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lunedì 16 maggio 2011

Donne e vongole (e rivoluzione) in Tunisia


Ci vogliono 48 ore perché  le "palourde", le  vongole raccolte sulla costa di Skhira, vicino a Sfax, nel golfo di Gabès, 300 km a sud di Tunisi, vengano vendute a Roma, Parigi o Madrid. Ma alle "pescatrici tunisine a piedi" rimane ben poco di questa durissima raccolta: le vongole vengono pagate 3 dinari tunisini al kg, circa 1 euro, il rivenditore italiano o francese le fa pagare 10 o 15 volte di più. Per la maggior parte delle donne rurali che vivono sulle coste del Golfo di  Gabès, la raccolta a piedi delle vongole è il loro principale mezzo di sussistenza.
Il golfo di Gabès a sud della Tunisia, è una ricca zona di pesca. I governatorati di Sfax e Gabès sono le aree più produttive, dove una buona parte della popolazione locale vive di pesca costiera. Le zone umide del suo litorale sono conosciute per i loro giacimenti di "clovisses" e "couteaux", molluschi bivalvi della famiglia delle vongole, per le quali la domanda straniera è in costante crescita.
Negli ultimi 5 anni le donne pescatrici hanno raccolto 500 tonnellate di vongole, per un valore di 1,9 milioni di dinari tunisini (circa un milione di euro), che rappresentano circa l'1% della produzione tunisina della pesca. Il 98% delle vongole viene dal sud del Paese.
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