Translate

lunedì 2 maggio 2011

Per festeggiare i 150 anni dalla sua nascita, ilPolitecnico di Zurigo (ETH) sentì l’esigenza di creare qualcosa di durevole e proiettato al futuro. E’ così che nel 2003 esso propose al Club Alpino Svizzero di realizzare un rifugiosostenibile nel comprensorio del Monte Rosa, in particolare nella zona che comprende i ghiacciaidel Grenz e del Gorner attorniati dal Cervino e dalla Punta Dufour, nel cuore di un paesaggio montano severo e incontaminato.


Rifugio-sostenibile-monte-rosa-a



L’energia necessaria ad alimentare le varie utenze (illuminazione, elettrodomestici, ventilazione, depurazione dell’acqua piovana) viene garantita da un impianto a pannelli fotovoltaici inseriti nella facciata sud, permettendo di raggiungere un’autonomia energetica del 90%. Tutta la produzione in eccesso si raccoglie in appositi accumulatori con valvole di regolazione che permettono la distribuzione omogenea di corrente anche nelle giornate di cielo coperto.
Nei periodi di maggior consumo inoltre, entra in funzione una centrale termica integrativa alimentata con olio di colza e si sfrutta l’energia termica dell’aria di scarico tramite il recupero di calore.
Il tutto controllato da un sistema domotico che, in base al periodo dell’anno, alle condizioni climatiche e al numero di ospiti presenti, regola la temperaturadell’acqua e degli ambienti, i dispositivi elettrici ed elettronici allo scopo di assicurare sempre la massima efficienza e il minor spreco di risorse.



Rifugio-sostenibile-monte-rosa-b



Lo scioglimento delle nevi e le piogge provvedono ad assicurare una riserva d’acqua immagazzinata in cisterne sotterranee, mentre le acque reflue recuperabili sono utilizzate per gli scarichi dei bagni.
Per la sua gestione ottimizzata dell’energia e l’elevata efficienza, il nuovo rifugioproduce circa due terzi in meno di gas serra a pernottamento rispetto al vecchio, questo perché a quote così elevate il rendimento solare è molto più alto che in pianura.


Rifugio-sostenibile-monte-rosa-c

Infine gli interni presentano una notevole libertà distributiva caratterizzata dal calore degliarredamenti in legno naturale grezzo, trattato con raffinatezza tale da evidenziare e accentuare le venature delle travi. La grande sala da pranzo al piano terra, grazie ad una finestratura continua, permette di ammirare pienamente lospettacolare panorama alpino e di goderne i molteplici punti di vista.
Possiamo parlare di nuovo archetipo? Certamente ci troviamo di fronte a un’architettura lontana da nostalgie romantiche e tradizioni, proiettata verso nuove concezioni formali e culturali in grado di conciliare attenzione all’ambiente, innovazione e valore economico e destinata a far parlare di sé per molto tempo ancora.
Fonte | “Lo Scarpone” rivista del Club Alpino Italiano – nr. 7 - Luglio 2010