONNO IN TRAPPOLA

Il tonno in scatola è la conserva ittica più venduta sul mercato mondiale, con un
volume d’affari che si aggira intorno ai 19,3 miliardi di euro l’anno2, ma ben pochi
consumatori sanno cosa davvero si nasconde nelle scatolette.
Le campagne pubblicitarie cercano di far apparire la pesca al tonno come una
pittoresca industria artigianale, ma in realtà le flotte che pescano il tonno sono tra le
più industrializzate al mondo, e sono responsabili di gravi impatti sugli oceani. Questo
tipo di pesca minaccia da un alto le risorse da cui dipende, sovrasfruttando gli stock
di tonno e catturandone esemplari giovanili, e dall’altro l’intero ecosistema marino. Il
tonno è solitamente pescato con metodi che causano ogni anno la morte di migliaia
di squali e tartarughe marine, tra cui specie minacciate d’estinzione. A soffrirne
purtroppo non è solo l’ambiente ma anche le popolazioni costiere i cui mari in cambio
solo di una piccola parte dei guadagni, vengono depredati da flotte straniere e dal
fenomeno sempre più diffuso della pesca illegale.
L’Italia è uno dei più importanti mercati europei per il tonno in scatola, con un
consumo annuo che supera le 140.000 tonnellate, e il secondo più grande produttore
in Europa, con una produzione che nel 2006 arrivava a 85.000 tonnellate di scatolette
per un fatturato di circa 500 milioni di euro3. Distributori e produttori di tonno in
scatola nel nostro paese hanno la responsabilità di confrontarsi con gli impatti causati
dalla pesca al tonno da cui il loro business dipende.
Per questo Greenpeace ha lanciato un’indagine sulla sostenibilità delle scatolette di
tonno vendute in Italia, contattando ben 14 aziende3, che insieme coprono più
dell’80% del nostro mercato. Tra i marchi più conosciuti:
h Riomare, di proprietà del gruppo Bolton, multinazionale olandese proprietaria
anche di Palmera e Alco, e leader indiscusso con il 38% del mercato italiano,
h Nostromo, di proprietà del gruppo spagnolo Calvo, seconda azienda in Italia, con
quasi il 10% del mercato4
È necessario cambiare il modo in cui la pesca al tonno viene gestita e introdurre
modifiche sostanziali nei metodi di pesca utilizzati se vogliamo davvero proteggere
l’ecosistema marino e garantire che risorse come il tonno non si esauriscano. Le
decisioni dei produttori di tonno in scatola e della grande distribuzione organizzata nel
nostro Paese possono davvero trasformare questo mercato, facendo crescere la
domanda per un tonno pescato in maniera equa e sostenibile.

STOCK DI TONNO IN DECLINO

Con il nome generico di “tonno” si indica in realtà un gran numero di specie diverse di
pesci predatori, di varia taglia, ampiamente distribuite nei diversi oceani e mari del
mondo. La maggior parte del tonno in scatola venduto in Italia è una specie
conosciuta come tonno pinna gialla (Thunnus albacares). Più raramente sugli scaffali
dei nostri supermercati si trova il più piccolo e meno conosciuto tonnetto striato
(Katsuwonus pelamis) talvolta indicato come “skypjack”.
Anni di cattiva gestione e pesca eccessiva hanno causato la crisi della maggior parte
degli stock di tonno. Dei 23 stock sfruttati commercialmente:
h almeno 9 sono classificati come completamente pescati (fully fished)
h 4 sono considerati sovrasfruttati o completamente esauriti
h 3 sono classificati come gravemente minacciati
h 3 sono minacciati
h 3 sono vulnerabili all’estinzione6