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lunedì 1 febbraio 2010

Nucleare: facciamo un po' di conti

 

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Sono in pochi in Italia a conoscere l'imponente futuro Piano Energetico francese annunciato qualche mese fa dal Ministro per l'Ecologia, Jean Louis Borloo.Un piano che parla chiaro: investimenti massicci sulle Fonti Energetiche Rinnovabili.E sono in pochi a sapere che gli U.S.A. hanno detto STOP allo stoccaggio di scorie radioattive provenienti dall'Europa.Sono in molti a credere invece che il nucleare in Italia sia necessario.Tra discorsi da bar e dibattiti parlamentari, facciamo un po' di conti.

Secondo il nostro Governo il ritorno al nucleare è necessario per 4 ragioni:

  1. riduzione del costo dell'energia elettrica
  2. indipendenza energetica
  3. diversificazione delle fonti
  4. Il nucleare è una risorsa abbondante

Vediamo se ciò corrisponde alla realtà:
  1. secondo gli studi del MTI il costo di produzione dell'energia elettrica nucleare è di circa 0,07€ al kWh, in Italia l'energia elettrica sul libero mercato è trattata mediamente a 0,076 € al kWh, (se è il prezzo di cessione il costo di produzione è per ciò inferiore)
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    Fonte: www.mercatoelettrico.org
    Quindi la convenienza non c'è, anzi, considerando che i costi di decommissioning delle centrali nucleari è 10 volte superiore ai costi di decommissioning delle altre centrali, invece di una convenienza avremmo una perdita netta.
    Il Governo sostiene poi che paghiamo l'energia elettrica il doppio di quanto la pagano i francesi, ma non è vero.
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    Fonte: www.altroconsumo.it

    Come si vede dal grafico, paghiamo un 10% in più dei Francesi e siamo nella media europea. Dobbiamo in più tener presente che imposte ed accise in Italia sono altissime: più di 0,10 € kWh. Inoltre le nostre compagnie energetiche, al contrario dell'EDF, distribuiscono lauti dividendi.

  2. E' assurdo parlare di indipendenza energetica in riferimento al nucleare in quanto abbiamo irrisorie risorse di uranio: saremmo comunque costretti ad importare la materia prima dall'estero, proprio come facciamo per il metano, il petrolio e il carbone.
  3. I nostri consumi di energia elettrica sono già per il 15% derivati da energia nucleare che importiamo dalla Francia, Svizzera e Slovenia; il nucleare fa già parte del nostro mix energetico. Peraltro è energia che i paesi confinanti producono in surplus di notte e che viene accumulata grazie ai bacini idroelettrici che ci permettono di utilizzarla di giorno nelle ore di punta: il sistema energetico è oggi ben bilanciato e sinergico: aggiungere potenza nucleare significa sbilanciare il mix energetico con ripercussioni sui sistemi di accumulo che diverrebbero insufficienti.
  4. Abbiamo già visto che in Italia non ci sono riserve di Uranio: il 90% è prodotto in soli 10 paesi nel mondo.Attualmente le riserve di Uranio sono tali da permettere l'alimentazione dell'attuale parco centrali globale per circa 60 anni, però le circa 450 centrali nucleari globali soddisfano solo il 6% del fabbisogno energetico. Se vogliamo soddisfare il 20% del fabbisogno l'uranio sarebbe consumato in soli 20 anni ... neanche il tempo utile di vita delle nuove centrali, che si contenderebbero la risorsa con ulteriore aggravio di costi.

Per concludere la tecnologia che il governo propone non ci da nessun beneficio e tutte le problematiche tecniche e sociali collegate alla gestione delle scorie rendono la proposta ancor più negativa.
Molti paesi avanzati hanno già individuato nelle Fonti Energetiche Rinnovabili la strada maestra su cui procedere. Come abbiamo sbagliato negli anni '80 a scegliere una strada diversa rinunciando al nucleare, ora rischiamo un'altra volta la strada sbagliata non investendo nelle FER che permettono, loro sì, indipendenza energetica, diversificazione e sviluppo economico già da ora senza ritrovarci un'altra volta tecnologicamente in ritardo rispetto agli altri paesi moderni.

Donatello Negrisolo, candidato provinciale (PD) MoVimento Veneto a 5 Stelle

http://www.beppegrillo.it/listeciviche/liste/veneto/energia/