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Solana davanti alla minaccia quantistica

 


La crittografia che protegge le blockchain oggi funziona.

Ma non è progettata per durare per sempre.

Il punto non è se il calcolo quantistico diventerà una minaccia concreta per i sistemi crittografici attuali.
Il punto è quando. E cosa fanno le reti prima che accada.

La collaborazione tra Project Eleven e la Solana Foundation va letta esattamente in questa chiave: preparare l’infrastruttura, non reagire all’emergenza. Non teoria. Prototipi funzionanti. Testnet reali. Firme post-quantum già operative.

Questo articolo spiega perché conta, cosa è stato fatto davvero e cosa cambia per l’ecosistema Solana.


Il problema non è il quantum. È il tempo.

Le blockchain pubbliche si basano su assunzioni crittografiche molto precise.
ECDSA, Ed25519, curve ellittiche. Sicure oggi. Fragili domani.

Un computer quantistico sufficientemente potente potrebbe:

  • derivare chiavi private da chiavi pubbliche,

  • firmare transazioni false,

  • impersonare validator,

  • compromettere lo storico immutabile senza “bucare” la rete.

Non serve un attacco in tempo reale.
Basta registrare oggi, rompere domani.

Ed è qui che il fattore tempo diventa critico: le blockchain hanno una memoria lunga.


Cosa ha fatto Project Eleven, concretamente

Project Eleven non si è limitata a scrivere un white paper.

Ha fatto tre cose operative:

  1. Threat assessment completo su Solana
    Analisi di come futuri progressi quantistici potrebbero colpire:

  2. Prototipo di firme post-quantum
    Implementazione di un sistema di digital signature quantum-resistant su una testnet Solana funzionante.

  3. Verifica di scalabilità end-to-end
    Dimostrazione che transazioni post-quantum possono:

    • funzionare oggi,

    • essere compatibili con l’architettura Solana,

    • non distruggere performance e throughput.

Questo è il punto chiave: non è ricerca accademica, è ingegneria applicata.


Perché Solana è un caso interessante

Solana ha una caratteristica culturale chiara: shipping first.

Secondo Matt Sorg, VP Technology della Solana Foundation, l’obiettivo è garantire sicurezza non solo oggi, ma “decenni nel futuro”. Non una frase di marketing. Una roadmap implicita.

Nel 2025 Solana:

La collaborazione con Project Eleven si inserisce in questa traiettoria:
anticipare la migrazione, invece di subirla.


Post-quantum non significa riscrivere tutto

Uno dei fraintendimenti più comuni è pensare che la sicurezza post-quantum richieda:

Il testnet di Project Eleven mostra il contrario.

La migrazione può essere:

  • graduale,

  • selettiva,

  • compatibile con l’infrastruttura esistente.

Il vero lavoro non è tecnico. È di governance:

  • quali firme adottare,

  • quando migrare,

  • come gestire la coesistenza tra schemi classici e post-quantum.


Un segnale per l’intero settore

Solana non è sola. Ma è tra le prime a muoversi seriamente.

Il messaggio implicito è chiaro:

la sicurezza post-quantum non è un problema “futuro”.
È un problema presente, con conseguenze differite.

Chi costruisce infrastruttura finanziaria globale non può permettersi di aspettare il primo attacco riuscito.


Conclusione

Il calcolo quantistico non romperà le blockchain domani.
Ma le blockchain che non si preparano oggi, potrebbero non arrivare a domani.

Solana ha scelto di testare, misurare, costruire.
Non per paura. Per continuità.

La domanda ora non è se il settore seguirà.
Ma chi arriverà preparato quando il tempo smetterà di essere un alleato.

rif. 


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