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martedì 17 aprile 2012

Le attese delle imprese italiane per i prossimi mesi.


La Banca d’Italia in collaborazione con Il Sole 24 Ore ha reso pubblica l’indagine sulleaspettative diinflazione e crescitasvolta nel corso dello scorso mese di marzo su un campione di 742 medie e grandi imprese italiane.
Per quanto riguarda lasituazione economica generale si registrano segni di ottimismo: quasi un quinto delle imprese segnala miglioramenti in tal senso ed è in diminuzione la percentuale delle imprese che evidenziano peggioramenti nonostante siano ancora intorno al 40%. In termini geografici il motore dell’economia italiana in questo momento sembra essere il Nord-Ovest.
Anche dal punto di vista dell’inflazione ci si aspetta un progressivo miglioramento, con un ribasso dal 3,4% fino al 3,2% ad un anno e al 3% a due anni, un dato comunque più alto rispetto alle stime ufficiali che fa sentire il polso dal lato dell’economia reale rispetto a quanto dichiarato dall’economia dei palazzi. Tuttavia, tale miglioramento si rifletterà in misura ridotta nei portafogli dei consumatori dal momento che le previsioni dell’andamento dei prezzi di vendita sono al rialzo e frenate solamente da una “guerra sui prezzi” tra concorrenti che dovrebbe calmierarne i picchi.
Migliorano anche le attese sulla domanda di prodotti, in particolar modo per le imprese che esportano all’estero (circa un terzo delle imprese esportatrici prevede rialzi nella domanda estera) anche se continuano a prevalere le imprese che continuano ad attendersi una diminuzione della domanda.
A sostegno della crescita e dello sviluppo è confortante il dato che ritrae in netto calo il numero di imprese che ritiene peggiorate le condizioni per gliinvestimenti (dal 66% di dicembre 2011 al 36%). Ciò che purtroppo rimane invariato è il fattore liquidità. La posizione di liquidità rimane insufficiente per un terzo delle imprese e il dato peggiora se si guarda al sottoinsieme dellepiccole imprese. A preoccupare le PMI sembrano essere i cali negli incassi che si riflettono in una riduzione degli ammontari nei depositi bancari e le condizioni di finanziamento. Solo il 3,7% ha rilevato, infatti, un miglioramento nei tassi applicati dalle banche ai finanziamenti.
Tale situazione si riflette ovviamente sull’occupazione, le previsioni per le nuove assunzioni non sono delle più rosee in quanto i livelli occupazionali dovrebbero mantenersi stazionari ma quantomeno si riduce nettamente la quota di aziende che prevede nuovi licenziamenti.